C’è qualcosa di irripetibile nei videogiochi degli anni ’80: una purezza di intenti, un’idea semplice che si trasformava in sfida eterna. Boulder Dash era uno di quei titoli: nato nel 1984 dal genio di Peter Liepa e Chris Gray, ha segnato la storia dei primi home computer e delle sale giochi casalinghe. Oggi, con Boulder Dash 40th Anniversary Edition, BBG Entertainment decide di riportare alla luce quel fascino antico, modernizzandolo con nuovi mondi, strumenti creativi ed extra che proiettano il titolo oltre la semplice operazione nostalgia.
Un’eredità che non invecchia
Questa edizione celebrativa si distingue per la ricchezza contenutistica. Accanto a 60 livelli rimasterizzati provenienti da Boulder Dash I, II e III, trovano spazio 180 scenari inediti, sei nuovi mondi e tre ulteriori creati da membri storici della community. A completare l’offerta, ci sono anche i classici originali con grafica Atari e C64, riproposti con la loro crudezza 8-bit. Giocare quelle mappe oggi ha un fascino intatto, quasi archeologico, e rappresenta un valore aggiunto che da solo giustificherebbe l’esistenza di questa edizione.
Non meno importante la presenza dell’editor di livelli: uno strumento potente e intuitivo che consente di creare caverne personalizzate e condividerle online. È qui che Boulder Dash 40th Anniversary Edition supera la mera rievocazione storica, aprendosi a possibilità di gioco praticamente infinite. Tra nostalgia e creatività, il titolo dimostra di saper parlare tanto agli appassionati di lunga data quanto a chi si avvicina per la prima volta.
Tra musica, controlli e nuove sfide
Sul fronte tecnico, il lavoro di rinnovamento ha restituito un gameplay più solido rispetto all’edizione del 30º anniversario. I movimenti risultano meno “galleggianti”, con un impatto più concreto e vicino alla sensazione dei capitoli originali, ma al tempo stesso levigati dalla fluidità moderna. La colonna sonora firmata da Chris Huelsbeck, celebre per aver composto le musiche di Turrican e Great Giana Sisters, accompagna le partite con discrezione, senza mai risultare invasiva.
Non mancano tuttavia i difetti. Il principale riguarda la gestione della telecamera, che in certe situazioni fatica a seguire il personaggio con la giusta prontezza, specialmente nei livelli classici. La sensazione è quella di un operatore in ritardo di un paio di battute, con l’inquadratura che talvolta “traballa” durante i cambi di direzione. Un dettaglio che non compromette l’esperienza, ma che spezza l’armonia di un gameplay altrimenti calibrato con cura.
Un classico reinventato
Nel complesso, Boulder Dash 40th Anniversary Edition rappresenta una delle edizioni più complete e riuscite nella storia del franchise. È fedele alle origini, arricchita da nuove sfide e resa virtualmente infinita dall’editor e dal supporto della community. Il gioco resta ciò che è sempre stato: immediato da apprendere, ma capace di offrire profondità e soddisfazioni solo a chi accetta di affrontarne la crescente complessità.
Il fascino sta anche in questo: un titolo che, a quarant’anni di distanza, continua a trasmettere quella sensazione di freschezza ludica che apparteneva alla sua epoca, ma senza rinunciare ad alcune migliorie che lo rendono più adatto al pubblico di oggi.
Boulder Dash 40th Anniversary Edition è quindi una celebrazione autentica e generosa, capace di parlare al cuore dei veterani e di attrarre chi cerca un puzzle game logico e impegnativo. Alcune sbavature tecniche non ne intaccano l’essenza, e la mole di contenuti lo rende il punto di riferimento definitivo per chiunque voglia immergersi nel mondo dei diamanti e delle frane digitali.
















