C’è chi salva il mondo per dovere, chi per vendetta, e chi lo fa solo perché è dannatamente figo. Klaus Lee rientra con orgoglio in quest’ultima categoria. La sua ultima missione lo ha visto planare con un jetpack in una caverna californiana, affrontare trappole laser con gli occhi e far saltare in aria passaggi rocciosi con un’accensione degna dei migliori film d’azione. Tutto questo, senza mai togliersi gli occhiali da sole. Il suo compito? Salvare sempre la stessa persona, sempre dallo stesso tipo di pericolo, perché la ripetizione è madre della leggenda. Klaus Lee – Thunderballs, disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, è un titolo sviluppato da Nukklear e pubblicato da Assemble Entertainment che rende omaggio con intelligenza e sarcasmo all’epoca gloriosa degli arcade e dei classici su cartuccia.
Una leggenda sopra le righe
Dimenticate il realismo o la profondità emotiva: Klaus Lee – Thunderballs è un gioco che fa dell’assurdo e dell’eccesso la propria poetica. L’eroe eponimo è una caricatura esagerata dei miti action anni ’80, un incrocio muscolare tra Chuck Norris e MacGyver, che sembra uscito da uno spot di cereali per bambini cresciuti troppo in fretta. La trama è volutamente scarna, quasi una cornice pretestuosa per giustificare un’azione costante: ogni livello propone una missione di salvataggio, identica nella premessa ma imprevedibile nello sviluppo.
Il fascino di Klaus Lee – Thunderballs risiede proprio nella sua natura volutamente anacronistica. Il gioco richiama apertamente H.E.R.O., iconico titolo per Atari 2600, non solo nel concept, ma anche nella struttura dei livelli e nelle dinamiche di gioco. Ogni stage è un puzzle a tempo, disseminato di ostacoli e nemici, da affrontare combinando agilità, memoria e rapidità decisionale. Klaus vola grazie a un jetpack con riserva limitata di carburante, attacca con laser oculari a corto raggio ed elimina ostacoli grazie alla dinamite, da usare con intelligenza tattica.
Una sfida arcade senza compromessi
La difficoltà di Klaus Lee – Thunderballs non è un semplice vezzo rétro, ma una scelta identitaria. L’assenza di checkpoint, la precisione richiesta nei movimenti e la varietà di trappole ambientali rappresentano una vera e propria dichiarazione d’intenti rivolta agli appassionati più ostinati. Ogni errore costa caro, rimandando il giocatore all’inizio del livello e alimentando un ciclo di apprendimento tipico dei platform più spietati. L’interazione con leve, piattaforme mobili e dispositivi meccanici restituisce la sensazione di un mondo tanto ostile quanto affascinante, dove il tempismo e l’intuizione sono fondamentali per la sopravvivenza.
L’esperienza è ulteriormente arricchita da una regia dei livelli ispirata, con oltre cento quadri ufficiali curati nei minimi dettagli. Ogni scenario presenta variazioni di ritmo e struttura, evitando la monotonia pur restando fedele al proprio stile visivo semplice ma efficace. Il comparto tecnico, senza cercare la spettacolarità, gioca con una pixel art curata e animazioni fluide, che evocano più la memoria del videogioco che il videogioco stesso. La musica, seppur limitata nella varietà, accompagna l’azione con piglio coerente, seppur senza imporsi.
Creatività condivisa e nostalgia perpetua
Elemento distintivo e intelligente del titolo è la presenza di un editor di livelli integrato, accessibile e intuitivo. I giocatori possono non solo costruire i propri scenari, ma anche condividerli attraverso la piattaforma dedicata, alimentando un flusso costante di nuovi contenuti creati dalla community. Questa funzione, già presente in diversi titoli del genere, si sposa perfettamente con l’essenza di Klaus Lee – Thunderballs, trasformandolo in una piattaforma viva, dove l’esperienza non si esaurisce con la campagna principale.
Dal punto di vista contenutistico, il gioco non offre modalità multiplayer, né online né in locale, un’assenza che si fa sentire considerando l’approccio arcade e la struttura schermata per schermata che ben si presterebbe a una cooperativa in stile anni ’90. Tuttavia, la mancanza è parzialmente compensata dalla ricchezza del level design e dalla soddisfazione offerta da un gameplay ben rodato. Il prezzo contenuto e la disponibilità multipiattaforma rendono il titolo ancora più appetibile per chi cerca un’avventura di puro gameplay, senza sovrastrutture né fronzoli narrativi.
