Il mondo dei videogiochi ha sempre avuto una certa predilezione per gli zombi: a volte affascinanti, altre volte onnipresenti come il prezzemolo in cucina. Queste creature non-morte hanno fatto il loro ingresso sugli schermi trasformandosi da semplici antagonisti a veri e propri simboli di interi generi, infestando giochi di ogni tipo, dall’azione horror fino alle esperienze multiplayer più recenti. Capcom, che sa il fatto suo, ha dato un contributo notevole con la serie Resident Evil, ma è con Dead Rising che ha osato prendere una strada più ironica e scanzonata, trasformando l’apocalisse in un caotico survival d’azione in terza persona, ricco di umorismo nero e azione frenetica, ma con un tocco RPG. Pubblicato per la prima volta nel 2006 su Xbox 360, il gioco trasportava i giocatori nel centro commerciale di Willamette, in Colorado, dove Frank West, un fotografo di guerra, si ritrovava a sopravvivere tra orde di zombi e stranezze di ogni genere. Ora, quasi vent’anni dopo, Capcom ci ripropone questa esperienza con Dead Rising Deluxe Remaster, sfruttando il RE Engine per offrire una grafica modernizzata e un gameplay perfezionato, ma senza intaccare la formula che ha reso il titolo un cult. Disponibile dal 19 settembre 2024 su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC (le versioni fisiche del gioco usciranno per PlayStation 5 e Xbox Series X venerdì 8 novembre 2024), questo remaster cerca di emergere in un panorama saturo di giochi sugli zombi, puntando sull’unicità e la follia del suo mondo aperto, dove ogni oggetto può diventare un’arma e ogni angolo nasconde una sorpresa bizzarra.
Frank West torna in azione: tra zombi e caos
Il primo Dead Rising era un tributo all’eccesso: Frank West, il protagonista fotoreporter, si trovava a fronteggiare ondate di non-morti nel tentativo di scoprire cosa si celasse dietro la quarantena di Willamette. Tuttavia, a rendere il gioco unico non era solo la trama, per quanto intrigante, ma la totale libertà offerta ai giocatori. Il centro commerciale diventava un enorme campo di battaglia dove ogni oggetto poteva essere trasformato in un’arma. Che si trattasse di padelle, manichini o armi più convenzionali come mazze da baseball, l’obiettivo era uno solo: sopravvivere nel modo più bizzarro e creativo possibile. Questo approccio ludico ha reso Dead Rising non solo un titolo d’azione frenetico, ma un vero e proprio sandbox della follia, dove il giocatore poteva decidere di vestire il proprio Frank West con abiti improbabili e massacrare zombi con una friggitrice, regalando momenti di assurda ilarità in mezzo a scenari apocalittici. Il tempo limitato a disposizione – 72 ore prima dell’arrivo dei soccorsi – era un ulteriore elemento di tensione, che costringeva a scegliere con attenzione come sfruttare ogni minuto, rendendo ogni partita diversa e imprevedibile. Con il remaster, Capcom ha voluto mantenere inalterato questo aspetto, ma ha introdotto delle migliorie che facilitano la vita al giocatore, come i salvataggi automatici, i comandi più intuitivi e un’interfaccia rinnovata.
Grazie all’RE Engine, ogni pixel di Dead Rising Deluxe Remaster brilla di nuova vita. Le texture dei personaggi e degli ambienti sono state interamente ridisegnate, offrendo un livello di dettaglio che rende onore al potenziale estetico dell’originale e una fluidità di 60fps. Gli zombi, ormai onnipresenti sugli schermi di qualsiasi medium, non sono mai stati così grottescamente dettagliati. Ogni espressione facciale, ogni ferita e ogni schizzo di sangue viene rappresentato con una fedeltà che rasenta il macabro, restituendo al giocatore una sensazione di immersione totale. Anche il centro commerciale, un vero protagonista invisibile del gioco, ha subito un restyling che lo rende ancora più vivo (o morto, a seconda dei punti di vista). L’illuminazione dinamica e le ombre rendono l’atmosfera più tesa e angosciante, specialmente nelle aree chiuse e affollate di zombi.
Gameplay e novità: cosa cambia nella versione Deluxe
Uno dei punti di forza del remaster di Dead Rising risiede nella sua fedeltà all’originale: Capcom ha scelto di non stravolgere la formula che ha reso il gioco un classico. Le modifiche introdotte mirano a rendere l’esperienza più accessibile ai nuovi giocatori, senza compromettere l’identità del titolo. Il gioco ora offre uno schema di controllo opzionale modernizzato, eliminando le incertezze legate a schivate accidentali. Sono state aggiunte nuove funzionalità per la fotocamera di Frank e migliorata l’intelligenza artificiale dei sopravvissuti, che possono ora assistere Frank nella ricerca di oggetti e risorse utili. Inoltre, sono state apportate piccole modifiche alla mappa, come l’aggiunta di scale al condotto di ventilazione sul tetto, per evitare che i sopravvissuti si trovino bloccati.
