In un’afosa serata americana, mentre il ronzio dei riflettori illumina un palco di dibattito presidenziale, una giovane donna, smarrita nei corridoi del backstage, si imbatte in un’insolita combriccola: sei gatti, impeccabili nei loro completi sartoriali, discutono con fervore di politiche fiscali e strategie elettorali. Non è un sogno febbrile, ma l’incipit di Cat President: A More Purrfect Union, una visual novel che mescola satira politica, romanticismo e un’abbondante dose di umorismo felino. Sviluppato da Oh, a Rock! Studios e pubblicato da Penguin Pop Games, il titolo è disponibile su Nintendo Switch, Xbox, PlayStation 4 e PlayStation 5, dopo aver conquistato un discreto seguito nella sua incarnazione originale per computer. Ma può un gioco che affida le redini della politica a candidati a quattro zampe mantenere alta l’attenzione del giocatore, o rischia di perdersi in una ciotola di battute ripetitive?
Una premessa che miagola originalità
La trama di Cat President si fonda su un’ipotesi tanto assurda quanto accattivante: vent’anni fa, un collasso politico ha spinto la Corte Suprema a bandire gli umani dalla politica americana, lasciando campo libero ai gatti. In questo universo alternativo, le primarie si tengono in stati dai nomi irresistibilmente felini – Meowa, New Clawshire, South Catolina – e i partiti tradizionali sono stati sostituiti dai Fancy Furballs e dagli Sharpclaws. Nei panni di un’adolescente in cerca di lavoro dopo un sogno universitario infranto, il giocatore si ritrova catapultato nel ruolo di manager elettorale per uno dei sei candidati gatti, ciascuno con una personalità distinta e una trama romantica intrecciata alla campagna presidenziale. Da Kale, il candidato sottovalutato ma pieno di potenziale, a Thunderpaw, un politicante aggressivo che non risparmia colpi bassi, ogni gatto offre un percorso narrativo unico, arricchito da oltre 350 pagine di dialoghi che spaziano dall’umorismo slapstick alla parodia politica.
L’approccio narrativo è volutamente leggero, con una sceneggiatura che non si prende mai troppo sul serio. La possibilità di intrecciare una relazione amorosa con il proprio candidato aggiunge un elemento da dating sim, rendendo il gioco un ibrido che cerca di bilanciare la satira con dinamiche relazionali. Tuttavia, la satira politica, pur presente, tende a rimanere in superficie, evitando riferimenti troppo specifici per non risultare datata. Questo approccio, se da un lato garantisce una certa universalità, dall’altro limita la capacità del gioco di mordere con la forza di una critica davvero pungente, lasciando che l’umorismo si affidi più alle gag feline che a un’analisi approfondita del sistema politico.
Estetica e tecnica: un micio funzionale
Dal punto di vista tecnico, Cat President non ambisce a rivoluzionare il genere delle visual novel. La grafica, in stile anime con un tocco fotografico, è gradevole ma non particolarmente elaborata, con fondali statici e sprite dei personaggi che variano per esprimere emozioni. I gatti, adornati con parrucche e accessori improbabili, strappano più di un sorriso, ma l’animazione è ridotta al minimo, coerentemente con le convenzioni del genere. La colonna sonora, un mix di melodie leggere e motivetti orecchiabili, accompagna adeguatamente la narrazione senza mai rubare la scena, mentre gli effetti sonori – dai miagolii ai rumori di una campagna elettorale – aggiungono un tocco di vivacità.
Un aspetto tecnico degno di nota è l’interfaccia utente, intuitiva e ben integrata, con finestre di testo che guidano il giocatore attraverso le scelte senza intoppi. Tuttavia, un limite significativo è l’assenza di una localizzazione in italiano: il gioco è interamente in inglese, con dialoghi parlati e sottotitolati, il che potrebbe scoraggiare una fetta di pubblico non a proprio agio con la lingua. Questo difetto, unito alla semplicità del gameplay – ridotto alla selezione di scelte che influenzano principalmente il finale – rende Cat President un’esperienza accessibile ma non particolarmente profonda dal punto di vista ludico.
Scelte e rigiocabilità: un gatto per ogni stagione
Il cuore pulsante di Cat President risiede nella sua struttura a percorsi multipli. Ogni gatto candidato offre una trama distinta, con decine di scelte che determinano l’esito della campagna e della relazione con il protagonista. Da DJ Nibbles, un gattino entusiasta ma distratto, a Rover, un candidato con comportamenti curiosamente canini, i personaggi sono ben caratterizzati, anche se la coerenza narrativa tra i percorsi può risultare altalenante. Le scelte, segnalate da un effetto sonoro che indica se sono “corrette”, conducono a uno dei tre finali disponibili per ciascun candidato, ma la loro influenza è limitata al risultato finale, rendendo la rigiocabilità più un esercizio di completismo che una scoperta di nuovi risvolti narrativi.
Rispetto a titoli come Hatoful Boyfriend, che riesce a sorprendere con un’evoluzione narrativa inaspettata, Cat President rimane ancorato alla sua premessa iniziale, senza osare cambi di registro o colpi di scena significativi. Ciò non toglie che le circa sei ore di contenuto, suddivise tra i vari percorsi, offrano una lettura scorrevole e divertente, con battutte che spaziano dal gioco di parole felino a momenti di genuina ilarità. Il prezzo contenuto, soprattutto in offerta, rende il gioco un’opzione allettante per gli amanti delle visual novel che non cercano un’esperienza complessa ma desiderano una parentesi leggera e spensierata.
Un misto di fusa e graffi
In definitiva, Cat President: A More Purrfect Union è un titolo che brilla per la sua originalità concettuale ma non riesce a sfruttare appieno il potenziale della sua premessa. La satira politica, pur divertente, manca di mordente, e la semplicità del gameplay potrebbe lasciare insoddisfatti i giocatori in cerca di maggiore interattività. Tuttavia, la scrittura vivace, i personaggi memorabili e l’umorismo felino rendono l’esperienza godibile, soprattutto per chi apprezza il genere delle visual novel e non si lascia scoraggiare dall’assenza di una traduzione in italiano. Penguin Pop Games e Oh, a Rock! Studios consegnano un gioco che, pur non raggiungendo le vette di altri titoli del genere, sa intrattenere con il suo brio e la sua stravaganza.
