Il 2 ottobre del 1972, sul settimanale giapponese Weekly Shonen Jump, inizia la pubblicazione “seriale” di Mazinger Z, serie a fumetti partorita dalla fervida mente di Go Nagai: da quel giorno, il mondo dei manga e degli anime non sarà più lo stesso.
Il robot ideato da Go Nagai apporta innovative trovate al genere manga action/sci-fi, definendo, di fatto una nuova categoria: quella dei Super Robot.
Mentre Tetsujin 28 GO (manga scritto e illustrato da Mitsuteru Yokoyama a partire dal 1956) è un gigantesco automa pilotato con un telecomando a distanza dal giovane Shotaro Kaneda e Astroganger (serie animata ideata da Tetsuhisa Suzukawa e trasmessa dalle emittenti giapponesi nel 1972) è concettualmente un essere vivente, Mazinga Z è il primo robot dotato di armi e pilotato internamente dal protagonista umano, Koji Kabuto, dall’abitacolo dell’Aliante Slittante: un concetto all’epoca rivoluzionario, che farà la fortuna di numerose serie manga e anime di genere “mecha” a partire dalla fine degli anni Settanta.

Mazinga Z portò anche una rivoluzione a livello editoriale: per la prima volta un manga “serializzato” passava da un editore all’altro. Shueisha ritenne inadatta la serie di Mazinga Z per il suo pubblico adolescente e la scaricò dal suo settimanale. I diritti vennero acquistati dalla Kodansha, che pubblicò il manga sulla rivista Shonen Magazine, caratterizzata da un target molto più infantile.

Il manga di Mazinga Z, come accadrà in altre opere di Go Nagai, differisce in molti punti rispetto alla versione animata, che esordisce nel dicembre dello stesso anno.
Quando il fumetto fa la sua apparizione nell’ottobre del 1972, i dettagli della serie televisiva, infatti, non sono ancora stati definiti. Le modifiche apportate nei due mesi per soddisfare le richieste di Toei e Fuji TV hanno quindi generato due prodotti solo all’apparenza simili: ne elenchiamo solo alcune (grafiche) relative al robot protagonista.
Il design di Mazinga Z è molto tondeggiante nella versione cartacea di Go Nagai: testa e piastre pettorali denotano a colpo d’occhio queste differenze. Tuttavia, in corso di pubblicazione, molti elementi del mecha sono stati squadrati per avvicinare il look del robot a quello della controparte animata televisiva. Ecco così che le bordature rosse che caratterizzano il volto scompaiono, il naso si fa più prominente, dalle piastre pettorali vengono eliminati gli angoli smussati e la placca che protegge l’addome sparisce completamente.

Juzo Kabuto, creatore di Mazinga Z, è il personaggio che più differisce nelle due versioni: nella versione manga di Go Nagai è uno scienziato megalomane che costruisce lo Z solo per farne dono al nipote, mentre nell’anime, il nonno di Koji e Shiro progetta Mazinga Z per contrastare la minaccia del Dottor Inferno, collega archeologo durante una spedizione sull’isola di Bardos.

Il manga di Mazinga Z disegnato da Go Nagai è arrivato nel nostro Paese nel 2009, alcuni anni dopo la più conosciuta versione di Gosaku Ota, grazie all’edizione pubblicata dalla defunta d/visual, ristampata nel 2013 da J-POP.
Dopo quasi mezzo secolo, il robot in lega Z è ancora oggi fonte di nuove storie, reboot, rivisitazioni, omaggi e citazioni. Mazinga Z ha rivoluzionato il genere “mecha”, diventando un’icona indelebile della sua epoca.


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