Il mondo del manga è un po’ come una battaglia tra robot giganti: c’è chi arriva, fa un po’ di casino, e poi sparisce, e poi c’è chi rimane per sempre, trasformando il caos in leggenda. Gō Nagai, che il 6 settembre 2024 compie ben 79 anni, appartiene decisamente alla seconda categoria. Non è solo un creatore di storie e personaggi: è il pilota del più grande “mecha” della cultura pop giapponese, e a quasi otto decadi di vita non sembra intenzionato a spegnere i motori.
Prima di tutto, facciamo chiarezza. Non ci illudiamo di poter condensare in un solo articolo tutta la grandezza di Gō Nagai. Sarebbe come cercare di spiegare l’intero universo partendo da un singolo pianeta: impossibile. Quindi, ecco il nostro disclaimer iniziale: questo non è un tentativo di scrivere una biografia completa e iper-dettagliata del maestro che ha rivoluzionato il mondo dei manga e degli anime. Quello che faremo qui è piuttosto fare una rapida passeggiata tra alcuni punti salienti della sua carriera – e sì, ne dimenticheremo di cruciali, lo sappiamo già. Ma è solo per darvi un assaggio della grandezza del pezzo d’uomo (e di autore) che stiamo celebrando.
Dai banchi di scuola alle altezze del cielo: gli inizi ribelli di Gō Nagai
Immaginate di essere in Giappone negli anni ’60, circondati da una società ancora legata a regole rigide e conservatrici. Poi arriva un giovane Gō Nagai, che con la sua prima opera, Harenchi Gakuen (La scuola senza pudore), lancia uno dei primi sassolini contro il vetro perfetto del moralismo giapponese. E lo fa con uno stile che può essere definito solo come esplosivo.
Harenchi Gakuen è una commedia scolastica che mescola erotismo, umorismo surreale e una buona dose di provocazione. Non sorprende che abbia causato scandalo, tanto da portare a proteste furiose e tentativi di censura. Ma quel che è chiaro è che Gō Nagai, all’epoca poco più che ventenne, stava già dimostrando che non aveva paura di sfidare le convenzioni. Anzi, sembrava divertirsi parecchio a farlo. Questo era solo l’inizio.
L’era dei robot giganti inizia: Mazinger Z e la sua conquista del mondo
Poi, un giorno del 1972, Nagai decide di far entrare in scena un robot. Non uno qualunque, ma un gigante di metallo pilotato da un giovane eroe umano. Nasce così Mazinger Z, la serie che non solo inventa il genere “super robot”, ma che letteralmente piazza Gō Nagai su un piedistallo nell’Olimpo dei creatori di manga.
Prima di Mazinger Z, nessuno aveva pensato di mettere un pilota umano al centro di un robot gigante. Era un’idea rivoluzionaria che avrebbe dato vita a decine di altre opere simili, influenzando il genere mecha per decenni. La premessa era semplice, ma potentissima: un adolescente in difficoltà che, grazie alla tecnologia avanzata, può pilotare un robot gigantesco per difendere l’umanità dalle forze del male. Ma Mazinger Z non era solo esplosioni e raggi laser: c’era anche una riflessione più profonda sul rapporto tra uomo e macchina, sul potere e sulle responsabilità che ne derivano. Ah, e robot cattivi che si sfondano di mazzate, naturalmente.
Quando si parla di mecha fuori dal Giappone, Mazinger Z è sicuramente una leggenda, ma il suo trionfo in Italia è arrivato dopo. Se dobbiamo parlare di eroi robotici che hanno fatto battere il cuore degli italiani negli anni ’70, il vero protagonista è stato Goldrake, conosciuto nel suo paese d’origine come UFO Robot Grendizer.
