In occasione dell’imminente uscita nelle sale italiane del film anime Inu-Oh, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare il talentuoso regista Masaaki Yuasa. Conosciuto per il suo stile unico e innovativo nel mondo dell’animazione giapponese, Yuasa ci ha regalato opere indimenticabili come Mind Game e Lu e la città delle sirene. Attraverso questa intervista, abbiamo voluto scoprire le motivazioni dietro la sua scelta di adattare il romanzo teatrale di Hideo Furukawa, Tales of the Heike, e come ha creato un’esperienza cinematografica unica nel suo genere. Yuasa ci ha raccontato delle sfide affrontate durante la produzione del film, dell’importanza di esplorare temi universali come l’amore e l’accettazione di sé, e di come abbia cercato di rendere omaggio alla ricca tradizione culturale del Giappone in questa coinvolgente storia. Attraverso questa intervista, avrete l’opportunità di conoscere da vicino il genio creativo di Masaaki Yuasa e di immergervi nell’universo affascinante e surreale di Inu-Oh.
Inu-Oh, distribuito da Hikari Edizioni e Double Line, arriverà nelle sale italiane il 12 ottobre, regalando agli appassionati del genere un’esperienza visiva unica e coinvolgente.
Intervista a Masaaki Yuasa
Cosa ha pensato quando le è stato proposto di lavorare a questo progetto?
“Ho pensato che avrei dovuto concentrarmi sulla creazione di un buon film, piuttosto che preoccuparmi delle vendite. Il primo materiale che ho ricevuto conteneva diversi poster e foto di film live action su artisti di vari generi da cui attingere ispirazione, come il glam rock, il punk o l’hip-hop. Ho pensato che sarebbe stato interessante vedere le persone del periodo Muromachi impazzire per le star protagoniste, proprio come i fan al giorno d’oggi impazziscono per questi artisti… ed è con questo semplice pensiero che ho accettato il progetto (risate). Come di solito accade, ho iniziato a visualizzare il tema dell’opera gradualmente, mentre la creavo, e poi ho capito cosa dovessi approfondire.”
Cosa l’ha colpita del romanzo di Hideo Furukawa “The Tale of The Heike: The Inu-Oh Chapters”?
“L’ambientazione mi è sembrata simile a quella di Dororo di Osamu Tezuka, ma la cosa unica e interessante del romanzo è il brio del personaggio di Inu-oh. Sembra essere sempre molto felice, anche se è cresciuto in condizioni difficili e ci si chiede come possa essere così… ma è proprio questo il bello di lui. Forse mi sono sentito così anche perché ero esausto e depresso, molto giù mentalmente, quando ho letto il romanzo (risata forzata). Incontrando il personaggio di Inu-oh in un momento simile della mia vita, ho sentito la sua luce brillare anche su di me.”
In questa storia è riuscito a trovare subito elementi che risulterebbero rilevanti anche oggi?
“Ho sentito che il tema del ‘riconoscere un’altra persona’ è ancora molto attuale. La morale della vicenda è che, anche se non sono passati alla storia, Inu-oh è stato gratificato per aver avuto Tomona/Tomoari e Tomona/Tomoari è stato gratificato per aver avuto Inu-oh. Spero che anche gli spettatori che guarderanno la loro storia ora sentiranno l’importanza di capire le persone che li circondano. Ha anche a che vedere con il ‘far luce su persone che sono scomparse senza essere notate ai loro tempi’; credo che fosse uno dei ruoli degli artisti noh e dei monaci biwa, ed è anche quello che il signor Furukawa ha voluto realizzare quando ha fatto luce sul personaggio di Inu-oh, di cui non rimangono molti documenti. Credo che l’aver trasformato questa storia in un film d’animazione sia una cosa molto significativa.”
Intendeva da subito interpretare la storia in modo libero, senza essere troppo vincolato dal periodo storico?
“La conoscenza è importante, quindi è una buona cosa cercare di seguire il più possibile la ricerca storica, ma dopo averci pensato ancora un po’ ho deciso che avremmo potuto provare a immaginare anche altre cose. Sono sempre stato molto dubbioso verso quel modo di interpretare la storia che vede il passato come ‘inferiore’, mentre le cose migliorano unicamente con l’evolversi del tempo. All’epoca possono essere vissuti individui che avevano lo stesso modo di pensare di oggi, o anche modi più maturi. Ho pensato che sarebbe stato interessante se le persone del passato avessero avuto un’immaginazione e una creatività al di là delle nostre conoscenze attuali. Per questo ho deciso di creare qualcosa che non fosse basato unicamente su ciò che conosciamo.”