La difficoltà del gioco rimane una sfida anche per i veterani: affrontare un numero spropositato di nemici richiede strategia e un’attenta gestione delle risorse, soprattutto quando si tratta di salvare i superstiti sparsi nel centro commerciale. I boss psicopatici, che rappresentano le sfide più ardue del gioco, sono stati anch’essi aggiornati graficamente, ma il loro comportamento in battaglia rimane sostanzialmente invariato, offrendo uno scontro spesso frustrante per chi non ha familiarità con i loro pattern di attacco. Questa combinazione di caos e strategia è ciò che rende Dead Rising una serie unica, e il remaster riesce a mantenere viva questa eredità, anche se non senza qualche inciampo.
Zombi più dettagliati, ma con poca varietà
La decisione di mantenere intatta l’esperienza originale, pur con alcune migliorie, può essere vista come un’arma a doppio taglio. Se da un lato i fan di vecchia data apprezzeranno il ritorno di Frank West in tutto il suo splendore, dall’altro i nuovi giocatori potrebbero trovare alcune meccaniche obsolete o poco rifinite. Il sistema di combattimento, ad esempio, per quanto divertente, risulta a tratti goffo, soprattutto quando si utilizzano armi da fuoco. Anche se l’aggiunta dei salvataggi automatici e la semplificazione di alcuni comandi rendono l’esperienza più fluida, rimane il rischio che alcune delle frustrazioni dell’originale riaffiorino, minando l’esperienza complessiva. Gli zombi, pur essendo più numerosi e dettagliati grazie alle capacità delle console moderne, mancano della varietà e della sofisticazione che ci si aspetterebbe da un gioco del 2024. Inoltre, la struttura del centro commerciale, che rappresentava un microcosmo affascinante nel 2006, oggi può sembrare limitata se confrontata con mappe più ampie e dinamiche.
Sarebbe stato interessante poter contare su qualche modalità di intrattenimento multiplayer online, che avrebbe aggiunto una dimensione extra di divertimento al gioco. In alternativa, anche l’inclusione di classifiche online avrebbe potuto offrire una sfida competitiva per i giocatori, spingendoli a migliorare i propri punteggi e confrontarsi con la community. Tuttavia, per chi è disposto a chiudere un occhio su questi difetti, Dead Rising Deluxe Remaster offre ancora momenti di puro divertimento, soprattutto quando si affrontano le orde di zombi con armi improbabili. L’introduzione del doppiaggio in italiano, poi, è una gradita aggiunta che rende più accessibile la narrazione, permettendo ai giocatori di immergersi ancora di più nella storia di Frank e nel caos che lo circonda.
Dead Rising Deluxe Remaster include diversi DLC già disponibili, che arricchiscono ulteriormente l’esperienza di gioco. Tra i contenuti scaricabili spiccano i pacchetti di costumi, che permettono a Frank West di sfoggiare una varietà di abiti eccentrici e iconici. Oltre agli outfit classici da fotografo di guerra, clown e sceriffo, i giocatori possono vestirlo con costumi ispirati ad altri celebri franchise Capcom, come Resident Evil, Street Fighter e Mega Man. Ogni skin è accompagnata da una nuova colonna sonora, offrendo un’esperienza visiva e sonora unica.
Conclusioni: vale la pena rivivere l’apocalisse?
In conclusione, Dead Rising Deluxe Remaster rappresenta un ritorno trionfale per uno dei giochi più iconici dell’era Xbox 360, offrendo ai fan di vecchia data l’opportunità di rivivere l’esperienza con un look rinnovato e ai nuovi arrivati la possibilità di scoprire un pezzo di storia videoludica. Se da un lato Capcom ha saputo modernizzare con successo l’aspetto grafico del gioco, dall’altro ha preferito lasciare inalterata gran parte delle meccaniche di gameplay, nel bene e nel male. Gli amanti degli zombi, dell’umorismo nero e della libertà esplorativa troveranno in questo remaster una perfetta occasione per (ri)scoprire il mondo di Dead Rising, dove ogni oggetto è un’arma e ogni zombi una minaccia da affrontare con stile. Anche se non è esente da difetti, questo remaster riesce comunque a catturare lo spirito del gioco originale, offrendo un’esperienza divertente e coinvolgente, capace di strappare più di una risata anche nel bel mezzo di un’apocalisse. Non resta che prendere la fotocamera, indossare l’outfit più stravagante trovato tra i negozi del centro commerciale e lanciarsi a capofitto nel caos: Frank West è tornato, e con lui una valanga di zombi da affrontare in modo assurdo e creativo.