C’è un piacere sottile, e sempre più raro, nel trovare giochi che non cercano di stupire con effetti speciali, ma preferiscono rifinire all’estremo una singola idea, fino a renderla quasi cristallina. Knight’s Night! è una di quelle esperienze. Sviluppato dal piccolo team NipoBox e portato su tutte le piattaforme da Eastasiasoft, questo platform a scorrimento orizzontale si presenta con una grafica 1-bit, in puro bianco e nero, e con un design che sembra uscito da una cartuccia NES dimenticata in soffitta. Ma dietro la sua estetica austera si nasconde un titolo sorprendentemente rigoroso, a tratti brutale, che non fa sconti né promesse vane.
Il giocatore prende il controllo di un cavaliere armato solo della propria agilità, e si ritrova a percorrere venticinque livelli disseminati di trappole, baratri, piattaforme mobili e nemici saltellanti. Nessuna arma, nessun attacco diretto: il salto è l’unico strumento a disposizione, con qualche variazione sul tema come il doppio salto e il dash. È un ritorno a quel platforming puro e assoluto che ha segnato un’intera generazione. Personalmente, ricorda le ore passate da ragazzo a cercare di superare sezioni insensate di Super Meat Boy, quando ogni salto diventava un esercizio zen, e ogni fallimento un’occasione per riprovare ancora.
Una fiaba dura, senza compromessi
A differenza di altri titoli simili, Knight’s Night! non rinuncia del tutto alla narrativa. Il protagonista è un cavaliere solitario in missione per liberare il proprio regno da un’antica maledizione, evocata da uno stregone oscuro che ha portato rovina e distruzione. È una storia che non pretende originalità, ma che viene raccontata con garbo e misura, attraverso brevi sequenze testuali e pochi incontri con NPC, inseriti tra un livello e l’altro. Fa da collante, non da protagonista. Il vero cuore dell’opera resta la precisione millimetrica richiesta in ogni passaggio.
Ogni livello dura in media uno o due minuti, ma completarli al primo tentativo è tutt’altro che semplice. Alcuni sono costruiti con tale perizia geometrica da trasformarsi in puzzle motori, dove il tempismo e il controllo perfetto del salto fanno la differenza tra il successo e il ricominciare daccapo. E quando si sbaglia, non si perde tempo: il gioco riparte all’istante, con la brutalità e l’onestà tipica dei migliori titoli del genere. A tratti frustrante, ma mai scorretto. E quando si supera una sezione particolarmente complessa, la soddisfazione è reale, quasi fisica.
Pixel, memoria e pad alla prova
Dal punto di vista tecnico, la versione PlayStation 5 offre ciò che ci si aspetta da un gioco così leggero: caricamenti istantanei, frame rate stabile e tempi di risposta perfetti. Eppure, nonostante la semplicità grafica, colpisce la coerenza stilistica: ogni sprite, ogni linea, ogni contrasto bianco su nero sembra pensato per servire il gameplay. Nulla è superfluo, tutto è funzionale. L’unico vero appunto riguarda la gestione delle hitbox: in rare occasioni si ha la sensazione che la collisione tra il personaggio e un ostacolo non sia del tutto precisa. È una sottigliezza, ma in un titolo che chiede esecuzioni perfette può diventare rilevante.
Menzione d’onore anche per il design sonoro, essenziale ma curato. La colonna sonora accompagna senza invadere, lasciando spazio ai suoni dei salti, degli impatti, delle trappole che si attivano. Nulla distoglie dall’obiettivo: memorizzare, adattarsi, eseguire. Forse è anche per questo che Knight’s Night! riesce a rimanere impresso. Non per la quantità di contenuti, ma per l’intensità dell’esperienza. Certo, la rigiocabilità è limitata: una volta completati i 25 livelli e raccolti tutti i collezionabili, non resta molto altro da fare. Manca una modalità a tempo, non ci sono sfide giornaliere, né classifiche online. Ma a un prezzo contenuto, ciò che offre è limpido, onesto e ben confezionato.
