Tornerà disponibile alla fine del mese di ottobre, a distanza di 21 anni dalla prima pubblicazione giapponese in formato tankōbon, la versione a fumetti di Kotetsu Jeeg (meglio noto in Italia come Jeeg robot d’acciaio) disegnata dal mangaka Akira Oze con lo pseudonimo di Megumu Matsumoto e serializzata sulla rivista Bôken-Oh di Akita Shoten tra il 1975 e il 1976, parallelamente alla prima trasmissione televisiva della serie prodotta da Toei Animation su soggetto di Go Nagai.
La ristampa in edizione limitata delle avventure cartacee di uno dei Super Robot più meno amati in madepatria fa seguito alle prestigiose riedizioni dei capolavori perduti di Osamu Tezuka e Leiji Matsumoto pubblicate da Fukkan nella terra del Sol Levante.
Attraverso lo store online del publisher nipponico è possibile sin da ora preordinare il corposo volume di Akira Oze (320 pagine in bianco e nero) al prezzo di 2.800 ¥ tasse escluse. Una cartolina illustrata originale raffigurante il robot magnetico è l’omake (disponibile fino a esaurimento scorte) che l’editore giapponese ha riservato ai fortunati acquirenti della ristampa in formato A5.
La trama di fondo del manga di Jeeg robot d’acciaio di Akira Oze – inedito in Italia – non si discosta molto da quella dell’anime a cui si ispira, seppure le vicende si differenzino in alcuni punti, soprattutto dopo l’ascesa del Signore del Drago.
Così come nella versione a fumetti di Go Nagai e Tatsuya Yasuda, anche nelle tavole di Oze ritroviamo un Hiroshi Shiba riportato in vita dal padre sotto forma di cyborg dopo la tragica imboscata tenutagli dal ministro Ikima. Nonostante mantenga un aspetto umano, la mente di Jeeg è un vero e proprio androide e in più di una vignetta è possibile ammirarne circuiti e meccanismi interni.
Del tutto assenti alcuni dei personaggi di supporto della serie televisiva come la piccola Mayumi (sorella di Hiroshi), l’assistente Shorty e l’agguerrita Flora Shogun, mentre l’invidioso Don Oseki fa solo una fugace apparizione.
Come si evince dalle pagine campione che condividiamo poco sotto, il tratto di Akira Oze è molto simile a quello di Gosaku Ota e consegna ai giovani lettori dell’epoca un manga scevro da approfondimenti psicologici fuori luogo dei protagonisti (ora rappresentati come adolescenti) e ricco di scene d’azione dall’alto tasso di dinamicità: l’uomo d’acciaio illustrato dal fumettista nato a Kyoto nel 1947 non sembra conoscere la diplomazia e risponde ai loschi piani orditi dalla regina Himika facendo ampio uso di armi speciali e accessori da combattimento costruiti su misura dallo staff della Base Antiatomica, capitolo dopo capitolo.
Un’opera che i fan di Go Nagai non potranno perdere (nel momento in cui scriviamo questo articolo, le quantità ancora disponibili della ristampa sono scese a 63) e che speriamo di vedere prima o poi anche sul mercato italiano, grazie alla lungimiranza di publisher nostrani quali J-POP Manga o Hikari Edizioni.