Nel crepuscolo del 1917, mentre Verdun sanguina sotto il peso della Grande Guerra, un’ombra aliena si staglia nei cieli. La dottoressa Brunhild Stahlmüller, mente brillante e cuore indomito, osserva il caos dal suo laboratorio. Il suo triplano, il “Belzebù rosso”, un prodigio di ingegneria terrestre fusa con relitti extraterrestri, ruggisce pronto a sfidare l’invasore. Non è solo una battaglia per la Terra, ma un viaggio verso l’ignoto, dove il nemico, il Maestro di scacchi, attende come un’oscura divinità. Con un ruggito, Brunhild si lancia nel vuoto stellare, ignara che il vero burattinaio osserva ogni mossa. Questo è 1917 – The Alien Invasion DX Remastered, un bullet hell che mescola storia, fantascienza e psichedelia, disponibile esclusivamente su PlayStation 5 in edizione fisica e digitale, firmato Andrade Games e pubblicato da Red Art Games. Originariamente rilasciato su PC tramite Steam nel 2016 e su Nintendo Switch nel 2018, questa rimasterizzazione esclusiva per PS5 cerca di rinnovare un classico di nicchia. Ma riesce a elevare il titolo originale a nuove altezze, o rimane un’eco di un’epoca arcade ormai lontana?
Un tuffo nella psichedelia bellica
La premessa di 1917 – The Alien Invasion DX Remastered è tanto audace quanto surreale. Ambientato in un 1917 alternativo, il gioco intreccia il dramma della Prima Guerra Mondiale con un’invasione aliena catastrofica. La dottoressa Stahlmüller, armata di un triplano potenziato da tecnologie aliene, diventa l’ultima speranza dell’umanità. La narrazione, pur semplice, è arricchita da intermezzi che oscillano tra il grottesco e il tragico, con dialoghi sottotitolati (purtroppo non in italiano) che accentuano l’atmosfera volutamente sopra le righe. La storia si dipana attraverso otto livelli, ciascuno culminante in scontri con boss mastodontici, che richiedono riflessi fulminei e una memoria d’acciaio per decifrare i loro intricati pattern di attacco. L’idea di portare la guerra terrestre nello spazio, fino a un’antica civiltà aliena, è un gancio narrativo potente, anche se il tono volutamente esagerato potrebbe non piacere a chi cerca una trama più sobria.
Meccaniche affilate, ma non per tutti
Sul fronte del gameplay, 1917 – The Alien Invasion DX Remastered si presenta come un bullet hell puro, fedele alla tradizione degli shoot ‘em up arcade. Il giocatore controlla il triplano di Brunhild, scegliendo tra diverse varianti sbloccabili, ciascuna con peculiarità che influenzano velocità e potenza di fuoco. Il sistema di sparo si divide in due modalità: un fuoco leggero, agile e preciso, e un fuoco pesante, devastante ma penalizzante per la mobilità. Questa dualità aggiunge profondità tattica, costringendo a bilanciare attacco e difesa mentre si naviga tra sciami di proiettili. Un attacco speciale, denominato “Valchiria”, consente di scatenare una tempesta distruttiva, utile per sfuggire a situazioni disperate. Tuttavia, la difficoltà è spietata: il triplano può incassare pochissimi colpi prima di esplodere, e ogni errore riporta al checkpoint iniziale della fase. Le vite illimitate mitigano la frustrazione, ma l’assenza di opzioni di difficoltà rende il titolo ostico per i neofiti. I veterani, invece, troveranno pane per i loro denti nella necessità di memorizzare gli schemi nemici, un richiamo ai classici come Ikaruga o R-Type. Purtroppo, la scarsità di modalità – una campagna standard e una variante “Hard” sbloccabile – limita la longevità, lasciando i giocatori affamati di contenuti aggiuntivi.
Un’estetica che incanta e disorienta
L’aspetto tecnico di 1917 – The Alien Invasion DX Remastered è un trionfo di pixel art, che rende omaggio alle sale giochi degli anni ‘80 e ‘90. I fondali, che spaziano dalle trincee devastate agli abissi cosmici, sono ricchi di dettagli, mentre i nemici – dai droni alieni ai boss gargantueschi – sfoggiano un design che fonde orrore biomeccanico e stravaganza retrò. La colonna sonora psichedelica, con ritmi elettronici e melodie sintetiche, avvolge il giocatore in un’atmosfera ipnotica, amplificando l’intensità dell’azione. Tuttavia, la rimasterizzazione non introduce miglioramenti grafici significativi rispetto alla versione DX del 2016, limitandosi a ottimizzazioni per PlayStation 5. Il gioco scorre fluido, senza cali di frame rate, ma l’assenza di funzionalità avanzate, come il supporto al feedback aptico del DualSense, rappresenta un’occasione persa. Inoltre, alcune scelte estetiche, come le cutscene volutamente crude, potrebbero risultare eccessive per chi non apprezza l’approccio provocatorio.
Un viaggio per pochi eletti
1917 – The Alien Invasion DX Remastered è un titolo che vive di contrasti. Da un lato, celebra la tradizione dei bullet hell con meccaniche rifinite e un’estetica unica; dall’altro, la sua difficoltà implacabile e la mancanza di varietà lo rendono un’esperienza di nicchia. È un gioco che non fa prigionieri, pensato per chi trova piacere nel perfezionare ogni movimento e nel superare sfide apparentemente insormontabili. I fan degli shoot ‘em up troveranno in questo titolo un viaggio nostalgico, ma anche una prova di resistenza. Per il grande pubblico, però, la barriera d’ingresso potrebbe essere troppo alta, e la sensazione di ripetitività rischia di emergere dopo poche ore. Andrade Games e Red Art Games hanno creato un’opera che osa, ma che non sempre riesce a bilanciare ambizione e accessibilità. Resta, tuttavia, un esempio di come il medium videoludico possa trasformare un’idea folle in un’esperienza memorabile, anche se non per tutti.
