Nel cuore di un’industria capace di dettare tendenze globali, ma troppo spesso minata da condizioni lavorative insostenibili, il governo giapponese compie un passo deciso verso la riforma e il potenziamento strutturale del comparto anime. L’Agenzia per gli Affari Culturali ha infatti delineato un progetto organico che mira non solo a preservare, ma soprattutto a espandere il valore creativo e commerciale dell’animazione giapponese a livello internazionale.
Un comitato per formare i creatori di domani
Il fulcro dell’iniziativa è la prossima istituzione del Comitato di Collaborazione Industria-Accademia per la Formazione delle Risorse Umane Anime, destinato a prendere forma entro la fine dell’anno fiscale. Questo organismo avrà il compito di elaborare linee guida concrete per la formazione delle professionalità fondamentali dell’animazione, dalla regia alla scrittura dello storyboard, dall’ingegneria del suono al montaggio, in una prospettiva che abbraccia anche la comunicazione in lingua straniera e la gestione della proprietà intellettuale.
Obiettivo dichiarato è una sinergia operativa tra studi di produzione, università e scuole professionali, che permetta la trasmissione di competenze tecniche aggiornate e adatte a un’industria in rapido mutamento. A tale scopo, verranno incentivati nuovi corsi dedicati all’anime nei percorsi accademici e tecnici, contribuendo a formare una nuova generazione di creatori capace di muoversi con consapevolezza sia nel panorama nazionale che su quello internazionale.
Conservazione del passato e visione per il futuro
Oltre alla formazione, il piano dell’Agenzia include la creazione di una società di conservazione degli anime, un’istituzione con il compito di preservare e restaurare opere storiche dell’animazione nipponica. Questo approccio punta a riconoscere e valorizzare il patrimonio culturale costituito da decenni di produzione, spesso a rischio di deterioramento fisico e oblio.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio Consiglio pubblico-privato sull’industria dei contenuti, un organismo che si propone di stimolare l’intero comparto dell’intrattenimento giapponese, dal cinema alla musica, fino ai videogiochi. A fronte di un valore stimato in 5,8 trilioni di yen nel 2022, l’ambizione è di triplicare la portata dell’export di contenuti culturali giapponesi entro il 2033, arrivando a toccare i 20 trilioni.
Il precedente della controversa e inefficace iniziativa Cool Japan, partita con grandi propositi ma finita per rivelarsi fallimentare a causa di cattiva gestione e scarsa visione strategica, impone cautela. Tuttavia, la struttura più concreta e mirata del nuovo piano fa sperare in un risultato ben diverso.
Se sarà davvero l’inizio di una rinascita o solo l’ennesimo tentativo velleitario, lo dirà il tempo. Ma l’intento, questa volta, sembra all’altezza della posta in gioco.
Fonti consultate: SoraNews24.