Mazinga Z Infinity, lungometraggio animato prodotto da Toei Animation e Dynamic Planning per celebrare i 45 anni del Super Robot pilotato da Koji Kabuto e i 50 come autore professionista del suo “papà”, Go Nagai, trasporta sul grande schermo personaggi e mecha della celebre serie animata (e delle due versioni manga) andata in onda (parzialmente) in Italia su Rai 2 a partire dal 1980, per la loro ultima avventura. Un sequel ufficiale – finalmente – concepito sotto forma di lungometraggio: abbandonati spin-off e remake, Toei Animation presenta al pubblico un progetto in cantiere da quasi 10 anni, segretamente (ma neppure troppo) bramato da milioni di fan.
Proiettato in anteprima mondiale alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, con Go Nagai in persona presente proprio in queste ore sul red carpet per un saluto ai numerosi appassionati accorsi all’evento, il film diretto da Junji Shimizu si colloca temporalmente 10 anni dopo la fine della guerra all’impero Mikenes, ultimo atto della saga dei Mazinger, prima del forzoso arrivo di UFO Robot Goldrake a scombinare i programmi del celebre mangaka per il prosieguo della serie.
In un mondo alimentato dall’energia fotonica, l’improvvisa minaccia del redivivo Dottor Inferno mina le certezze di Koji Kabuto: l’eroe di mille battaglie, ora assennato scienziato al servizio del nuovo Centro di Ricerca per l’Energia Fotonica, avrà nelle sue mani (e nei Pugni a Razzo del suo indistruttibile robot) il destino dell’umanità. Essere un dio o un demone non sarà, questa volta, una scelta convenzionale per il coraggioso pilota di Mazinga Z, ma il vero conflitto da risolvere è quello con la storica fidanzata Sayaka, sfiancata dal duraturo tergiversare del suo amato.

Amore, amicizia, patriottismo, rispetto per l’ambiente, ma anche critica sociale e antimilitarismo: c’è un po’ di tutto in questo Mazinga Z Infinity, forse anche troppo. Se la serie animata classica (e ancor prima il manga) era, seppur indirettamente, figlia dei devastanti effetti dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, in questo seguito cinematografico è facile trovare riferimenti più o meno velati al terremoto di Sendai e del Tōhoku dell’11 marzo 2011 e al susseguente tsunami che diede origine al disastro di Fukushima.
Dopo una partenza col botto, che catapulta lo spettatore nel bel mezzo dell’azione, bisogna attendere un’abbondante mezz’ora, tra interminabili spiegoni pseudoscientifici e imbarazzanti sofismi su famiglia e stabilità di coppia, per vedere finalmente all’opera il Super Robot ideato da Go Nagai nel 1972. Ed è un’apparizione che vale il prezzo del biglietto: nella scalata all’avamposto del suo nemico di sempre, Mazinga Z sciorina tutta la sua potenza di fuoco in un’adrenalinica caccia all’ultimo Mostro Meccanico. Un susseguirsi di scene che, per regia, animazione e dettaglio, non mancherà di emozionare i fan accorsi al cinema, soprattutto quelli di lunga data (Koji Kabuto grida i nomi delle armi in versione italiana, proprio come nella serie classica).
Leggermente sotto tono lo scontro finale: l’espediente narrativo del deus ex machina che cava le castagne dal fuoco all’eroe in difficoltà, era francamente evitabile. Almeno in questo universo.
Dal punto di vista tecnico, Mazinga Z Infinity presenta un ottimo utilizzo della CGI, integrata perfettamente con scenari e personaggi bidimensionali dalla buona caratterizzazione (spiacenti, ma Lisa non riusciamo proprio a farcela piacere). Pollice alto per il mecha design di Takayuki Yanase: ogni dubbio iniziale riguardante il nuovo, squadrato, châssis di Mazinger Z viene presto fugato ammirando in movimento l’iconico robot e tutti, ma proprio tutti, i Mostri Meccanici apparsi nella serie storica e nei mediometraggi prodotti dalla Casa giapponese a cavallo tra il 1973 e il 1976. Sensazioni contrastanti, invece, per le unità d’assalto delle Forze Congiunte (belle, ma francamente più adatte a un OAV della serie di Gundam) e per Boss Robot (quasi fuori contesto per vie delle sue linee “tondeggianti” e con gravi problemi nelle animazioni).
Buono l’adattamento italiano che, probabilmente per venire incontro al pubblico di ultraquarantenni cresciuto a suon di “Pugni a Razzo”, si affida a Fabrizio Mazzotta come dialoghista e mantiene inalterati i nomi degli attacchi di Mazinga Z rispetto alla serie originale. Ci si chiede, piuttosto, con quale criterio per la fase di uscita e innesco del robot si sia invece fatto uso della formula giapponese (“Mazin-go!” e “Pilder on!” in luogo dei canonici “Mazinga fuori!” e “Agganciamento!”).
Soddisfacente il doppiaggio: Gianfranco Miranda, voce di Koji Kabuto, non fa rimpiangere Claudio Sorrentino, mentre Pietro Biondi dà vita a un Dottor Inferno più subdolo del solito. Ottima la prova di Joy Saltarelli, alle prese con la saccente e onnipresente Lisa.
In generale, tutto il cast scelto da Lucky Red/Key Films appare perfettamente nella parte, eccezion fatta per la voce di Jun (ma stiamo parlando comunque di un personaggio secondario, dalle poche battute).
La parte musicale, curata dal maestro Toshiyuki Watanabe (figlio del leggendario Michiaki, autore della colonna sonora della serie classica), accompagna armoniosamente la visione, esaltando le scene d’azione e soffermandosi sui momenti più drammatici. Imperdibili i titoli di testa, con la presenza vocale dell’inossidabile Ichiro Mizuki, a intonare ancora una volta il tema di Mazinga Z, in un rinnovato arrangiamento.

Abbiamo dovuto attendere quasi quarant’anni, ma alla fine il sogno di un sequel ufficiale di Mazinga Z si è avverato: il risultato, seppure con alcune cadute di stile e una pedante moralità da Baci Perugina, è un film che merita la visione da parte degli innumerevoli sostenitori del colosso in Superlega Z e di chi ama il cinema di animazione di carattere fantascientifico. Un appuntamento da non perdere, non fosse altro per ammirare, per l’ultima volta, le epiche gesta di uno dei simboli della cultura pop giapponese e, perché no, internazionale.
Mazinga Z saluta così i suoi fan, invitandoli a mettere in primo piano affetti personali e crescita interiore, relegando nell’album dei ricordi le mille battaglie della loro spensierata gioventù. In attesa (ovviamente!) di un fantomatico UFO Robot Goldrake Infinity!
