Barone Ashura: tra i cattivi più riconoscibili della saga di Mazinga Z (e della storia degli anime e manga di genere mecha), probabilmente il più noto della pletora di vice, ministri o generali al servizio del cattivo di turno. In lui è tutto doppio, un tema molto caro a Go Nagai. Non si capisce se con la radicale doppiezza sessuale volesse portare all’estremo l’ambiguità umana o solo dare concretezza grafica a qualche sua fissazione cripto-erotica.

Molto spesso il grande capo riversa sui sottoposti le colpe di sconfitte e fallimenti, nulla di strano: succede anche nella vita reale. Nel caso di Ashura, però, Inferno è stato persino troppo buono, il barone si è meritato ogni singola lavata di testa, fino alla “crocifissione in sala mensa”: il fedele vice infatti, combina disastri in serie fin dalla prima puntata.

Ispirando forse il primo Terminator, il Barone Ashura sembra avvalersi di Pagine Gialle ed elenco telefonico per rintracciare il vecchio Kabuto. Non trovandolo, passa prima dai nipoti, dove, per mostrarci quant’è spietato, elimina una badante senza neppure controllare se qualcun altro sia in casa.


Di lì a poco, per uccidere un ottuagenario gli fa saltare tutta la casa, senza estorcergli informazioni, né prendersi la briga di cercare progetti e appunti sulla Superlega Z o l’Energia Fotoatomica. Non solo non controlla se il vecchio è morto, ma gli sfugge pure che in cantina, tra salami e bottiglie di chianti, c’è un robot alto quasi venti metri.




Qualsiasi capo ufficio, direttore o dirigente scolastico avrebbe tolto il comando ad Ashura, per il semplice fatto che non c’era portato, mandandolo in miniera a raccogliere un po’ dell’acciaio occorrente a costruire un nuovo Mostro Meccanico. Il Dottor Inferno invece no. Deferente e ruffiano come i peggiori democristiani in attesa di far carriera, il Barone Ashura ottiene sempre un’altra possibilità, forte del fatto che, molto probabilmente, il suo capo seleziona i collaboratori non in base alle capacità, ma all’aspetto fisico inquietante: in questo, il fedele sottoposto di Inferno ha un curriculum ineguagliabile.

Mandato sul campo, però, il Barone non riesce a sconfiggere Mazinga Z neanche con Koji/Rio/Alcor momentaneamente accecato. Almeno in quell’occasione, il grande capo si sarebbe dovuto arrendere all’evidenza di avere a che fare con un inetto allo stadio terminale, goffo e imbranato sui livelli di Pippo o di Willy il Coyote e usare su di lui l’asta di Rodi, nel modo in cui si usa un bastone fin dall’alba dei tempi. Invece, graziato pure quella volta, il Barone Ashura rimane la prova lampante che neanche tra i megalomani psicopatici che vogliono conquistare il mondo esiste la meritocrazia.
