Nel marzo 2024, il Ghibli Park, progettato e supervisionato dallo Studio Ghibli, ha finalmente aperto completamente le sue porte al pubblico nella città di Nagakute, prefettura di Aichi. Dietro la realizzazione di questo ambizioso progetto troviamo Gorō Miyazaki, 57 anni, figlio del celebre regista Hayao Miyazaki e già autore di film come I racconti di Terramare (Gedo Senki), La collina dei papaveri (Kokuriko-zaka kara) e Earwig e la strega. In una recente intervista, Gorō ha parlato del Ghibli Park e del suo rapporto con il padre Hayao (83 anni), offrendo uno sguardo inedito sulla sua vita e sulla sua carriera.
Crisi e nuove sfide: il Ghibli Park come risposta
Con una sincerità disarmante, Gorō ammette: “Mio padre e io stiamo entrambi morendo”. Una frase che riassume la consapevolezza del tempo che passa e la necessità di confrontarsi con nuove sfide. La decisione di dedicarsi al Ghibli Park nasce proprio da un senso di crisi che ha colpito lo Studio Ghibli. “È difficile fare un film di successo oggi”, afferma Gorō, “e l’industria cinematografica si trova a un bivio”. I dubbi sul futuro del cinema d’animazione, accentuati dalla diffusione degli smartphone e dal calo di spettatori, hanno spinto Gorō e il suo team a esplorare nuove strade.
Nonostante il successo planetario dei film del maestro Hayao Miyazaki, la situazione per i giovani registi dello Studio Ghibli è tutt’altro che rosea. “Il successo non è garantito”, spiega Gorō, “e ci siamo interrogati sul da farsi: continuare con i film o intraprendere nuovi progetti come il Ghibli Park”. Un dilemma che ha portato a lunghe discussioni con Toshio Suzuki (75 anni), produttore e direttore esecutivo dello Studio Ghibli.
Il Ghibli Park: una sfida vinta
L’idea di un parco a tema nasce nel 2005 e rappresenta un’impresa impegnativa ma entusiasmante per Gorō. “Il progetto di un parco era ideale per Ghibli”, dice, “avevamo i contenuti giusti per realizzarlo”. La scelta della prefettura di Aichi è stata determinante grazie al sostegno del governatore Hideaki Omura, che ha concesso ampia libertà creativa al team.
Gorō, con la sua esperienza di consulente edile e progettista ambientale, si è dedicato anima e corpo alla realizzazione del Ghibli Park. “Il Grand Warehouse è un’attrazione in sé”, spiega, “e abbiamo curato ogni dettaglio per creare la giusta atmosfera”. La scelta dei materiali, la lavorazione del legno e la costruzione degli edifici hanno richiesto grande attenzione e precisione. Nonostante le difficoltà, il progetto è stato completato in tempo e senza subire gli effetti dell’aumento dei prezzi dei materiali. “Fortunatamente, siamo riusciti a evitarli”, dice Gorō con un sospiro di sollievo.
Un successo inaspettato e un futuro da scrivere
L’apertura del Ghibli Park è coincisa, quasi per un segno del destino, con la vittoria agli Oscar del film Il ragazzo e l’airone (Kimi-tachi wa dō ikiru ka, lett. “E voi come vivrete?”), diretto da Hayao Miyazaki con la produzione di Suzuki. Un premio che ha suscitato in Gorō sentimenti contrastanti: “Ho pensato: ‘Oh, hanno vinto un altro premio. Ma come faranno questi vecchietti a vivere ora che hanno detto ‘come vivere’?”, scherza Gorō, alludendo alle frequenti allusioni al ritiro da parte di Miyazaki e Suzuki.
Nonostante i successi e i premi, Hayao Miyazaki e Toshio Suzuki non hanno alcuna intenzione di ritirarsi. “Continuano a dire di voler lasciare il posto alle nuove generazioni”, afferma Gorō, “ma non sembrano intenzionati a farlo. Mio padre continua a fare film anche se ha più di 80 anni, e Suzuki dice: ‘Non ci posso fare niente’. Io ho detto loro che mi sarei ritirato per primo, e sembra che sarà così”.
Un rapporto padre-figlio complesso e in evoluzione
Gorō e Hayao Miyazaki lavorano nello stesso posto, ma raramente collaborano. “Nemmeno mangiamo insieme”, confessa Gorō, “è troppo pesante. Non lo evito, ma vado a trovarlo ogni giorno. Anche se lavoriamo in stanze vicine, è normale non vederci per una settimana”.
Hayao, da parte sua, sembra distaccato dal progetto del Ghibli Park: “Forse sta diventando noioso laggiù. Penso che quando si invecchia, si diventa più concentrati su sé stessi. Ma io sto bene così”.
In passato, i media avevano parlato di una faida tra padre e figlio. Gorō ripercorre la sua esperienza: “Da giovane non mi sentivo in dovere di dire: ‘Chi diavolo è questo tizio?’. Ma è inevitabile che la gente dica che sono il figlio di una persona del genere”.
Gorō non sa cosa riserva il futuro per lui e per lo Studio Ghibli. “Forse è solo che sia io che mio padre stiamo gradualmente appassendo”, riflette. “Anch’io ho quasi cinquant’anni, ed essere vecchi e di mezza età non è molto bello.”
I giorni di padre e figlio continuano, con un senso di distanza unico. Un rapporto complesso, fatto di silenzi, rispetto e reciproca ammirazione. Il futuro dello Studio Ghibli è incerto, ma una cosa è certa: l’eredità di Hayao Miyazaki è in buone mani, con Goro pronto a portare avanti la sua visione e il suo amore per l’animazione.
Fonti consultate: Yahoo! Japan.