Ha destato scalpore la rivisitazione del logo dei Giochi della XXXII Olimpiade di Tokyo pubblicata sul primo numero della rivista giapponese Shimbun, house organ del Club giapponese dei corrispondenti esteri (FCCJ).
L’armoniosa scacchiera bianca e blu del logo di Tokyo 2020 integrata nella minacciosa rappresentazione del coronavirus: l’immagine che ha scioccato il Giappone, che condividiamo poco sotto, è stata definita da un portavoce del comitato organizzatore dei giochi olimpici 2020 “molto deludente”.
A seguito delle critiche, gli autori dell’illustrazione sono stati costretti a scusarsi pubblicamente, mentre la dissacrante vignetta è stata rimossa dal sito web ufficiale del The Foreign Correspondents’ Club of Japan.
“Stiamo vivendo tutti insieme questa crisi e la copertina della nostra rivista ha offeso alcune persone nel Paese che ci ospita, il Giappone”, ha dichiarato Khaldon Azhari, presidente della FCCJ, prima di offrire “il suo sincero rammarico”.
La pandemia di coronavirus ha costretto gli organizzatori e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a posticipare di un anno le Olimpiadi di Tokyo, che si sarebbero dovute svolgere quest’estate nella capitale giapponese. In Giappone ci sono stati 16.000 casi confermati di infezione da Covid-19 e 749 decessi.
Il capo del comitato organizzatore delle olimpiadi di Tokyo, Toshiro Muto, ha espresso il suo sollievo dopo la decisione della FCCJ: “Crediamo che questa sia la risposta appropriata, è la risposta che stavamo aspettando”, ha dichiarato ai media.
“L’iniziativa non è stata particolarmente gradita dagli atleti che vogliono partecipare ai Giochi olimpici il prossimo anno e che stanno lavorando duramente ogni giorno per esserci”, ha affermato Masa Takaya, responsabile pubbliche relazioni di Tokyo 2020. Takaya ha, inoltre, sottolineato come l’appropriazione indebita del logo potrebbe esporre i responsabili ad azioni legali per violazione della proprietà intellettuale.
Il logo di Tokyo 2020, soprannominato la scacchiera dell’armonia, è stato svelato nel 2016 dagli organizzatori dei Giochi della XXXII Olimpiade, in sostituzione del simbolo precedente, troppo simile a quello di un teatro di Liegi, in Belgio.
Fondato nel 1945 da giornali, telegrafi, riviste, giornalisti radiofonici e fotografi arrivati in Giappone dopo la fine della guerra del Pacifico, il FCCJ è oggi un importante hub non solo per i giornalisti giapponesi, ma anche per le centinaia di altri corrispondenti provenienti dall’estero che sono arrivati in aereo dopo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo 2011 nella regione giapponese di Tohoku. Oltre a una serie di conferenze stampa, che costituisce il fulcro delle attività del club, il FCCJ offre ai membri della stampa internazionale una biblioteca, un’aula di lavoro, una sala da pranzo e numerose strutture per facilitarne il lavoro.
Fonti consultate: Nautiljon.