Si è spento il 24 aprile, all’età di 73 anni, l’illustratore giapponese Namio Harukawa. Artista dalla lunga e singolare carriera, Harukawa è conosciuto per le sue rappresentazioni a carattere femdom, raffiguranti donne dalle caratteristiche fisiche voluttuose e giunoniche nell’atto di dominare uomini deboli e meno robusti ridotti in condizioni di sottomissione. Curiosamente le donne rappresentate da Harukawa hanno tratti asiatici od occidentali, più raramente africane, mentre le figure maschili hanno sempre tratti asiatici.
A volte controverso, ma più spesso ammirato per la sua genialità e la sua perfetta padronanza dell’anatomia umana, delle ombre e della luce, Harukawa è stato uno degli illustratori considerati tra i più sovversivi dell’Arcipelago. Negli anni Settanta, in particolare, si dilettò a raffigurare scene erotiche, a volte macabre, a volte umoristiche, in cui donne dalle forme generose si sedevano sui volti di uomini piccoli e sgraziati, diffondendo così la pratica del facesitting.
Nato a Osaka nel 1947, Namio Harukawa è in realtà uno pseudonimo: Namio è l’anagramma di Naomi, il primo nome dell’eroina del romanzo L’amore di uno sciocco di Jun’ichirō Tanizaki, mentre Harukawa deriva dal nome dell’attrice giapponese Masumi Harukawa.
Sebbene le sue opere siano rimaste a lungo rivolte agli appassionati del genere, Namio Harukawa ha poi riscosso un clamoroso successo di pubblico, esponendo nel 2013 una serie di 71 disegni al Museo dell’Erotismo di Parigi (chiuso il 7 novembre 2016). La maggior parte delle illustrazioni sono state tratte dal suo libro Garden of Domina, la storia della direttrice di un’azienda di cosmetici che domina sessualmente i suoi dipendenti.
Fonti consultate: Nautiljon.