Nel cuore del Regno dei Demoni, dove l’eterna guerra civile tra signori infernali tinge l’aria di cenere e disperazione, due figure avanzano con passo deciso. Kirika e Masha, sorelle e fedeli ancelle del Signore dei Demoni Maxim, si trovano davanti alle rovine del loro castello, devastato dal rivale Lyzenorg. Il loro padrone, ridotto a un’ombra tremula, le incarica di una missione tanto epica quanto disperata: ricostruire il loro dominio, rianimare i vassalli caduti e riportarlo al suo antico splendore. Gal Guardians: Servants of the Dark, sviluppato da Inti Creates e pubblicato da PQube, invita i giocatori a immergersi in questa quête gotica, disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch, PC e, prossimamente, sulle piattaforme Xbox. Un’avventura che evolve il suo predecessore verso un metroidvania puro, intrecciando esplorazione, combattimenti dinamici e una narrazione dal sapore tragicomico.
Un regno da esplorare, un destino da forgiare
Gal Guardians: Servants of the Dark si presenta come un platformer 2D in pixel art che abbraccia con decisione le meccaniche del genere metroidvania, abbandonando la linearità del precedente Demon Purge per offrire un’esperienza più aperta e interconnessa. Il Regno dei Demoni, teatro dell’avventura, si dispiega come un intricato labirinto di caverne sulfuree, fortezze in rovina e paludi malsane, ciascuna con una propria identità visiva e sonora. L’esplorazione è il cuore pulsante del gioco: i giocatori, alternandosi tra Kirika e Masha, devono scoprire passaggi segreti, risolvere enigmi ambientali e sbloccare nuove aree grazie a un sistema di progressione legato all’acquisizione di abilità. Queste ultime, spesso ottenute offrendo le ossa di Maxim al suo trono, non solo amplificano le capacità offensive delle sorelle, ma aprono nuove vie di movimento, come doppi salti o scatti aerei, essenziali per navigare la mappa. La narrazione, pur non eccessivamente complessa, si distingue per il suo tono che bilancia serietà e ironia, con dialoghi che tratteggiano la relazione tra le protagoniste e il loro signore, conferendo un’anima inaspettata a un genere spesso più focalizzato sull’azione che sulla storia.
La danza delle sorelle: un gameplay affilato
Il punto di forza di Gal Guardians: Servants of the Dark risiede nella dualità delle sue protagoniste. Kirika, armata di pistole demoniache, eccelle nel combattimento a distanza, abbattendo nemici da posizioni sicure con raffiche precise. Masha, al contrario, domina il corpo a corpo con una frusta capace di infliggere danni ravvicinati e attivare effetti elementali, utili tanto in battaglia quanto per risolvere enigmi ambientali. La possibilità di passare istantaneamente da una sorella all’altra con un semplice tasto è implementata con una fluidità esemplare, rendendo ogni scontro una coreografia di attacchi complementari. Il sistema di combattimento si arricchisce ulteriormente grazie a un vasto arsenale di sotto-armi, reliquie demoniache e oggetti consumabili, raccolti sconfiggendo nemici o aprendo forzieri. Questi elementi, spesso generati casualmente, aggiungono varietà e incentivano la sperimentazione, permettendo di personalizzare lo stile di gioco. La modalità cooperativa, disponibile sia in locale che online, eleva l’esperienza: due giocatori possono controllare simultaneamente Kirika e Masha, coordinandosi per superare ostacoli e affrontare boss imponenti. Tre livelli di difficoltà – Casual, Veterana e Leggendaria – garantiscono accessibilità a neofiti e sfida per veterani, con la possibilità di switchare tra le modalità in qualsiasi momento senza perdere progressi.
Un’estetica che incanta, non priva di ombre
Dal punto di vista tecnico e artistico, il titolo di Inti Creates si distingue per una direzione visiva che fonde l’estetica gotica con influenze anime, creando un equilibrio visivamente accattivante. Gli sprite dei personaggi, dettagliati e animati con cura, si muovono in scenari che variano da cripte illuminate da torce a foreste demoniache avvolte nella nebbia. La colonna sonora, composta da melodie orchestrali e riff elettronici, amplifica l’atmosfera, accompagnando con efficacia sia i momenti di tensione che quelli di esplorazione. Tuttavia, il gioco non è esente da imperfezioni. Il sistema di rianimazione dei vassalli, pur interessante per il modo in cui rafforza il castello e sblocca bonus, può interrompere il ritmo dell’avventura, spezzando l’immersione. Alcune aree, nonostante la varietà iniziale, tendono a ripetersi nelle texture e nei pattern dei nemici, rischiando di risultare monotone nelle sessioni più lunghe. Inoltre, il sistema di viaggio veloce, affidato al personaggio Karon, soffre di un’interfaccia non sempre intuitiva, che può frustrare i giocatori durante la navigazione della mappa.
Un metroidvania che guarda al futuro
Gal Guardians: Servants of the Dark rappresenta un’evoluzione significativa per la serie, consolidando Inti Creates come uno studio capace di reinterpretare con intelligenza le formule classiche del genere. Rispetto a capolavori come Hollow Knight o Ori and the Will of the Wisps, il titolo non raggiunge lo stesso livello di ambizione narrativa o innovazione, ma si distingue per la sua immediatezza e per il carisma delle sue protagoniste. La capacità di bilanciare esplorazione, combattimento e personalizzazione, unita a un comparto tecnico solido, rende l’esperienza gratificante per gli amanti del genere e per chi cerca un’avventura accessibile ma non priva di profondità. Gli aggiornamenti mensili promessi dagli sviluppatori, che introdurranno nuovi boss ed eventi, lasciano intravedere un supporto post-lancio che potrebbe arricchire ulteriormente il gioco. Nonostante qualche inciampo, come la ripetitività di alcune sezioni e un sistema di progressione che può risultare macchinoso, il viaggio di Kirika e Masha nel Regno dei Demoni è un’ode al metroidvania che non mancherà di catturare i cuori dei giocatori.
