Nel crepuscolo nebbioso della Londra vittoriana, le strade di Whitechapel sussurrano segreti e terrore. È il 1888, e l’ombra di Jack lo Squartatore si allunga come un sudario sulla città. In questo scenario cupo, due figure leggendarie, Sir Lancelot Du Lac e Morgana Le Fey, emergono dal mito arturiano per affrontare un male che sembra trascendere la mortalità. Accompagnati da Mary Jane Kelly, una giovane del quartiere braccata dal destino, i due eroi si muovono tra vicoli oscuri e salotti illuminati da candele, inseguendo indizi che potrebbero salvare la città o condannarla. È in questa premessa narrativa, tanto audace quanto evocativa, che si dipana Dance of Death: Du Lac & Fey, un’avventura grafica sviluppata da Salix Games e Tea Clipper Games, disponibile su PC tramite Steam dal 2019 e approdata nel 2023 su console PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One e Xbox Series X|S. Testato su PlayStation 4, il titolo si propone come un’esperienza che intreccia mistero storico e fantasia, ma non senza inciampi che ne offuscano il potenziale splendore.
Un viaggio nella Londra vittoriana
La forza di Dance of Death: Du Lac & Fey risiede nella sua capacità di trasportare il giocatore in un’ambientazione storica ricostruita con cura. La Londra del 1888 è un personaggio a sé, con i suoi vicoli fangosi, le taverne rumorose e le ombre che si allungano sotto i lampioni a gas. Gli sviluppatori hanno compiuto un lavoro encomiabile nel ricreare scene del crimine e luoghi emblematici, basandosi su ricerche storiche meticolose e validate da esperti. L’atmosfera è densa, impregnata di un senso di oppressione che riflette l’“Autunno del terrore”, quando il terrore di Jack lo Squartatore dominava le cronache. La narrazione, firmata da Philip Huxley, già sceneggiatore di Batman: Arkham Knight, e da Jessica Saunders, premiata BAFTA Breakthrough Brit, è un intreccio di giallo e soprannaturale. La storia segue Lancelot, Morgana – trasformata in un cane parlante da una maledizione – e Mary Jane Kelly, mentre indagano sugli omicidi, sospettando che dietro il serial killer si celino forze oscure. La possibilità di alternare il controllo tra i tre protagonisti aggiunge profondità, poiché ciascuno offre una prospettiva unica: Lancelot analizza le scene del crimine con occhio clinico, Morgana comunica con gli animali, e Mary Jane si muove agilmente tra le dinamiche sociali di Whitechapel. Le scelte del giocatore, pur non ramificate come promesso, influenzano i rapporti con i personaggi secondari, donando un senso di partecipazione attiva che, sebbene limitato, arricchisce l’esperienza narrativa.
Un comparto tecnico altalenante
Dal punto di vista tecnico, Dance of Death: Du Lac & Fey presenta un dualismo che ne definisce l’identità. Visivamente, il gioco adotta uno stile che mescola sfondi dipinti a mano, ricchi di dettagli e sfumature, con modelli 3D per personaggi e strutture. Questa scelta stilistica, che richiama le avventure grafiche di Telltale ma con un tocco meno fumettistico, crea un contrasto affascinante tra la leggerezza cartoon e le tematiche mature, che spaziano dalla violenza alla sessualità, dal razzismo all’omofobia, tutte radicate nel contesto storico. Tuttavia, le animazioni risultano rigide, con movimenti che appaiono innaturali e occasionali compenetrazioni tra oggetti che spezzano l’immersione. I controlli, basati sul classico sistema punta e clicca che richiede esclusivamente il mouse su PC o comandi semplificati su console, soffrono di un’evidente mancanza di precisione. Spostare i personaggi negli scenari è spesso frustrante, con traiettorie imprevedibili e interazioni con gli oggetti non sempre intuitive, poiché questi ultimi non vengono evidenziati, costringendo il giocatore a un’esplorazione cieca. I quick time event, inseriti per spezzare la monotonia, risultano poco incisivi e mal calibrati, con finestre di input ristrette che aggiungono più irritazione che dinamismo. Questi difetti, già segnalati nella versione PC del 2019, persistono nella trasposizione su console, denotando una mancata revisione che avrebbe potuto elevare l’esperienza.
Un’esperienza sonora di rilievo
Se il comparto tecnico lascia a desiderare, l’aspetto sonoro rappresenta uno dei punti di forza del titolo. Il doppiaggio, realizzato da attori di calibro come Perdita Weeks (Ready Player One), Gareth David-Lloyd (Dragon Age) e Alexandra Roach (Black Mirror), dona ai personaggi una credibilità straordinaria. Le voci catturano con maestria le sfumature emotive, dai toni ironici di Morgana, il cane parlante, alle inflessioni tormentate di Lancelot e Mary Jane. Il copione è vivace, ricco di espressioni tipiche della Londra vittoriana, che oscillano tra il crudo gergo delle classi popolari e un umorismo sottile che alleggerisce i momenti più cupi. La possibilità di Morgana di dialogare con gli animali – dai cani che la corteggiano ai cavalli testimoni di crimini – aggiunge un tocco di originalità e leggerezza, pur non sempre contribuendo alla progressione narrativa. La colonna sonora, composta da Jeff Rona, accompagna il gioco con discrezione, con melodie che si fondono perfettamente con l’ambientazione senza mai sovrastarla. Tuttavia, la mancanza di una localizzazione in italiano, sia nei dialoghi parlati che nei sottotitoli, rappresenta un ostacolo significativo per chi non padroneggia l’inglese, soprattutto considerando la complessità dei termini arcaici utilizzati e l’importanza dei dialoghi per la comprensione della trama.
Limiti di rigiocabilità e conclusione
Nonostante il fascino della premessa e la qualità della narrazione, Dance of Death: Du Lac & Fey non riesce a sfruttare appieno il suo potenziale. La linearità della trama, che offre poche variazioni significative nonostante le scelte nei dialoghi, limita la rigiocabilità, rendendo il titolo un’esperienza che si esaurisce rapidamente, con una durata di circa sei o sette ore. Gli enigmi, pur presenti, mancano della complessità che i fan delle avventure grafiche classiche potrebbero aspettarsi, e l’assenza di percorsi alternativi riduce l’incentivo a rivisitare la storia. I problemi tecnici, come glitch grafici e sincronizzazioni labiali imprecise, ulteriormente aggravati su console, minano un’esperienza che avrebbe potuto brillare come una perla del genere punta e clicca. Tuttavia, per gli appassionati di avventure grafiche disposti a soprassedere a queste imperfezioni, il gioco offre una storia avvincente, un’ambientazione storica ricca di dettagli e un cast di personaggi memorabili, arricchiti da un doppiaggio di prim’ordine. Dance of Death: Du Lac & Fey è un titolo che cattura l’immaginazione, ma che avrebbe beneficiato di una maggiore cura tecnica per raggiungere l’eccellenza.
