Su un popolare forum di commenti in Giappone, sono state condivise alcune testimonianze che sostengono che i fan degli anime (otaku) apparentemente “perdono interesse” quando raggiungono i trent’anni. Secondo i commenti, sembra che siano vittime di un “esame di realtà” che li porta a rendersi conto di non aver sfruttato al meglio la loro vita.
Passiamo in rassegna le testimonianze citate:
Prima testimonianza:
“Ho vissuto una vita solitaria per oltre dieci anni, ma anime, internet e videogiochi, questi tre sacri tesori hanno tenuto vivo il mio spirito per un po’. Ma verso i 28 anni hanno iniziato ad annoiarmi e a 30 ero completamente stufo. Non ho nulla da fare, non provo altro che disperazione. Pensavo che non mi sarei mai annoiato di anime, internet e videogiochi per il resto della mia vita, ma mi sbagliavo. Una volta tornavo di corsa a casa dal lavoro e mi collegavo subito a internet, ma ora non riesco nemmeno a guardare tutti gli anime che vorrei. Prima pensavo di lasciare il lavoro per dedicarmi solo ai videogiochi, oggi non mi interessa affatto”.
Seconda testimonianza:
“Anche se si nutre una vita vuota, sarà comunque vuota. Tutto è inutile. Questo è il problema di chi ha consumato solo anime per tutta la vita. Per non essere inghiottiti da questo shock della realtà, tutti dovrebbero mettere su famiglia e intraprendere azioni produttive. Se non si produce qualcosa in qualche modo, si finisce per essere inghiottiti dal vuoto e dall’oblio”.
Terza testimonianza:
“Prima di imbattermi in questa conversazione, non solo guardavo anime ininterrottamente, ma compravo merchandising, frequentavo luoghi dove si tenevano spettacoli dal vivo e mi sentivo vivo quando ottenevo interazioni da persone sconosciute su Twitter. Dopo aver subito questo controllo di realtà, ho perso interesse per tutte queste cose e ho rinunciato completamente.
E ora diamo un’occhiata alle risposte dei fan giapponesi:
- “Devo ammettere che è vero, quando si invecchia si perde interesse per gli anime e i videogiochi”.
- “Forse il 90% degli otaku si ritira a 40 anni, è normale”.
- “La mia libido si è affievolita e il mio interesse per le cose erotiche è andato scemando. Credo che questo abbia fatto sì che non mi interessino più gli anime e i videogiochi”.
- “Dopotutto, gli anime sono una cultura per i giovani, quindi capisco che con il tempo ci si interessi sempre meno. Tuttavia, 30 anni non sono troppo presto? Avrebbero potuto dire 50, quando il tuo aspetto fisico inizia a cambiare”.
- “È allora che ti rendi conto che essere single è tutta colpa tua? Hai speso tutte le tue risorse in cose senza senso come anime, libri manga che hai letto solo una volta, videogiochi che non finisci nemmeno più, e ora VTubers che ti vogliono solo con i tuoi soldi. Hai evitato le donne vere a causa di queste cose”.
- “Prima di tutto, l’anime è la prima cosa che inizia ad annoiarti, ed è peggio quando leggi un manga e ne esce un adattamento anime, non ti interessa guardarlo di nuovo”.
- “Se si tratta solo di anime e videogiochi, credo sia comprensibile che ci si annoi, non si possono fare altre cose?”.
- “Beh, è anche perché lavoro sempre più a lungo. Non ho spazio per fare le cose che mi piacciono”.
- “Gli otaku cercano solo motivi e strumenti per fuggire dalla realtà, ma non possono scappare per sempre”.
- “Beh, sì, credo sia ora che tu ti sposi e ti faccia una storia vaniglia tutta tua, o netorare?”.
- “Ci sono molti altri hobby al mondo, alcuni anche più prodotti di anime e videogiochi”.
- “O smettete o diventate abbastanza acidi da odiare qualsiasi anime popolare e cercare di ottenere attenzione sui social media”.
- “Quando ero giovane non capivo cosa significasse essere una persona senza hobby, oggi lo capisco”.
- “Nessuno sa cosa o quando si annoierà completamente di qualcosa”.
- “Forse là fuori ci sono decine di migliaia di otaku over 30, ma perché non ne ho mai visto nessuno? Forse a quell’età ci si vergogna di dirlo?
- “C’è una differenza tra l’essere otaku e l’apprezzare semplicemente gli anime”.
- “Alla fine, quelle persone guardano gli anime solo per sfuggire alla realtà, non se li godono davvero”.
Fonti consultate: Kudasai.