In una notte senza luna, tra le rovine di una città che un tempo pulsava di vita, un manipolo di soldati d’élite si muove furtivo, il peso delle loro scelte gravato da un complotto che minaccia di spezzare le ultime vestigia di libertà. È qui, in un’Europa orientale immaginaria, che Chains of Freedom, creato da Nordcurrent Labs, getta il giocatore in un vortice di strategia, intrighi e dilemmi morali. Disponibile su PC tramite Steam, Epic Games Store e GOG, oltre che su Xbox Series X|S, PlayStation 4 e PlayStation 5, questo RPG tattico a turni si propone come un’esperienza intensa, capace di intrecciare un’ambientazione post-apocalittica a una narrazione densa di ambiguità etiche. Ma riesce davvero a mantenere le promesse di un mondo in cui ogni decisione conta?
Un mondo in bilico tra caos e speranza
La premessa narrativa di Chains of Freedom è tanto avvincente quanto inquietante: un governo al collasso, uno scienziato folle che sperimenta sieri per il controllo mentale e una nazione sull’orlo della rovina. Il giocatore guida una squadra militare incaricata di svelare una cospirazione che si dipana attraverso missioni dense di tensione. L’Europa orientale immaginata da Nordcurrent Labs è un mosaico di paesaggi desolati, da città ridotte a cumuli di macerie a laboratori nascosti tra foreste nebbiose, fino a basi militari fortificate che trasudano un senso di oppressione. L’atmosfera, cupa e palpabile, è uno dei punti di forza del titolo, capace di immergere il giocatore in un universo dove la sopravvivenza è un atto di resistenza quotidiana. Tuttavia, la narrazione, pur intrigante, inciampa in alcuni momenti: i personaggi, sebbene ben delineati nelle loro motivazioni, mancano talvolta di uno sviluppo emotivo che li renda memorabili, e le scelte morali, pur presenti, non sempre hanno il peso narrativo promesso, lasciando una sensazione di potenzialità inespressa.
Strategia e sacrificio: il cuore del gameplay
Al centro dell’esperienza di Chains of Freedom troviamo un sistema di combattimento tattico a turni che premia la pianificazione meticolosa e l’adattabilità. Ogni missione richiede di sfruttare al meglio il posizionamento, la copertura e le abilità uniche dei membri della squadra, in un contesto dove un singolo errore può capovolgere l’esito della battaglia. La gestione delle risorse è un elemento chiave: le munizioni scarseggiano, i kit di guarigione sono preziosi, e oggetti come bombe Molotov o esplosivi devono essere utilizzati con parsimonia. L’arsenale a disposizione è vario e sorprendente, spaziando da armi convenzionali come mortai e lanciafiamme fino a strumenti più inusuali, come ganci da macellaio o accette, che aggiungono un tocco di personalità al gameplay. Un sistema di biocristalli consente di personalizzare le abilità dei personaggi, offrendo una progressione che mantiene il combattimento fresco e stimolante. Tuttavia, il bilanciamento non è sempre impeccabile: alcune configurazioni risultano eccessivamente potenti, mentre altre appaiono sottodimensionate, suggerendo la necessità di un ulteriore lavoro di rifinitura. Nonostante ciò, le battaglie riescono a trasmettere un senso di urgenza e rischio che rende ogni vittoria soddisfacente.
Un’estetica opprimente, ma non senza difetti
Dal punto di vista tecnico, Chains of Freedom si distingue per un’estetica che privilegia l’atmosfera rispetto al puro virtuosismo grafico. I paesaggi urbani devastati, le foreste avvolte dalla nebbia e i bunker claustrofobici sono resi con un’attenzione al dettaglio che, pur non raggiungendo i vertici della generazione attuale, riesce a catturare l’essenza di un mondo in rovina. La colonna sonora, sobria ma efficace, accompagna l’azione con toni che evocano tensione e desolazione, mentre gli effetti sonori ambientali, dai crepitii delle fiamme al clangore del metallo, arricchiscono l’immersione. Meno convincente è il doppiaggio, che, pur di buona qualità, non riesce a lasciare un’impronta duratura, un’occasione mancata considerando la gravità dei temi trattati. Sul fronte dei controlli, il gioco si comporta adeguatamente su console, con un’interfaccia chiara e una telecamera fluida, ma non è esente da piccoli difetti: il pathfinding dei personaggi può risultare impreciso in ambienti complessi, e l’assenza di localizzazione in italiano rappresenta una barriera per i giocatori meno avvezzi alle lingue straniere.
L’eredità di una libertà conquistata a caro prezzo
Chains of Freedom si pone come un titolo ambizioso, capace di offrire un’esperienza tattica profonda e un’ambientazione che cattura l’immaginazione. La sua forza risiede nella capacità di coniugare strategia e narrazione in un contesto dove ogni scelta sembra avere un costo. Tuttavia, alcune asperità, come il bilanciamento non sempre ottimale e una narrazione che non sfrutta appieno il suo potenziale, impediscono al gioco di raggiungere l’eccellenza16 rimandano a un difetto che Nordcurrent Labs ha saputo sfruttare con intelligenza, offrendo un’esperienza che, pur non priva di limiti, merita l’attenzione degli appassionati di RPG tattici. Per chi cerca un’avventura che unisca strategia, atmosfera e dilemmi morali, Chains of Freedom rappresenta una proposta solida, capace di regalare momenti di grande soddisfazione, a patto di accettare qualche compromesso.
