Sono passati cinque anni dal tragico incendio che ha colpito la Kyoto Animation e l’impatto della tragedia si ripercuote ancora sull’industria degli anime. Nonostante la sua eredità di produttore tra i più prestigiosi del Giappone, alcuni si chiedono se la Kyoto Animation sia riuscita a mantenere il livello di eccellenza che la caratterizzava in passato. Un recente articolo pubblicato da DAILY SHINCHO ha puntato i riflettori sull’evoluzione dello studio, scatenando un dibattito tra i fan sul fatto che l’azienda sia cambiata negli ultimi anni.
Negli anni 2000, Kyoto Animation è stata responsabile di una serie di successi che hanno formato un’intera generazione di fan degli anime. La sua capacità di creare “anime divini” (cioè con una qualità di animazione sublime) è stata ampiamente riconosciuta e molte delle sue produzioni sono diventate dei punti di riferimento per la qualità visiva. I fan trentenni e quarantenni ricordano con nostalgia quell’epoca d’oro.
Tuttavia, secondo l’articolo, sembra che le nuove generazioni di fan degli anime, soprattutto quelle di 10 e 20 anni, non conoscano le opere della Kyoto Animation. Invece, studi come MAPPA (Jujutsu Kaisen) e Ufotable (Demon Slayer – Kimetsu no yaiba) hanno attirato l’attenzione dei più giovani, che associano il termine “animazione divina” a queste aziende piuttosto che alla Kyoto Animation.
Questo cambiamento di percezione è diventato evidente dopo la recente trasmissione della terza stagione di Sound! Euphonium, uno dei titoli di punta della Kyoto Animation. Sebbene la serie sia stata generalmente ben accolta, con commenti sui social media, ci sono state anche voci critiche tra i fan di lunga data. Alcuni hanno detto che, anche se è difficile dirlo ad alta voce, hanno notato un calo nella qualità dell’animazione, un colpo inaspettato per chi segue lo studio da anni.
I commenti della comunità a questo articolo non si sono fatti attendere:
- “Dovrebbero continuare a produrre Nichijou per sempre”.
- “Sembra che gli studi di Tokyo attraggano più giovani donne di talento e promettenti animatori stranieri”.
- “È crudele sperare che la Kyoto Animation torni ai suoi tempi d’oro”.
- “Non mi piaceva molto la Kyoto Animation nei primi anni 2000, quando era famosa per animare bene opere minori”.
- “Penso che anche prima dell’incidente non riuscissero a creare nulla di impressionante”.
- “Sono diventati famosi negli anni 2000 per la buona animazione delle serie in seconda serata. Al giorno d’oggi, qualsiasi studio che non abbia gravi problemi di produzione può raggiungere quella qualità, quindi hanno perso quel vantaggio”.
- “Alla gente non interessa più chi produce anime, a meno che non si tratti di uno studio con uno stile molto forte, come Madhouse o Trigger”.
- “Suzumiya Haruhi e quelle serie sono uscite 15 anni fa, quindi non mi sorprende che non le abbiano viste. Forse hanno visto Violet Evergarden”.
- “Il boom di KyoAni è stato fino ai primi anni 2010, è normale che sia cambiato”.
Il dibattito sull’evoluzione di Kyoto Animation e sul suo posto nell’industria degli anime contemporanea rimane un tema caldo. Sebbene l’azienda abbia lasciato un segno indelebile nella storia degli anime, la questione se possa continuare a innovare e a catturare l’immaginazione delle nuove generazioni è in sospeso.
Fonti consultate: Kudasai.