Il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria del Giappone (METI) ha lanciato un monito formale contro l’impiego non autorizzato di intelligenze artificiali generative per la creazione di voci basate su quelle di attori e doppiatori reali. L’uso di tali tecnologie, specifica il dicastero, potrebbe configurare una violazione della legge giapponese sulla prevenzione della concorrenza sleale. In particolare, sono stati portati esempi concreti che includono video musicali pubblicati online, realizzati con voci sintetiche modellate su performer reali, nonché la produzione e vendita di dispositivi come sveglie intelligenti che integrano voci generate a partire da dati vocali di attori famosi, il tutto senza alcuna autorizzazione da parte degli interessati.
La normativa citata, l’Unfair Competition Prevention Act, vieta espressamente la creazione di confusione tra i beni o le attività economiche di soggetti differenti tramite l’utilizzo illecito di indicatori identificativi. A tale proposito, il METI osserva che la riproduzione della voce di un artista può rientrare in tali indicatori, quando ciò induca i consumatori a credere che un determinato prodotto o contenuto sia associato alla persona originale. Le sanzioni previste comprendono la reclusione fino a cinque anni e multe che possono raggiungere i cinque milioni di yen, ovvero circa 34.000 dollari statunitensi.
L’industria vocale giapponese tra innovazione e difesa dei diritti
Il crescente sviluppo dell’intelligenza artificiale vocale in Giappone ha portato a una proliferazione di progetti che si pongono al confine tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti artistici. Un esempio emblematico è la recente collaborazione tra la storica agenzia di talenti Aoni Production e la piattaforma vocale CoeFont, annunciata lo scorso ottobre. L’iniziativa, che ha coinvolto dieci doppiatori di alto profilo tra cui Masako Nozawa e Banjō Ginga, mira a creare voci sintetiche multilingue per l’uso in assistenti vocali, dispositivi medici, robotica e sistemi di navigazione. I promotori hanno assicurato che le voci digitali non verranno impiegate in prodotti audiovisivi come anime o doppiaggi, riconoscendo apertamente i rischi legati alla violazione della personalità artistica.
In parallelo, si registrano iniziative individuali di autodifesa e valorizzazione dell’identità vocale. Il noto attore Yūki Kaji, voce di personaggi amati come Eren Jaeger in Attack on Titan, ha dato vita nel 2024 al progetto Soyogi Fractal, lanciato tramite una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Campfire. Obiettivo: fornire ai creatori strumenti per realizzare opere originali con la sua voce in modo controllato e trasparente, contrastando l’uso illecito del suo timbro. La campagna ha raccolto più del triplo dell’obiettivo prefissato di 10 milioni di yen, grazie al sostegno di oltre 900 sostenitori.
A testimoniare l’urgenza percepita all’interno della comunità artistica giapponese, lo scorso ottobre è nata l’associazione No More Mudan Seisei AI, fondata da un nutrito gruppo di doppiatori e interpreti vocali. Il video inaugurale dell’iniziativa, intitolato Part 0 e pubblicato il 15 ottobre, ha visto la partecipazione di Ryūsei Nakao e di altri 25 interpreti di rilievo come Kōichi Yamadera, Daisuke Namikawa e Romi Park. L’intento del gruppo è sensibilizzare l’opinione pubblica e istituzionale sui rischi legati all’appropriazione indebita dell’identità vocale da parte dell’intelligenza artificiale generativa, un fenomeno in rapida espansione che rischia di minare non solo i diritti economici, ma anche la dignità professionale dei lavoratori del settore.
L’intervento del METI, con l’introduzione di esempi pratici e concreti, rappresenta una svolta importante nel dibattito giuridico e culturale sull’uso dell’intelligenza artificiale nell’ambito vocale. Sebbene ogni caso debba essere valutato singolarmente per stabilire l’effettiva violazione della legge, il messaggio è chiaro: l’uso delle voci sintetiche, quando privo del consenso dei soggetti coinvolti, non è più una semplice questione tecnologica, ma entra a pieno titolo nel campo del diritto commerciale e della protezione della persona.
Fonti consultate: Anime News Network. Immagini nell’articolo: GajinPot Study.