Nella sconfinata galassia di eroi che hanno popolato la nostra infanzia, uno occupa un posto speciale: Fantaman. Il suo volto scheletrico, la sua armatura dorata e il suo mantello svolazzante hanno fatto sognare generazioni di bambini, incollati allo schermo durante le trasmissioni pomeridiane del primo anime trasmesso in Italia. Ma chi è davvero Fantaman? Da dove arriva? E qual è il segreto del suo successo?
Le origini del mito
Fantaman, il cui nome originale giapponese è Ōgon Batto (lett. “Pipistrello dorato”), è un personaggio iconico che ha attraversato diverse epoche e media, affascinando generazioni di appassionati. Nato dalla penna di Takeo Nagamatsu nel 1930 come protagonista del romanzo “Ōgon Batto”, ha trovato nuova vita nel manga del 1964-65 ad opera di Koji Kata e Daiji Kazumine, per poi approdare sul piccolo schermo con la serie anime del 1967 prodotta dalla TCJ (ora Eiken). Proprio quest’ultima versione ha conquistato il cuore del pubblico italiano nel 1981, diventando un vero e proprio cult.
Fantaman non è un semplice supereroe, ma un essere leggendario. Un tempo era uno degli antichissimi imperatori di Atlantide, messo poi in uno stato di animazione sospesa all’interno di un sarcofago nell’attesa d’essere risvegliato in un futuro lontano da un cuore puro per combattere le forze oscure. Millenni dopo, nel 1967, il sarcofago viene rinvenuto da una spedizione archeologica guidata dal Dottor Corallo. Sua figlia, la giovane e coraggiosa Maria, risveglia accidentalmente Fantaman, che assume le sembianze di un uomo scheletrico con un mantello rosso e poteri sovrannaturali. L’iscrizione posta sul coperchio del suo sarcofago lo descrive come “un dio della giustizia e protettore dei deboli”.
La serie anime di Fantaman ha avuto un successo strepitoso in Italia, dove è stata trasmessa per la prima volta sul circuito delle emittenti televisive private nel 1981. La sigla italiana, cantata da Douglas Meakin, è diventata un tormentone intramontabile, e le vicende del valoroso pipistrello dorato hanno conquistato il pubblico di tutte le età.
Un eroe atipico
Il successo di Fantaman in Italia non può essere attribuito unicamente alla nostalgia per gli anni ’80. La serie possiede caratteristiche intrinseche che la rendono ancora apprezzabile oggi. La figura di Fantaman, con il suo costume dorato e il volto scheletrico, è iconica e affascinante. Le storie, pur essendo semplici, affrontano temi universali come la lotta tra il bene e il male, l’amicizia e il coraggio.
Il fascino di Fantaman risiedeva nella sua unicità: un eroe misterioso e potente, con un look decisamente fuori dal comune, che combatteva il male con coraggio e determinazione. Il suo corpo completamente dorato, con il volto a forma di teschio, emanava un’aura di mistero e di potere. Il mantello nero, rosso all’interno, e il colletto alto conferivano alla sua figura un’eleganza regale, mentre lo scettro, simile a un bastone da passeggio, rappresentava il simbolo del suo potere magico. Le sue origini misteriose, legate all’antica civiltà di Atlantide, alimentavano il suo alone di leggenda.
Fantaman possedeva una forza sovrumana, che gli permetteva di compiere imprese eroiche e di sconfiggere i suoi nemici. La sua capacità di volare lo rendeva un essere libero e inafferrabile, mentre la sua quasi invulnerabilità lo rendeva un avversario formidabile.
La sua presenza era annunciata da un pipistrello dorato in volo, che sorgeva da un piccolo tatuaggio sul suo braccio. La sua risata sardonica, che riecheggiava nell’aria, era un avvertimento per i suoi nemici e un segno della sua imminente vittoria.
Nella sua lotta contro il male, Fantaman si trovava ad affrontare un nemico giurato: il Dottor Zero. Incarnazione della perfidia e di un’ambizione smodata, questo scienziato pazzo era ossessionato dall’idea di soggiogare il mondo intero. Il suo grido di battaglia, “Il mondo è mio!”, proferito con enfasi dal compianto doppiatore Ettore Conti, riecheggia ancora oggi nelle menti e negli animi degli spettatori di quell’epoca, quasi come un sinistro presagio.
Nell’era dei reboot e dei remake, il futuro di Fantaman appare ricco di possibilità. Il suo fascino intramontabile e le sue storie avvincenti lo rendono un personaggio perfetto per essere riscoperto e reinterpretato in chiave moderna. Un nuovo anime potrebbe riportare in auge questo personaggio iconico, adattandolo alle sensibilità moderne e introducendolo a una nuova generazione di fan. Un’operazione simile potrebbe essere realizzata con cura, preservando l’essenza del personaggio originale e attualizzandone la storia e le ambientazioni.
Il nuovo manga del 2022 ci ha già dato un assaggio di come Fantaman possa essere reinterpretato in chiave moderna, con una storia più dark e un character design più accattivante; un reboot dell’anime con animazioni spettacolari e una trama più complessa potrebbe conquistare il pubblico moderno, strizzando l’occhio ai nostalgici con riferimenti all’opera originale.
Fantaman ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo shōnen di culto: un eroe iconico, una storia ricca di spunti, un pizzico di nostalgia e un futuro pieno di possibilità. Non ci resta che attendere e sperare che qualche studio di animazione coraggioso decida di dare nuova vita a questo eroe immortale.
Fantaman, il pipistrello dorato, tornerà a volare nei cieli dell’immaginazione? Solo il tempo ce lo dirà!