Negli anni ’70, le televisioni italiane erano invase da un robot gigante con la faccia da samurai di metallo e da un eroe coraggioso di nome Actarus. Goldrake è entrato nelle case italiane come un ciclone, cambiando per sempre il panorama dell’animazione nel nostro Paese. Le sue avventure non erano solo una serie di battaglie spettacolari, ma un vero e proprio fenomeno culturale che ha conquistato il cuore e l’immaginazione di una generazione intera.
Goldrake non è stato solo un cartone animato; è diventato un simbolo, un pezzo di cultura pop che ancora oggi evoca nostalgia e ammirazione. Ancora oggi, quando pensiamo alle serie animate giapponesi in Italia, Goldrake è il primo nome che ci viene in mente. Le sue gesta hanno scolpito l’immaginario collettivo, rendendolo una vera e propria icona che continua a brillare nel firmamento dell’animazione.
E mentre Mazinger Z ha avuto il suo momento di gloria in Spagna, in Italia, il regno di Goldrake rimane indiscutibile, un eroe metallico che ha segnato un’epoca e che ancora oggi è sinonimo di grandi avventure e battaglie eroiche.
Demoni e ribellioni: quando Nagai decise di scatenare l’inferno con Devilman
Non contento di aver inventato un intero genere, Gō Nagai si è spinto oltre. Nel 1972 – sì, lo stesso anno di Mazinger Z – crea Devilman. Qui Nagai cambia registro, mescolando l’horror con temi apocalittici e una trama che fa a pezzi qualsiasi cliché di eroe e villain. Il protagonista, Akira Fudo, diventa l’ospite di un demone potente, ma mantiene il suo cuore umano, usando i poteri infernali per combattere contro altri demoni che vogliono distruggere l’umanità.
Ma attenzione: Devilman non è solo mostri e massacri (anche se di quelli ce ne sono a palate). È una riflessione crudele e cupa sulla natura dell’umanità, sui limiti della nostra moralità e sulla violenza innata che ci caratterizza. Nagai ci fa letteralmente cadere nella disperazione, e proprio quando pensiamo di aver toccato il fondo, ci fa scavare ancora un po’. Non a caso, Devilman è ancora oggi considerato uno dei manga più influenti mai creati, capace di ispirare anime, film, e riletture filosofiche.
La prima supereroina sexy: Cutie Honey e il suo incredibile esordio
Dopo aver scatenato il caos con i suoi super robot e aver fatto tremare la Terra con le sue battaglie demoniache, Gō Nagai decide di cambiare registro nel 1973 con Cutie Honey. E che cambio di registro! Qui, Nagai non si limita a presentare un eroe di metallo, ma lancia un’eroina che è pura magia, glamour e adrenalina.
Cutie Honey è un’androide supereroina che può trasformarsi in qualsiasi cosa: da una diva della musica pop a una combattente spietata, senza mai perdere il suo fascino irresistibile. Con questa serie, Nagai non solo rivoluziona il panorama del manga, ma introduce un personaggio femminile che combina potere e stile con una naturalezza disarmante.
Non è solo una pioniera nel genere delle “ragazze magiche”, ma una supereroina che sfida le convenzioni e porta un’aria fresca e audace nel mondo del manga. Con Cutie Honey, Nagai dimostra ancora una volta di avere una vena innovativa incredibile, trasformando la sua eroina in un’icona che è riuscita a fare girare la testa e a far parlare di sé, proprio come i suoi robot giganti e i demoni infernali. Insomma, mentre il mondo dei super robot e degli inferi bruciava, Cutie Honey ha portato una scintilla di freschezza che ha acceso i cuori e le menti dei lettori.
Un legame indistruttibile: Gō Nagai e la sua terra natale, nonostante il terremoto
Nonostante la sua carriera da rockstar del manga, Gō Nagai non ha mai dimenticato le sue radici. Nato a Wajima, nella prefettura di Ishikawa, Nagai ha sempre mantenuto un legame profondo con la sua terra natale, dimostrando che dietro il creatore di demoni e robot giganti c’è un uomo con un cuore generoso e legato alla sua comunità.
