Gō Nagai, maestro del manga e figura emblematica della cultura pop giapponese, è tornato nella sua città natale di Wajima, nella prefettura di Ishikawa, per la prima volta dopo il devastante terremoto della penisola di Noto. Il 30 giugno, l’autore settantanovenne ha ufficialmente donato al municipio undici opere artistiche, tra cui un pannello dedicato a Mazinger Z, incorniciato secondo la tradizione della laccatura locale del wajima-nuri.
Durante la cerimonia di consegna, tenutasi presso il municipio cittadino, Nagai ha espresso parole di incoraggiamento per la comunità colpita: “Spero che Wajima possa diventare una città nuova. Se le mie opere riusciranno a portare speranza, ne sarò felice”. Il sindaco Shigeru Sakaguchi ha accolto con gratitudine il gesto del celebre concittadino, affermando: “Molti cittadini riceveranno forza da queste opere. Vogliamo fare della ricostruzione anche l’occasione per riedificare il Museo Go Nagai come simbolo della rinascita”.
Il ritorno tra le macerie e l’impegno per la ricostruzione
Prima della cerimonia, Nagai ha visitato la zona dell’antico mercato mattutino, completamente devastata dagli incendi successivi al sisma. Tra i luoghi più dolorosamente trasformati, il terreno ormai spianato dove sorgeva il Go Nagai Wonderland Museum, dedicato alla sua carriera e frequentato da appassionati provenienti da tutto il Giappone. “È difficile persino ricordare dove si trovavano le cose”, ha commentato il mangaka con sguardo commosso, scrutando le rovine.
Originario di Wajima, dove ha vissuto fino al termine del primo anno di scuola elementare, Gō Nagai non ha mai interrotto il suo legame con la città. Dopo il sisma di Capodanno, aveva già fatto pervenire illustrazioni autografe con messaggi di sostegno. Il dono dei pannelli artistici rappresenta dunque il proseguimento di un impegno personale e simbolico verso la rinascita culturale e spirituale del territorio.
Le opere donate saranno esposte al pubblico in sedi municipali e istituzioni locali, diventando parte integrante della memoria visiva di una città che vuole ricostruire non solo le proprie case, ma anche il proprio spirito.
Fonti consultate: The Yomiuri Shimbun.