Mentre Nintendo e Illumination sono al lavoro in gran segreto su un film di animazione legato alla serie videoludica Super Mario (che dovrebbe vedere la luce nel 2022), i fan si chiedono se tale esperimento possa aprire le porte a ulteriori adattamenti animati aventi come protagonisti i personaggi dei più importanti franchise del produttore giapponese quali The Legend of Zelda, Metroid o Kirby.
In un’interessante intervista rilasciata a Fast Company, rivista economica statunitense pubblicata su stampa e online riguardante in particolare tecnologia, business e design, Shuntaro Furukawa, presidente di Nintendo, ha sottolineato come la società stia effettivamente considerando la possibilità di traslare le altre proprietà intellettuali sui nuovi media, mantenendo però i videogiochi al centro della missione dell’azienda.
“Il nostro obiettivo è sempre rimasto lo stesso”, afferma Furukawa. “Connettere e intrattenere un numero sempre maggiore di consumatori con le proprietà intellettuali Nintendo, nella speranza che possano interessarsi al mondo delle nostre esperienze di videogiochi dedicate. In questo modo, il nostro obiettivo è creare una connessione che trascenda una particolare generazione di giochi, piattaforme o console”.
“Sebbene i modi in cui stiamo espandendo il nostro portfolio siano in aumento, siamo molto, molto attenti a dove e come i nostri franchise vengono concessi in licenza”, prosegue Furukawa. “Non stiamo distribuendo i nostri personaggi e mondi semplicemente per aumentare l’esposizione pubblica”.

Un’immagine tratta da Un regno incantato per Zelda (The Legend of Zelda), serie animata prodotta nel 1989 dalla DiC Entertainment basata sulla serie di videogiochi The Legend of Zelda.
Da un punto di vista creativo, adattare Super Mario in un film è più rischioso che trasformarlo in un’attrazione in un parco a tema. Hollywood, dopo tutto, vuole raccontare storie di protagonisti che subiscono esperienze che cambiano la vita prima che arrivino i titoli di coda. Uno dei segreti del fascino universale di Mario è che, nonostante sia morto miliardi di volte in incalcolabili disavventure alla fine del gioco negli ultimi 40 anni, torna sempre in vita così com’era. Mario è di buon cuore, energico e competitivo, ma per il resto non è un personaggio ben definito: un vantaggio quando la propria missione è rappresentare i giocatori di tutto il mondo, ma non una virtù ovvia per i registi.

Il poster giapponese di Super Mario Bros., film del 1993 diretto da Rocky Morton e Annabel Jankel. È stato il primo film nella storia del cinema ad essere tratto da un videogioco.
La preoccupazione di Shuntaro Furukawa per la possibilità che i protagonisti dei titoli Nintendo vengano presi di mira dalle loro nuove attività collaterali è viscerale. Parlando di derivati dai videogiochi Nintendo in generale, egli sottolinea come i responsabili dell’azienda giapponese debbano assicurarsi che “i risultati siano fedeli alle esperienze dei giocatori e che non impediscano agli sviluppatori di Nintendo di creare un altro gioco unico con gli stessi personaggi”.
Furukawa, tuttavia, riconosce il potenziale di un universo cinematografico legato ai personaggi dell’azienda giapponese fondata nel 1889 da Yamauchi Fusajirō: “l’animazione, in generale, è qualcosa che stiamo esaminando, e non solo per la serie di videogiochi Super Mario”, afferma.
Fonti consultate: Fast Company.