Come ha selezionato lo staff di animazione?
“Ammetto che in quel momento ero molto impegnato, quindi mi sono affidato al parere del produttore. Ho richiesto specificamente solo alcune persone con cui lavoro regolarmente, oltre al responsabile degli sfondi Hideki Nakamura, con cui volevo lavorare ancora fin dalla nostra prima collaborazione per il cortometraggio Cat Soup (2001). Ma anche se io stesso avessi potuto scegliere ogni singolo membro dello staff, il nostro modo di lavorare sarebbe stato identico, perché cerco sempre di adattare il mio metodo agli stili e alle peculiarità di ciascuno, quindi in ogni caso non sarebbe stato un problema. Desideravo che il personale più giovane di Science SARU vedesse in loco il processo di realizzazione di un film, da vicino e in prima persona, per consentire loro di apprendere il più possibile, quindi li ho coinvolti direttamente. Ovviamente, ho anche voluto raccogliere persone che avessero un grande talento (risate).”
Lo staff dell’animazione è stellare…
“Sì, ma c’era così tanto lavoro da fare che è stato difficile esaminarlo tutto in loco. Trovare la manodopera per perfezionare tutti i dettagli è stato un compito difficile. Poiché nella storia c’erano molti dettagli a cui prestare attenzione, includendo anche la ricerca storica, trasmetterli correttamente alle persone coinvolte è stata di per sé una grande sfida. Ma anche in questo caso l’intera squadra, compresi i supervisori dell’animazione Yoshimichi Kameda e Satoshi Nakano, si è impegnata a rendere tutto alla perfezione. Il direttore dell’animazione Shuto Enomoto è stato responsabile delle scene dell’infanzia di Inu-oh e della prima scena di ballo, mentre Izumi Murakami ha realizzato la maggior parte dei disegni più belli. Anche il lavoro di veterani come Yasuhiro Nakura e Atsuko Fukushima è stato straordinario, come sapevo che sarebbe stato. Per quanto riguarda le inquadrature che riprendono il punto di vista di Tomona, una diversa squadra di persone le ha colorate in modo particolare per farle risaltare.”
È stato difficile animare le scene di ballo conferendogli l’energia dei festival musicali?
“È stato difficile decidere una forma e un flusso approssimativo, ma una volta che lo abbiamo stabilito, ho consegnato tutti i materiali in mio possesso, chiedendo agli animatori di studiarli mentre disegnavano le scene. Per quanto riguarda gli stili di danza, volevo che si evolvessero nel corso del film, passando da uno stile più arcaico a numeri musicali più raffinati come quelli dei film musicali simili a Ballando sotto la pioggia (1952), includendo un po’ di shuffle dance e, verso la fine, danza classica. Abbiamo avuto come riferimento non solo i movimenti dei ballerini, ma anche quelli di atleti di vari altri sport. Abbiamo abbinato questi bei movimenti in vari modi. Per quanto riguarda le scene di esibizione musicale, uno dei nostri direttori dell’animazione, Kenji Zemba, era molto esperto nel campo della musica, così gli ho chiesto di osservare da vicino tutte le sequenze per controllare come i singoli suonatori usassero i propri strumenti.”
Nei festival cinematografici internazionali, INU-OH è stato definito un’”opera rock”. Ma lei aveva sperimentato l’alchimia tra animazione e musica già nel suo primo lungometraggio, Mind Game. Si potrebbe dire che questo film sia il risultato degli esperimenti condotti nei suoi progetti precedenti?
“Ho sempre lavorato nella direzione di una sincronia tra musica e immagini che fosse la più bella possibile. Ma in realtà, ripensando al modo in cui abbiamo operato in questo film, mi ha davvero sorpreso che sia finita così bene (risate). Pensavo che il modo migliore per lavorare su questo film sarebbe stato anteporre la musica alle animazioni, ma non ero in grado di descrivere correttamente ciò che avevo immaginato. Perciò Yoshihide Otomo, che si è occupato della musica, mi ha chiesto di anteporre la coreografia.”
Davvero?
