Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato lunedì 25 maggio la revoca dello stato di emergenza in tutto il Giappone, dove la pandemia di coronavirus ha causato 839 vittime, richiamando l’attenzione sull’aspetto “spaventoso” del virus che “continuerà a esistere intorno a noi e ricomincerà a diffondersi se allentiamo la nostra vigilanza”.
Lo stato di emergenza, dichiarato per la prima volta all’inizio di aprile in sette dipartimenti giapponesi, è stato esteso a tutto il Paese dieci giorni dopo, consentendo ai governatori locali di chiedere agli abitanti di evitare uscite non necessarie e ad alcune imprese di cessare o limitare le loro attività. Inizialmente previsto per un mese, lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 maggio e gradualmente eliminato. A partire da giovedì 21 maggio, l’emergenza è stata limitata a Tokyo e a tre aree limitrofe che ospitano più di 35 milioni di persone e la metà dei 16.600 casi totali del Giappone, oltre all’isola settentrionale di Hokkaido.
Il gruppo di esperti che ha fornito consulenza al governo del Giappone durante la pandemia ha stabilito che l’attuale situazione non richiedesse l’ulteriore mantenimento del Paese in stato di emergenza. Uno degli obiettivi prefissati, un numero di nuovi casi di infezione a settimana inferiore a 0,5 per 100.000 abitanti, è stato raggiunto a Tokyo (0,36 tra lunedì e domenica scorsa) e in altri due reparti, ma rimane leggermente superiore nella regione di Yokohama e in Hokkaido. Sottolineando la severità dei criteri di emergenza a cui sono stati sottoposti i cittadini nipponici, Shinzo Abe ha elogiato “la forza del modello giapponese” che ha permesso loro di rispettarli, nonostante non fossero previste sanzioni in caso di inadempienza.
Una prima fase di “deconfinamento”
Concretamente, secondo il piano annunciato venerdì dal governatore di Tokyo, Yuriko Koike, la prima fase del “deconfinamento” dovrebbe consentire la graduale riapertura nella capitale giapponese di scuole, musei e biblioteche, l’apertura di bar e ristoranti fino alle 22:00 (invece che alle 20:00 come durante lo stato di emergenza) e la ripresa degli eventi sportivi senza spettatori.
La seconda fase, che potrebbe iniziare già il 30 maggio, prevede la ripresa dell’attività nelle sale cinematografiche, nei teatri e nella maggior parte dei negozi. Una terza fase prevede la riapertura di parchi di divertimento, sale giochi, cybercafé e l’orario di apertura dei ristoranti prolungato fino a mezzanotte. Le attività notturni (karaoke, sale da concerto) e i palazzetti dello sport rimarranno chiusi fino a nuovo avviso.
Confini chiusi fino a nuovo ordine
Come in altri Paesi, questo “deconfinamento” dovrà essere accompagnato da un “nuovo modo di vivere”, come ha ribadito Shinzo Abe, dove l’uso delle mascherine protettive, la distanza sociale e il telelavoro saranno centrali. Mentre il provvedimento sta gradualmente consentendo la ripresa delle attività, il Giappone è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità e le autorità, in molte delle aree in cui lo stato di emergenza è già stato revocato, hanno invitato i residenti a limitare i loro spostamenti, in particolare nelle aree metropolitane di Tokyo e Osaka. Il ministro della rivitalizzazione economica, Yasutoshi Nishimura, ha consigliato ai residenti di evitare di attraversare i confini della loro areea almeno fino alla fine del mese.
La preoccupazione per la ripresa economica rimane, quindi, particolarmente elevata: il Giappone è entrato in recessione nel primo trimestre dell’anno e si prevede che continuerà a soffrire dei nefasti effetti della pandemia da Covid-19. Shinzo Abe ha annunciato nuove misure, in particolare per consentire ai commercianti in difficoltà di pagare l’affitto.
Il turismo estero, che in aprile è diminuito del 99,9% rispetto all’anno scorso, rimarrà fermo fino a nuovo avviso, così come i viaggi d’affari: i confini dell’Arcipelago sono ancora chiusi ai non giapponesi che hanno transitato nelle ultime due settimane in circa 100 Paesi, tra cui Cina, Corea del Sud, la maggior parte dei Paesi europei e Nord America e l’esenzione dal visto è stata sospesa.
La popolarità di Shinzo Abe ai minimi storici dal 2012
Il governo giapponese non beneficerà politicamente di questo deconfinamento: secondo un sondaggio condotto questo fine settimana dal quotidiano Asahi, solo il 29% della popolazione nipponica si fida dell’operato delle autorità, il punteggio più basso da quando Shinzo Abe è tornato al potere nel 2012. Circa il 57% degli intervistati giudica negativamente le misure di sostegno economico alle famiglie e alle imprese e la politica dei test immunologici, considerata insufficiente. La decisione del primo ministro di inviare due mascherine di stoffa a tutte le famiglie del Paese ha suscitato anche rabbia e scherno: l’iniziativa che è stata rapidamente soprannominata “abenomask”, un riferimento sarcastico alla politica economica “abenomica” avviata dal leader all’inizio del suo mandato.
La reputazione di Shinzo Abe è stata anche macchiata dall’ennesimo scandalo politico: il primo ministro del Giappone è accusato di voler minare la separazione dei poteri attraverso un disegno di legge sull’età pensionabile dei pubblici ministeri. L’alto procuratore al centro di questo scandalo di favoritismi, che è vicino al primo ministro, è stato costretto a dare le dimissioni la scorsa settimana dopo che un settimanale ha rivelato di aver rotto l’isolamento per giocare a mahjong con i giornalisti.
Fonti consultate: Nautiljon.