Sotto il cielo plumbeo di St. Monique, 1959, Winston Green si sveglia in un monolocale soffocato da bollette non pagate. È un uomo comune, con un passato che tiene celato come un segreto scomodo, ma oggi il destino bussa alla sua porta. Accettando un lavoro presso We Deliver, una compagnia di consegne che promette l’impossibile, Winston si ritrova a trasportare un carico di fuochi d’artificio che, senza preavviso, esplodono nel retro del suo furgone. La città diventa il suo campo di battaglia, tra edifici che crollano e cittadini infuriati che lo inseguono. È l’inizio di Deliver At All Costs, un’esperienza che intreccia caos, umorismo e un’estetica anni ’50 in un vortice di azione e distruzione, disponibile su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, dove la normalità è solo un’illusione e ogni consegna è una sfida al confine della follia.
Un mondo che si piega al caos
L’essenza di Deliver At All Costs risiede nella sua capacità di trasformare ogni missione in un’esplosione di creatività distruttiva. Nei panni di Winston, il giocatore si trova a guidare un’ampia gamma di veicoli, dai furgoni malconci alle auto sportive, attraverso ambienti semi-aperti che sembrano implorare di essere devastati. Le strade di St. Monique, con i loro edifici ispirati all’architettura anni ’50, si sgretolano sotto l’impatto delle collisioni, mentre i passanti reagiscono in modi imprevedibili, dal lanciare improperi al brandire scope come armi. Le missioni sono il cuore pulsante del gioco: si passa dal trasportare un pesce spada ribelle, che minaccia di distruggere il veicolo, al consegnare una bomba a orologeria che ticchetta minacciosamente. Ogni incarico introduce meccaniche uniche, mantenendo alta la varietà e il ritmo. Tuttavia, non tutto è perfetto: alcune missioni soffrono di un design altalenante, con obiettivi che possono risultare vaghi o frustranti, specialmente quando la fisica, pur brillante, si scontra con checkpoint mal calibrati. La possibilità di rigiocare le missioni per puro divertimento è un punto di forza, ma l’assenza di un sistema di valutazione delle prestazioni lascia un senso di incompletezza, come se il gioco non sfruttasse appieno il suo potenziale competitivo.
Un’estetica che canta il rock ‘n’ roll
Dal punto di vista tecnico e visivo, Deliver At All Costs è un omaggio vibrante agli anni ’50. La direzione artistica cattura l’epoca con una palette di colori vivaci, automobili dalle linee sinuose e cartelloni pubblicitari che sembrano usciti da un jukebox. La colonna sonora, un mix di rock ‘n’ roll originale e annunci radiofonici d’epoca, crea un’immersione totale, mentre il doppiaggio in inglese, con il suo tono volutamente esagerato, aggiunge un tocco di ironia che si sposa perfettamente con l’umorismo del gioco. Su PlayStation 5, piattaforma su cui è stata testata questa recensione, le prestazioni sono generalmente fluide, con una gestione impeccabile della fisica durante le sequenze di guida e distruzione. Tuttavia, le cutscene ravvicinate mostrano qualche incertezza tecnica, con cali di frame rate e texture meno definite che spezzano l’incanto. I tempi di caricamento, inoltre, si fanno notare quando si passa tra i distretti della città, un dettaglio che interrompe il flusso altrimenti incalzante dell’azione. Nonostante questi difetti, l’interfaccia utente, ispirata ai menu di un diner americano, e gli effetti sonori, dal rombo dei motori al fragore delle esplosioni, contribuiscono a un’esperienza sensoriale che rende giustizia al periodo storico rappresentato.
Tra intrighi e limiti narrativi
Se il gameplay di Deliver At All Costs brilla per il suo spirito anarchico, la narrazione non raggiunge le stesse vette. La storia, suddivisa in tre atti, segue Winston mentre si addentra in un intreccio di misteri e follia, accompagnato da un cast di personaggi eccentrici che spaziano da scienziati pazzi a vicini di casa isterici. L’idea di fondo è intrigante, ma la sceneggiatura non riesce a dare profondità ai protagonisti o a rendere il loro percorso emotivamente coinvolgente. Winston, pur carismatico, rimane una figura bidimensionale, e gli eventi, per quanto bizzarri, non riescono a legarsi in un arco narrativo coeso. È un peccato, perché il potenziale per una storia che mescolasse umorismo e dramma era evidente, ma il gioco sembra preferire l’immediatezza del caos alla costruzione di un racconto memorabile. Anche il sistema di progressione, che permette di potenziare i veicoli con modifiche come nitro o scudi, appare sottoutilizzato: molte migliorie risultano opzionali e poco integrate nella narrativa o nelle meccaniche, lasciando al giocatore la sensazione di un’opportunità mancata.
Un viaggio che diverte, ma non resta
Deliver At All Costs è un titolo che non si prende sul serio, e in questo risiede il suo fascino. La sua capacità di offrire un’esperienza leggera e spensierata, unita a un’ambientazione curata e a un gameplay che premia la creatività, lo rende un’aggiunta interessante al panorama videoludico. Tuttavia, i suoi limiti, dalla narrazione poco incisiva ai piccoli inciampi tecnici, impediscono al gioco di raggiungere l’eccellenza. È un’avventura che si gusta al meglio a piccole dosi, perfetta per chi cerca un’esperienza immediata e scanzonata, ma che potrebbe lasciare insoddisfatti i giocatori in cerca di maggiore profondità. Far Out Games Studio dimostra un potenziale notevole per un titolo d’esordio, e con una maggiore rifinitura, il prossimo progetto potrebbe essere un vero gioiello.
