Il governo giapponese ha annunciato che lo stato di emergenza in vigore da venerdì 8 gennaio per contrastare l’avanzata dell’epidemia di Covid-19 sarà revocato in sei prefetture (Aichi, Gifu, Osaka, Kyoto, Hyogo e Fukuoka) alla fine di febbraio. L’area metropolitana di Tokyo e le prefetture limitrofe (Kanagawa, Chiba e Saitama) manterranno le misure di sicurezza fino al 7 marzo come precedentemente pianificato.
“Allenteremo le restrizioni in più fasi per evitare una nuova ondata di infezioni”, ha dichiarato Yasutoshi Nishimura, ministro incaricato del coordinamento delle attività di contrasto al Covid-19.

Yasutoshi Nishimura (a destra), il ministro che guida la risposta del governo giapponese alla pandemia, durante un comitato consultivo con Shigeru Omi (al centro), il capo del comitato e il ministro della salute Norihisa Tamura (a sinistra) tenutosi a Tokyo venerdì 27 febbraio.
Sono circa 40 i governatori delle prefetture giapponesi che si sono incontrati sabato per discutere le misure per prevenire una recrudescenza dei casi. Diversi di loro hanno affermato che alcune restrizioni rimarranno in vigore anche dopo la revoca dello stato di emergenza.
Le attuali restrizioni in Giappone non equivalgono a un lockdown sullo stile di quelle europee annunciate all’apice dell’emergenza sanitaria. Alla popolazione viene richiesto un livello di cooperazione adeguato, cercando di limitare le uscite ai servizi essenziali; le aziende vengono esortate a incentivare il lavoro da casa fino a coinvolgere il 70% dei dipendenti e i ristoranti e i bar devono smettere di servire alcol alle 19:00, anticipando la chiusura alle 20:00. A oggi, a livello nazionale il numero dei contagi di Covid-19 in Giappone si assesta a 372.333, con 5.298 morti accertate.

Persone che indossano maschere protettive per il viso camminano nella zona Umeda di Osaka il 26 febbraio 2021.
Fonti consultate: AnimeNewsNetwork.