Negli ultimi mesi, un’interessante discussione è emersa sui forum giapponesi in merito agli effetti terapeutici del celebre videogioco Tetris. In particolare, è stato evidenziato come questa iconica esperienza di gioco, nata negli anni ’80 dall’ingegno del programmatore russo Aleksej Pažitnov, possa rappresentare una sorta di “terapia emotiva”, capace di aiutare a gestire lo stress e i ricordi traumatici. Il dibattito è nato da un commento online che ha rapidamente conquistato l’attenzione degli utenti, portando numerosi appassionati a condividere le proprie esperienze personali riguardanti il potere calmante di Tetris.
トラウマがフラッシュバックしてる時はテトリスをやると認知がシャッフルされて良い感じにダウンを回避出来る。という研究を知ってからというものテトリスのアプリを入れているのだが確かに効果がある。問題はダウン回避出来る代わりに無限に時間が溶けることだ。今日も2時間溶けた。解散だ解散。
— すあま (@suama13) July 29, 2024
Distrazione terapeutica: l’esperienza di Tetris come fuga dai ricordi traumatici
Un utente, la cui osservazione ha dato il via alla discussione, ha affermato che giocare a Tetris durante momenti di vulnerabilità emotiva potrebbe contribuire a “fondere la cognizione” e a evitare uno stato di crollo psicologico. “Quando riaffiorano ricordi traumatici,” ha scritto l’utente, “giocare a Tetris aiuta a evitare una caduta emotiva.” Questa riflessione, semplice ma efficace, ha subito risuonato con una vasta platea, portando molti a concordare con l’idea che Tetris possa avere un effetto terapeutico in situazioni di stress o ansia.
L’efficacia del gioco sarebbe legata alla sua struttura ripetitiva e coinvolgente. Secondo quanto riportato da alcuni utenti, la meccanica del gioco, che richiede una costante attenzione per incastrare i pezzi nel minor tempo possibile, permette alla mente di concentrarsi esclusivamente sul compito presente, allontanando i pensieri negativi. L’effetto è quasi ipnotico, secondo i commenti di molti giocatori: una sorta di “evasione cognitiva” che sembra lenire le emozioni intense legate a esperienze negative.
Coinvolgimento e rischio di dipendenza: il lato oscuro di Tetris
Tuttavia, sebbene il valore terapeutico di Tetris sia stato ampiamente riconosciuto dai partecipanti alla discussione, non è mancata una nota di cautela. La natura avvincente del gioco, capace di far perdere la cognizione del tempo, è stata menzionata come un potenziale rischio per chi lo utilizza come mezzo per sfuggire allo stress. “Il problema è che, pur evitando il crollo emotivo, consuma tempo all’infinito,” ha osservato l’autore del commento iniziale, aggiungendo ironicamente: “Oggi ho perso due ore. Fine della storia.” Questo elemento di dipendenza, talvolta trascurato, è una componente importante da considerare per chi si avvicina a Tetris con fini terapeutici.
Molti hanno condiviso esperienze simili. “L’abisso di Tetris”, ha scritto un altro utente, ricordando come il semplice atto di giocare possa facilmente trasformarsi in un’attività che consuma ore intere, talvolta senza che il giocatore se ne accorga. Un altro ha raccontato di aver restaurato un Game Boy originale e di essere rimasto affascinato dalla capacità di Tetris di “dissolvere il tempo”. Questo fenomeno, che tocca la sfera della dipendenza dal gioco, solleva interrogativi sull’equilibrio tra l’uso terapeutico di Tetris e la sua capacità di “rubare” tempo prezioso.
Le teorie sulla gestione dello stress: una soluzione pratica per flashback emotivi?
Una parte della discussione si è concentrata su come Tetris possa essere utilizzato per affrontare ricordi indesiderati o flashback traumatici. Diversi utenti hanno menzionato i consigli ricevuti dai propri terapeuti, che suggerivano di impegnare la mente con attività che richiedono un elevato livello di attenzione, come cantare o fare giochi mentali, per ridurre la frequenza dei pensieri negativi. In questo contesto, Tetris appare come uno strumento ideale, capace di mantenere la mente occupata grazie alla sua meccanica basata sulla risoluzione rapida dei problemi.
Un utente ha condiviso l’esperienza del proprio medico, il quale affermava che, sebbene non sia possibile eliminare completamente i flashback emotivi, si può ridurne l’impatto attraverso l’abitudine a “non pensarci”. “Fare qualcosa che tenga il cervello occupato”, ha aggiunto, “è la cosa migliore da fare. Penso che Tetris sia così.” Questo suggerimento ha trovato riscontro in molti partecipanti alla discussione, che hanno confermato la capacità del gioco di fungere da distrazione utile nei momenti di disagio emotivo.
Tra mito e realtà: la “cospirazione” dietro Tetris
A margine della conversazione, non sono mancate teorie più fantasiose sul gioco, tra cui una curiosa teoria della cospirazione secondo la quale Tetris sarebbe stato creato in Russia come “strumento per diminuire la motivazione” e consumare il tempo degli utenti. Questo commento, pur condiviso con tono ironico, ha stimolato il dibattito, con alcuni utenti che hanno scherzosamente esplorato l’idea di un oscuro disegno dietro la creazione del gioco, evidenziando ancora una volta la sua capacità ipnotica e immersiva.
La discussione avviata nei forum giapponesi ha messo in luce una verità spesso trascurata: il potenziale terapeutico dei videogiochi. Tetris, con la sua semplicità e immediatezza, si rivela un mezzo efficace per distrarre la mente dai pensieri negativi e gestire situazioni di stress, ma al contempo rappresenta un potenziale rischio per chi ne abusa, data la sua natura coinvolgente. In definitiva, come per molte tecniche di gestione dello stress, il segreto sta nel bilanciare l’uso del gioco con altre attività salutari, senza lasciare che diventi una mera fuga dalla realtà.
Fonti consultate: Kudasai.