Nelle ultime settimane, la comunità online giapponese è stata coinvolta in un acceso dibattito sulla tendenza di alcuni fan di anime a saltare le sequenze iniziali e finali delle serie, con opinioni e considerazioni contrastanti sul fatto che questa pratica sia “deplorevole” o semplicemente una scelta dello spettatore.
Le sequenze di apertura e di chiusura, comunemente note rispettivamente come “OP” e “ED”, sono elementi essenziali nella cultura degli anime. Queste sequenze, spesso accompagnate da canzoni orecchiabili e immagini accattivanti, fungono da introduzione e conclusione di ogni episodio, offrendo agli spettatori un’esperienza completa che va oltre la narrazione principale.
Le sequenze di apertura di solito introducono i personaggi principali, stabiliscono l’atmosfera della serie e, in molti casi, contengono sottili indizi sulla trama. D’altro canto, le sequenze finali offrono l’opportunità di riflettere su quanto accaduto nell’episodio e spesso presentano momenti emotivi o comici.
Entrambe le sequenze sono considerate una forma d’arte da molti fan e sono apprezzate per il loro contributo alla costruzione dell’identità della serie. Tuttavia, alcuni netizen hanno espresso il loro disappunto nel vedere altri spettatori saltare queste sequenze, sostenendo che ciò dimostra una mancanza di apprezzamento per il lavoro artistico e la creatività coinvolti nella loro produzione.
La questione se saltare le sequenze iniziali e finali sia “deplorevole” o semplicemente una scelta personale ha generato opinioni discordanti. Molti sostengono che, sebbene queste sequenze siano preziose, la decisione di saltarle o meno dipende dalla qualità e dalla godibilità delle stesse.
Alcuni fan sostengono che se le sequenze sono ben fatte, con animazioni di alta qualità e musica coinvolgente, è più probabile che gli spettatori scelgano di guardarle piuttosto che saltarle. D’altra parte, se le sequenze sono percepite come noiose o ripetitive, è comprensibile che alcuni preferiscano farle scorrere velocemente:
- “Non è proprio per questo che le piattaforme di streaming hanno aggiunto la funzione ‘skip’?”.
- “Credo che dipenda dalla serie”.
- “È colpa della produzione se i fan decidono di saltare l’opening o il finale, se non scelgono una buona canzone o inseriscono cose irrilevanti, verranno saltati”.
- “A volte le aperture sono deludenti, quindi capisco la necessità di saltarle”.
- “Mi piace il modo in cui gli studios finiscono per prendere in giro le persone che saltano subito all’episodio successivo quando inizia il finale, aggiungendo scene post-credits”.
- “A volte non interrompo il finale perché penso che la canzone sia bella, ma la maggior parte delle volte lo faccio. Penso che serva a riflettere che le aperture e i finali possono essere solo o brutti o belli, non c’è una via di mezzo”.
- “Dalla seconda volta che appaiono, inizio a saltarle in ogni episodio”.
- “Beh, spesso ci sono aperture noiose con canzoni poco interessanti”.
- “Se c’è un cambiamento costante nelle aperture e nei finali di una serie, la guardo, ma se è sempre la stessa, la salto. È sempre possibile individuare una scena post-credits controllando la barra delle anteprime”.
- “Se mi piace la canzone, non la salto. Ma non mi preoccupo nemmeno di guardare le immagini, mi limito a fare qualcos’altro mentre l’episodio avanza”.
- “Non c’è motivo di guardare sempre la stessa cosa. Ma anche cambiare ogni episodio sembra una cattiva idea, ricordate cosa è successo l’anno scorso con un certo anime popolare”.
- “C’è sempre la possibilità che l’apertura o il finale cambino sottilmente con il progredire della storia, quindi non li salto mai”.
- “Molti anime oggi non sembrano impegnarsi molto nelle sequenze di apertura e di chiusura perché sanno che gli spettatori le salteranno comunque. In passato, molte persone guardavano gli anime su DVD o in TV, quindi era più difficile saltare le sequenze. Credo che al giorno d’oggi sia solo una forma di ‘cortometraggio’, dove si mettono alla prova i talenti degli animatori”.
- “Sono dodici episodi, quindi circa 36 minuti sprecati se si considerano le sequenze di apertura e di chiusura, che corrispondono alla durata di altri due episodi!”.
Fonti consultate: Kudasai.