Corre l’anno 2123 e il cielo sopra la Repubblica di Sanlar è un mosaico di scintille e detriti. La Federazione di Xenes, con la sua schiacciante superiorità militare, ha ridotto in cenere ogni illusione di pace. Tra le rovine di un conflitto che dura da un anno, un ordine disperato risuona nelle comunicazioni criptate: il 12º Corpo Corazzato Speciale, un’unità di reietti e ribelli, viene richiamato in azione. Nei loro mech, le possenti armature d’assalto Leynos, si cela l’ultima speranza di ribaltare un destino che sembra già scritto. È in questo scenario che prende vita Assault Suit Leynos 2 Saturn Tribute, un titolo che, dopo quasi tre decenni di esclusiva giapponese, approda in Occidente grazie a City Connection e Clear River Games. Disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch, con un’edizione fisica prevista per maggio 2025, il gioco si offre come un ponte tra passato e presente, un’ode ai fasti del Sega Saturn rimodellata per i giocatori di oggi.
Un’eredità robotica rivisitata
Sviluppato originariamente nel 1997 da Masaya, Assault Suit Leynos 2 si presenta come il seguito a 32 bit del capostipite apparso su Sega Mega Drive nel 1990, noto in Nord America come Target Earth. Questo sparatutto a scorrimento laterale immerge i giocatori in un universo ispirato agli anime mecha, dove il clangore del metallo e il fragore delle esplosioni scandiscono un ritmo incalzante. La trama, pur non brillando per originalità, dipinge un futuro distopico in cui la guerra tra fazioni umane si combatte con giganti d’acciaio. Il giocatore veste i panni di un pilota del 12º Corazzato, un’unità tanto temuta quanto disprezzata, chiamata a fronteggiare missioni al limite dell’impossibile. Sette livelli si dipanano tra scenari terrestri e spaziali, ognuno caratterizzato da un crescendo di difficoltà che mette alla prova riflessi e ingegno. Rispetto al suo predecessore e allo spin-off Assault Suit Valken (uscito su Super NES nel 1992), questo capitolo amplifica la scala degli scontri e la complessità tattica, rendendolo un titolo squisitamente mechacentrico.
Personalizzazione e strategia: il cuore del combattimento
Ciò che rende Assault Suit Leynos 2 Saturn Tribute un’esperienza distintiva è la profondità del suo sistema di personalizzazione. Prima di ogni missione, il giocatore può equipaggiare la propria armatura con un arsenale variegato: dalle mitragliatrici a raffica ai cannoni a lungo raggio, fino a dispositivi ausiliari come scudi e jetpack per rapide manovre evasive. La possibilità di regolare i parametri del mech, ottimizzandone velocità, resistenza o potenza di fuoco, introduce un elemento strategico che va oltre la semplice azione frenetica. Le scelte non sono mai banali: alcune armi, ora sbloccabili grazie a correzioni di bug dell’originale, offrono approcci diversi al combattimento, mentre la telecamera dinamica si adatta alle decisioni prese, modificando il campo visivo in base all’equipaggiamento. La difficoltà, volutamente ostica, richiama l’essenza dei giochi anni ’90, ma è temperata da funzionalità moderne come il riavvolgimento del tempo, il salvataggio rapido e una modalità rallentata, pensate per alleggerire il peso di un design altrimenti inflessibile. Eppure, la sensazione di pilotare un colosso d’acciaio resta intatta: i movimenti sono ponderati, quasi lenti, e ogni colpo richiede una gestione attenta delle risorse, in un equilibrio che premia pazienza e precisione.
Tecnica e nostalgia: un restauro parziale
Sul piano tecnico, Assault Suit Leynos 2 Saturn Tribute si muove tra la fedeltà al passato e timidi passi verso il presente. La grafica conserva il fascino ruvido degli sprite bidimensionali del Sega Saturn, con esplosioni spettacolari e mech dettagliati che evocano un’epoca d’oro del videogioco. Tuttavia, i ritocchi visivi sono minimali: l’interfaccia è stata aggiornata e sono state aggiunte opzioni di levigatura, ma l’estetica generale non si discosta molto dall’originale, rischiando di apparire spartana agli occhi di chi non ne apprezza il valore storico. La colonna sonora, con i suoi brani energici, accompagna degnamente l’azione, mentre gli effetti sonori, pur funzionali, mostrano i segni del tempo, mancando della pienezza che ci si aspetterebbe da una rimasterizzazione più ambiziosa. I controlli, fedeli alla pesantezza del mech, possono risultare ostici per i neofiti, ma si rivelano coerenti con l’atmosfera del gioco. La traduzione in inglese, finalmente presente, affianca il giapponese originale, rendendo il titolo accessibile a un pubblico più ampio senza snaturarne le radici.
Assault Suit Leynos 2 Saturn Tribute è un’opera retròfutura, un viaggio che celebra un classico di nicchia con aggiunte che ne preservano lo spirito pur aprendolo a nuove generazioni. La sua forza risiede nell’intensità dei combattimenti e nella libertà di personalizzazione, ma il restauro tecnico parziale e una certa rigidità strutturale ne limitano l’appeal universale. Per gli amanti dei mecha e dei giochi d’azione bidimensionali, è un ritorno gradito, un frammento di storia videoludica che respira ancora; per i nuovi arrivati, potrebbe essere una sfida tanto affascinante quanto ostica, un tuffo in un passato che richiede dedizione per essere apprezzato appieno.