Un legame che è diventato evidente quando, il 1º gennaio 2024, la penisola di Noto è stata colpita da un devastante terremoto. Tra i danni, anche il Gō Nagai Wonderland Museum di Wajima ha subito gravi perdite. Ma mentre molti si preoccupavano delle opere d’arte danneggiate, Nagai ha rivolto i suoi pensieri agli abitanti colpiti dal disastro, sottolineando che la cosa più importante era il benessere delle persone, non i reperti del suo museo. Le sue opere sono salve, e questo è già un miracolo, ma per lui la vera priorità è sempre stata la gente.
Grendizer U: il ritorno di Goldrake e la supervisione del signore dei mecha
Arriviamo al 2024, e Gō Nagai non mostra segni di rallentamento. Infatti, il celebre fumettista è attualmente impegnato a supervisionare la produzione di Grendizer U, un reboot dell’amato Goldrake. E qui le cose si fanno davvero interessanti: non si tratta solo di un’operazione nostalgia per attirare i fan di vecchia data, ma di un progetto che mira a portare il mito di Goldrake verso nuove vette, adattandolo ai gusti e alle sensibilità di un pubblico contemporaneo.
In un’epoca in cui molti autori lasciano che siano altri a occuparsi dei reboot delle loro opere, Gō Nagai è ancora lì, sul campo, a dare il suo contributo e a garantire che lo spirito del suo lavoro rimanga intatto. L’obiettivo è chiaro: far sì che Grendizer U non sia solo un’eco del passato, ma una nuova esplosione di energia, capace di coinvolgere vecchi e nuovi fan. Perché, se c’è una cosa che abbiamo imparato da Gō Nagai, è che lui sa come fare le cose in grande stile.
Una leggenda vivente che non si ferma mai
Con quasi otto decenni alle spalle e un curriculum che farebbe impallidire chiunque, Gō Nagai non ha ancora finito di stupire il mondo. Il suo approccio alle storie è sempre stato quello di uno sperimentatore, capace di rompere le regole e ridefinire ciò che un manga può essere. Che si tratti di farci ridere con una commedia scolastica irriverente o di lasciarci tremanti di fronte alla devastazione di un’apocalisse demoniaca, Nagai ha sempre saputo come manipolare le emozioni del lettore.
I suoi manga non si sono limitati a restare tra le pagine e sugli schermi TV, ma hanno anche trovato la loro strada verso il grande schermo. Chi ricorda le trasposizioni live action di Devilman o Cutie Honey? Questi film hanno cercato di catturare l’essenza delle sue storie, portando i suoi iconici personaggi nella realtà in modo esplosivo e, a volte, decisamente bizzarro!
Ma non finisce qui. Nel 2023, Gō Nagai ha fatto un ritorno sorprendente al cinema con Lion Girl, un film d’exploitation diretto da Kurando Mitsutake. E chi meglio di Nagai per dare un tocco unico al progetto? L’eroina protagonista (interpretata da Tori Griffith) è stata disegnata da lui stesso, e possiamo solo immaginare quanto sia stato emozionante vedere il suo stile inconfondibile prendere vita sul grande schermo. È come se Nagai avesse mescolato il suo talento per la narrazione con la magia del cinema, creando un mix che brilla di originalità e fascino.
Oggi, mentre Gō Nagai spegne 79 candeline, il suo contributo al mondo del manga e dell’animazione appare più grande che mai. Le sue storie, intrise di riflessioni sulla natura umana, sulla tecnologia e sull’apocalisse, hanno lasciato un’impronta indelebile su generazioni di lettori e autori. E mentre lui continua a supervisionare Grendizer U, siamo sicuri che, da qualche parte nella sua mente geniale, sta già covando la prossima grande idea che ci lascerà a bocca aperta.
Ma una cosa è certa: non importa quanti anni passino, Gō Nagai sarà sempre lì, con il suo pennello pronto a dar vita a nuovi mondi, a demoni furiosi e robot giganti.