Dal 2017, nella cittadina di Murayama, nella prefettura giapponese di Yamagata, i turisti potevano provare l’emozione di maneggiare una vera katana in una lezione introduttiva allo iaidō, l’arte marziale fondata nel XVI secolo dal leggendario spadaccino Hayashizaki Jinsuke Shigenobu. Questo affascinante viaggio nella cultura tradizionale giapponese culminava con una prova di tameshigiri, ovvero il taglio di un fascio di stuoie di tatami, con una lama affilata e autentica. Un’esperienza tanto suggestiva quanto apprezzata, soprattutto dal turismo internazionale, al punto da ricevere nel 2020 un riconoscimento ufficiale nel campo del turismo sportivo e culturale.
Nuove restrizioni per la sicurezza pubblica
Tuttavia, tutto ciò ha ora subito una brusca interruzione. A dicembre, l’Agenzia Nazionale di Polizia giapponese ha notificato alle forze dell’ordine delle varie prefetture che le attività che prevedono l’uso di spade vere da parte di turisti violano la Legge sul Controllo di Armi da Fuoco e Spade. In particolare, l’agenzia ha sottolineato che “consentire a gruppi indeterminati di persone, come i turisti, di utilizzare spade registrate affilate a scopo ricreativo non è ammissibile per legge”.
Questo provvedimento ha avuto conseguenze immediate: Murayama ha dovuto sospendere la parte più spettacolare del suo programma, ora limitato a dimostrazioni condotte esclusivamente dagli istruttori, mentre molte altre località con proposte simili hanno registrato un calo delle prenotazioni. I dojo che avevano investito nella proposta turistica, come quelli della vicina prefettura di Akita, si trovano ora costretti a rivedere le proprie strategie.
Una tradizione in bilico tra cultura e regolamentazione
La decisione dell’Agenzia Nazionale di Polizia riflette la rigida normativa vigente in Giappone in materia di armi bianche, anche quando si tratta di oggetti di valore storico e culturale. Nonostante le katana siano simboli iconici del patrimonio nipponico, il loro utilizzo al di fuori di contesti regolati e professionali è fortemente limitato.
Malgrado le difficoltà, Murayama continua a proporre lezioni di iaidō incentrate sugli aspetti storici e tecnici della disciplina, senza più includere il tameshigiri. La speranza è che l’interesse verso questa antica arte non venga meno, e che la sua trasmissione possa proseguire in forme rispettose delle normative ma comunque coinvolgenti. In un Paese dove persino alcuni gadget ufficiali possono essere vietati per motivi di sicurezza, l’equilibrio tra tradizione e regolamento rimane una sfida costante.
Fonti consultate: SoraNews24.