Misteri irrisolti, domande a cui è impossibile dare risposta, legittimi dubbi e bizzarri trovate dall’oscura genesi, rendono le serie animate giapponesi degli anni Settanta e Ottanta, in modo particolare quelle legate all’universo di genere mecha e sci-fi, un’inesauribile miniera dalla quale attingere per generare fervidi dibattiti mai démodé tra gli appassionati. A patto, comunque, di non prendersi troppo sul serio.
Triva #01
Serie animata: UFO Robot Goldrake (Toei Animation, Dynamic Planning, 1975-1977).

Durante la discesa dalla cabina di pilotaggio dello Spacer a quella del possente Goldrake, Actarus percorre il futuristico corridoio di raccordo tra le due unità, rimanendo saldamente “ancorato” alla sua iper accessoriata poltrona di comando. La sedia mobile, a un terzo del percorso, ruota di 180°, per poi avanzare ancora di un terzo, ruotare nuovamente di 180° e raggiungere finalmente l’abitacolo collocato nella testa del Super Robot, pronto a sganciarsi dal disco.

Molte ipotesi sono state formulate negli anni dai fan della serie, riguardo il reale motivo di un simile e (almeno all’apparenza) pleonastico movimento rotatorio: una delle teorie più accreditate riporta come indispensabile la doppia giravolta del seggiolino di Duke Fleed, per favorirne il probabile agganciamento/avvitamento a ipotetici perni/guide di sostegno che ne facilitino il trasferimento da un piano all’altro del disco spaziale.
Un’altra supposizione, formalmente avallata dallo stesso Go Nagai (autore del manga originale) durante un incontro con il pubblico, individua nella doppia rotazione un aiuto fondamentale all’eroico pilota, onde evitare il traumatico contraccolpo dovuto all’elevatissima accelerazione durante la discesa dallo Spacer. Ecco come Enciclorobopedia riporta le parole del sensei:
Vista l’enorme velocità e l’enorme spostamento d’aria compressa provocati dalla slitta all’interno del canale di spostamento, è ovvio considerare una giravolta che porti di schiena il pilota altrimenti vedremmo lo stesso Duke Fleed privo di sensi, oppure schiacciato dall’attrito con l’aria. È solo una manovra precauzionale, dettata dalla fisica di un corpo che, per quanto alieno, è comunque fragile come il nostro.
Quale che sia la verità, la sequenza “incriminata” resta comunque un’entusiasmante testimonianza di un rigoglioso periodo storico per tutta l’animazione nipponica: siamo lieti di riproporvela in loop, in versione GIF animata.