“All’inizio ero stupito di questa sua richiesta, ma mi sono reso conto che, se non avessimo risolto questo problema, la produzione si sarebbe bloccata. Così ho chiesto agli artisti di fornire degli storyboard per le scene e abbiamo creato un’anteprima animata. Qualcosa che mostrasse il ritmo con cui i personaggi avrebbero battuto le mani, le parole che avrebbero cantato, cose del genere. Sapevo già a grandi linee di cosa avrebbero parlato le scene, quindi ho scritto dei testi adatti. Per le canzoni di Inu-oh, volevo che il tema fosse ‘non arrendersi mai’, quindi ho visualizzato nella mia mente il climax del film e poi ho scritto i testi per ogni parte. Ho dato tutto questo al signor Otomo, che ha composto la musica. Mi trovavo in un territorio completamente sconosciuto, ma ho pensato che fosse davvero straordinario. Pensavo che ci sarebbe voluto un po’ di adattamento per far combaciare la canzoni con le immagini del film, ma lui le ha create perfettamente fin dall’inizio. Grazie a questo elemento, siamo riusciti a creare scene che si inseriscono perfettamente nella storia complessiva.”
È incredibile.
“Su questa base, ho chiesto ad Avu-chan di impostare il testo e lo stile di canto. E con il suo contributo come cantante e interprete, abbiamo messo insieme il tutto nella sua forma finale. Avu-chan ha provato sul posto varie tipologie di canto ed è stato molto veloce nel giudicare se risultasse giusto o meno. Ero stupito e ricordo di aver pensato: ‘Wow, è così che gli artisti registrano gli album.'”
Come ha diretto Avu-chan e Mirai Moriyama nelle vesti di doppiatori?
“Non ho mai chiesto qualcosa di specifico. Parlavo con il direttore del suono Eriko Kimura della direzione generale del progetto e spiegavo direttamente solo le situazioni e ciò che i personaggi stavano facendo nella scena. Se trovavo qualcosa che non mi piaceva, intervenivo, ma se pensavo che potesse funzionare, non dicevo nulla in particolare.”
È stata la prima incursione di Avu-chan nel doppiaggio, ma è stato incredibilmente bravo.
“In precedenza, avevo coinvolto Avu-chan in un piccolo ruolo di doppiaggio per Devilman Crybaby, ma questa volta lui era il personaggio principale, quindi con molte più battute, e mi sono preoccupato un po’. Inizialmente Avu-chan era propenso a rifare le battute fino al mio ok. In seguito, ho smesso di preoccuparmi e abbiamo fatto più ripetizioni solo su sua richiesta, cioè quando mi diceva: ‘Lasciami provare un’altra volta, voglio farlo nel modo giusto.'”
Sembra che il signor Moriyama abbia deciso di iniziare a praticare il biwa, è vero?
“Ho chiesto a Yukihiro Goto, il supervisore biwa del film, di insegnarglielo e hanno provato insieme. Il signor Moriyama è diventato molto bravo, tanto che abbiamo pensato di usare il suo biwa nel film. Lui è un tipo modesto e si è opposto dicendo che non era ‘neanche lontanamente bravo a sufficienza’. Si è impegnato al massimo nel suo ruolo e credo che sia riuscito a ricreare in modo convincente la sensazione di cantare suonando il biwa.”
La parabola del successo e della caduta, come artisti, di Inu-oh e Tomoari va anche in sincrono con l’ascesa e la caduta del clan Heike nello Heike monogatari, non è vero?
“Esattamente. La loro ascesa è simile a quella delle rockstar. Ho immaginato una frenesia simile a quella che i Beatles provocarono ai loro tempi. Ma per quanto riguarda il modo in cui tutto sprofonda, non mi importava che andasse in un modo o nell’altro, buono o cattivo (risate). Anche se la loro vicenda non è passata alla storia, la cosa più importante è che si sono incontrati al momento giusto e sono rimasti l’uno accanto all’altro, accettandosi a vicenda.”
È un sentimento che prova anche lei?
“Per anni ho desiderato lavorare con persone che la pensano diversamente da me e l’ho fatto più volte. Lavorare in questo modo mi permette di aprire la mente e mi porta a una crescita personale e professionale. Di recente, però, ho iniziato a pensare che potrebbe essere utile lavorare anche con persone dalle idee simili, sarebbe proficuo. L’ho pensato soprattutto mentre lavoravo a INU-OH.”
L’epilogo, che suggerisce che la speranza di un’amicizia senza fine vada al di là di un’amara conclusione, lascia davvero una forte impressione.
