Voler raccontare una rinascita. Partire dalle ceneri della propria vita per ricostruire un vissuto e intrecciarlo a quello degli altri. È questa la consapevolezza che ha mosso i disegni di Minetaro Mochizuki, il mangaka che ha firmato i quattro volumi di Chiisakobe, una narrazione luminosa e delicata, vincitrice del Prix de la série al Festival d’Angoulême 2017, uno dei più importanti riconoscimenti in ambito fumettistico del mondo Occidentale. J-POP Manga ha deciso di portare la serie in Italia: il primo dei quattro volumi sarà disponibile in fumetteria e in libreria, il prossimo 28 febbraio.
Minetaro Mochizuki, classe 1964, nasce come grafico e designer. La sua passione per i manga lo spinge ad andare oltre l’art direction e a dedicarsi al disegno. Ma è solo nel 2013, quando sente di essere un mangaka più maturo, che decide di adattare il romanzo di Shūgorō Yamamoto, scrittore giapponese della prima metà del secolo scorso, autore, assieme ad Akira Kurosawa della sceneggiatura di pellicole come Sanjuro, Dodes’ka den e Barbarossa, nell’omonimo manga Chiisakobe.

“In Chiisakobe – ha dichiarato Minetaro Mochizuki in un’intervista rilasciata al portale francese du9 – c’è una ricerca, una destinazione. Questo è il motivo per cui ho pensato di lavorare su una narrativa esistente. È stata una sfida per me. Non è una pratica comune, ma capita di tanto in tanto, che i lavori di letteratura finiscano per essere adattati in forma di manga”.
La storia originale è di sole 70 pagine, ma è stata un discreto successo per Yamamoto. Fu adattata anche in un film, in un dramma teatrale e in una serie TV. La vicenda è simile a quella trattata da Mochizuki, anche se il racconto originale è ambientato nel 1600, mentre il mangaka disegna il mondo contemporaneo.
“Per essere onesti – spiega Mochizuki – ho esitato molto prima di decidere di ambientare la storia in un tempo più moderno. Inizialmente, volevo mantenere l’ambientazione medievale. Ho fatto diversi tentativi, quattro in totale, ma c’era sempre qualcosa che non funzionava e sono giunto alla conclusione che la versione contemporanea fosse la migliore”.
La trama di Chiisakobe
Il protagonista, Shigeji, si ritrova improvvisamente senza casa e senza genitori. L’idea iniziale è quella di chiudersi nel suo guscio, compiere un’involuzione, come suggerisce anche una delle prime vignette in cui è in posizione fetale. Umanità e forza di volontà sono gli ingredienti che lo faranno emergere dal proprio dolore e dalla propria apatia. Ma parte solo. Solo contro tutti a voler ricostruire la ditta bruciata nell’incendio, a voler continuare i progetti e prendersi cura degli operai. L’incendio però non ha distrutto solo la casa dei suoi genitori e la fabbrica, ma anche altre strutture tra cui l’orfanotrofio di quartiere. Per evitare che i bambini rimangano in mezzo alla strada, Ritsu (amica di infanzia) propone di ospitarli tutti a casa del protagonista promettendo che si sarebbe occupata lei di tutto. Il duro e granitico animo di Shigeji dovrà decidere se aprirsi a un orizzonte più ampio rispetto al proprio dramma personale.