Le tre forme artistiche dei manga, degli anime e dei videogiochi si sono prima sviluppate in Giappone, per poi diffondersi nel corso degli anni in altri luoghi, fino a diventare esperienze artistiche e innovative tra le più popolari al mondo. Le storie e i personaggi che compaiono in questi media sono spesso così avvincenti da poter essere apprezzati anche da persone che non hanno alcuna conoscenza del Paese asiatico o della sua cultura. Potrebbe quindi sorprendervi sapere che tutti e tre devono molto l’uno all’altro. In questo post vedremo come queste tre forme d’arte, se così le possiamo definire, si sono influenzate a vicenda nel corso del tempo.
Che cos’è il manga?
Il manga è una sorta di fumetto che esiste da oltre cento anni. È scritto e illustrato generalmente da una sola persona, salvo qualche eccezione. In origine, il termine manga era usato per descrivere qualsiasi tipo di fumetto o cartone animato prodotto in Giappone; oggi, tuttavia, si riferisce specificamente alle graphic novel che si sono evolute in una forma d’arte a sé stante. È tipicamente caratterizzato da disegni colorati e da occhi grandi ed espressivi; viene utilizzato in vari modi: come forma di intrattenimento, come stile artistico e anche come mezzo per trasmettere opinioni socialmente rilevanti. Il manga si legge da destra a sinistra, a differenza dei fumetti occidentali che si leggono da sinistra a destra. Di solito rappresenta storie con molta azione e dramma e i personaggi sono disegnati in modo particolarmente esagerato e stravagante.
Cos’è l’anime?
L’anime è invece uno stile di animazione, come la stessa parola suggerisce, nato sempre nel paese del Sol Levante, che si riferisce a tutte le forme di programmazione animata, tra cui gli spettacoli televisivi e i film. È diventato talmente popolare in tutto il mondo che viene anche usato come una sorta di termine ombrello per qualsiasi forma di animazione prodotta in Giappone: non è infatti raro sentire qualcuno dire “di solito non guardo gli anime” quando intende “di solito non guardo i cartoni animati”.
Manga e anime non sono la stessa cosa
Manga e anime sono due parole giapponesi che descrivono uno stile di narrazione. Utilizzano stili simili per raccontare storie, ma non sono esattamente la stessa cosa: Paranoia Agent è un esempio di anime perché è stato originariamente creato come animazione per la trasmissione televisiva; mentre Bleach di Tite Kubo è un manga; Lady Oscar nasce invece come manga e diventa in seguito uno degli anime più conosciuti al mondo.
Chiariamo subito una cosa importante: gli anime non sono (solo) cartoni animati per bambini. Anzi, gran parte degli anime prodotti oggi in Giappone sono rivolti ad adulti e adolescenti: molti presentano infatti trame complesse e temi decisamente inappropriati per i più giovani.
Influenze tra manga, anime e videogiochi
Anime e manga si influenzano a vicenda da decenni, ma recentemente è diventato sempre più evidente che anche i videogiochi stiano facendo lo stesso. Ad esempio, la serie Pokémon è fortemente ispirata al folklore e alla mitologia giapponese: molti dei mostri che si vedono nei Pokémon appaiono in vecchie storie e opere d’arte, e alcuni sono stati addirittura creati da Game Freak appositamente per essere utilizzati nei videogames.
Vale la pena notare che ci sono molti esempi in cui un medium ha influenzato un altro: Dragon Ball Z era originariamente un manga prima di diventare un anime; mentre The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild è stato ispirato da film dello Studio Ghibli come Princess Mononoke (che a sua volta prende il nome da una battuta di Nausicaa della Valle del Vento di Hayao Miyazaki). Tra le influenze più note al grande pubblico ci sono sicuramente: Ken il Guerriero, Holly Benji, I Cavalieri dello Zodiaco, Lupin e Sailor Moon.
E, a proposito di quest’ultimo, anche il mondo dei casinò online non manca di riferimenti importanti all’universo dei manga e degli anime giapponesi. Tra le varie slot presenti su piattaforme come PokerStars Casino, per citarne una, è possibile imbattersi in ambientazioni e personaggi che hanno segnato la giovinezza di intere generazioni. Un esempio emblematico è proprio Moon Princess di Play’n Go dove, sia nel titolo che nella divisa da marinaretta delle protagoniste, è palese il richiamo al celebra manga, poi diventato anche anime, Sailor Moon. I colori blu, rosso e verde indossati da Love, Star e Storm non possono che riportare subito alla mente Sailor Mercury, Sailor Mars e Sailor Pluto.
Tra i migliori videogame ispirati agli anime vale la pena menzionare anche: Naruto, Yu Gi Oh, Astro Boy e i già citati Dragon Ball e Bleach. E poi ancora: Final Fantasy VII, ispirato ad Akira, o Tekken 7, ispirato a Street Fighter II: The Movie.
La distinzione tra i videogiochi e altre forme mediatiche come gli anime o i manga è che si basano molto sull’interattività: i giocatori devono agire affinché tutto il resto accada all’interno di questi mondi (e spesso anche al di fuori di essi). Tuttavia, ci sono alcune eccezioni in cui i giocatori possono semplicemente sedersi e guardare senza avere alcun controllo su ciò che accadrà in seguito: questi tipi di esperienze sono stati soprannominati giochi “passivi” da alcuni addetti ai lavori, a causa della loro mancanza di interazione con i dispositivi di input dei giocatori come tastiere, mouse o joypad. In conclusione, si può affermare, insomma, che ci siamo molte somiglianze tra manga, anime e videogiochi; tutti hanno uno stile di narrazione unico che li distingue da altre forme di media, ma condividono allo stesso tempo anche molte similitudini perché provengono dalla stessa fonte: l’arte tradizionale giapponese.