“Pensavo che INU-OH non potesse concludersi con un semplice happy end del tipo ‘la maledizione è svanita, evviva’, non era quel tipo di storia. Anche l’opera originale ha un epilogo, ma l’ho modificato un po’ per il film. Per esempio, nel motivo per cui l’anima di Tomoari è rimasta sulla terra dopo la sua morte e sul perché Inu-oh non se ne sia accorto per 600 anni. Ho pensato che, nel film, sarebbe stato meglio spiegarlo chiaramente. Inu-oh rinuncia ai suoi sogni per salvare Tomoari, ma Tomoari non accetta compromessi e va incontro a una fine tragica. Tomoari pensava forse di essere stato rinnegato e di aver perso anche il proprio nome e per questo è diventato uno spettro. Tuttavia, Inu-oh non aveva idea dello stato in cui si trovava il suo amico. Dopo la morte di Tomoari, ha continuato a cercarlo per molto tempo, ma non è riuscito a trovarlo perché non aveva un nome. Credo di aver ideato l’epilogo fin dall’inizio della lavorazione. Ho immaginato che, quando si fossero rincontrati, sarebbero tornati come prima, quando sentivano di poter essere pienamente fedeli a sé stessi.”
Ha un messaggio per le persone che vedranno il film?
“Come nel teatro noh, credo che alla base della musica ci siano l’idea e l’emozione di cantare e ballare, oltre che di offrire qualcosa a Dio. Mi auguro semplicemente che tutti coloro che guarderanno INU-OH muoveranno la testa e sentiranno il ritmo della musica. Mi piacerebbe vedere tutti ballare davanti allo schermo!”
Sinossi di Inu-Oh
Periodo Muromachi (1336-1573). Tomona è un ragazzo che vive a Dan-no-ura, dove il tesoro dello sconfitto clan Heike giace in fondo al mare da oltre cent’anni. Un giorno, alcuni uomini della capitale chiedono a Tomona e a suo padre di salpare con la loro barca per cercare la spada Kusanagi, una delle tre “insegne imperiali” che parrebbe affondata in mare al termine della celebre battaglia. Ma assieme alla spada viene a galla anche la maledizione degli Heike che acceca il piccolo Tomona e uccide suo padre. Spinto dal tormento del fantasma del genitore, il giovane si dirige da solo verso la capitale Kyoto. Durante il viaggio incontra Taniichi, un anziano maestro di biwa (strumento a corde) e ne diventa il discepolo.
Nella capitale c’è anche un altro ragazzo, solitario e deforme fin dalla nascita. Suo padre è il direttore della compagnia Hie, dedita al perfezionamento del sarugaku (forma di teatro antesignana del moderno noh). Il ragazzo è cresciuto all’aperto come un cane, ma ha ereditato il talento del genitore per il teatro. Ha imparato il sarugaku osservando gli altri ed è in grado di usare le sue peculiari caratteristiche fisiche per danzare in modo innovativo, pur dovendo celare l’orribile volto dietro a una maschera a forma di zucca. Si è dato un nome da sé: Inu-oh, il “re dei cani”.
I due ragazzi si incontrano. Uno suona, l’altro balla. Sono in perfetta sintonia. Da lì inizia la loro ascesa. Assieme creano qualcosa di nuovo ed emozionante, mai visto prima. Tomona cambia il suo nome in Tomoari e stupisce il pubblico con le sue performance singolari e spontanee e la sua voce che sembra un grido appassionato dell’anima. Inu-oh affascina il pubblico con le sue esibizioni innovative e il suo stile di danza che nessuno potrebbe imitare, e mentre raggiunge livelli di abilità senza precedenti, il suo corpo, vittima di una maledizione di origine sconosciuta, inizia a cambiare. A Inu-oh e Tomoari viene chiesto di esibirsi per lo shogun Ashikaga Yoshimitsu. Per i due sarà il palcoscenico di una vita, ma anche il momento in cui potranno trovare la verità dietro alle loro origini…
Il cast italiano di Inu-Oh include:
- Alessio Puccio (Inu-oh).
- Roberto Fedele (Tomona).
- Federico Di Pofi (nobile Ashikaga).
- Alberto Bognanni (padre di Inu-oh).
- Dario Oppido (padre di Tomona).
Il mangaka Taiyo Matsumoto (Tekkon Kinkreet, Sunny, I gatti del Louvre) è il character designer del film, mentre Akiko Nogi è l’autrice della sceneggiatura. Yoshihide Otomo, ha composto la colonna sonora. La produzione dell’animazione è dello studio Science SARU.
Inu-Oh è un capolavoro che non può essere perso da nessun amante dell’animazione e delle storie coinvolgenti. Un mix perfetto di bellezza visiva, intense emozioni e temi profondi, che non mancherà di lasciare un’impronta nel cuore di chi lo guarda.
Non perdete l’opportunità di vivere un’esperienza cinematografica fuori dal comune con Inu-Oh, dal 12 ottobre nelle sale italiane con Hikari e Double Line. Correte al cinema e lasciatevi trasportare nell’affascinante mondo di Inu-Oh, dove la musica, la danza e la libertà si fondono in un connubio incantato!