Il panorama degli anime odierni è caratterizzato da un paradosso: da un lato, assistiamo a un’ascesa inarrestabile della popolarità di questo medium, con un numero crescente di appassionati e prodotti a tema. Dall’altro lato, si osserva una preoccupante tendenza all’oblio rapido: anime che hanno riscosso grande successo sui social media e generato un entusiasmo travolgente vengono presto dimenticati nel giro di pochi mesi.
Recenti osservazioni presso discount e negozi specializzati hanno evidenziato una preoccupante tendenza: prodotti legati ad anime di recente successo, come Demon Slayer, Spy × Family e Oshi no Ko, vengono proposti a prezzi fortemente scontati, a volte inferiori al 50% del prezzo originale. Questo fenomeno, sempre più diffuso, riflette un calo repentino dell’interesse da parte dei fan verso tali prodotti.
Le cause della breve vita degli anime
Diverse ragioni concorrono a spiegare la rapida obsolescenza degli anime:- Struttura produttiva inadeguata: La maggior parte delle serie anime ha una durata di 12-13 episodi, con seconde stagioni spesso annunciate dopo un anno o più. Questo lasso di tempo provoca una perdita di interesse da parte dei fan, i quali tendono a concentrarsi su nuove produzioni.
- Sovrapproduzione e scarsa qualità: Secondo lo studio “Anime Production Market Trends Survey 2023” della Japanese Animation Association, nel 2021 sono state prodotte 310 serie, rispetto alle 109 del 2000. Questo numero eccessivo non solo diluisce l’attenzione dei fan, ma sovraccarica anche gli studi di animazione, che soffrono di carenza di personale.
- Dinamiche dei social media: I social media, pur contribuendo alla diffusione degli anime, amplificano la volubilità dei fan, i quali tendono a seguire le mode del momento, perdendo rapidamente interesse per le produzioni passate.
- Mancanza di anime per bambini: La scarsa presenza di anime dedicati a un pubblico infantile rischia di creare un buco generazionale di futuri fan, con potenziali conseguenze negative per il settore a lungo termine.
- Struttura produttiva inadeguata: La maggior parte delle serie anime ha una durata di 12-13 episodi, con seconde stagioni spesso annunciate dopo un anno o più. Questo lasso di tempo provoca una perdita di interesse da parte dei fan, i quali tendono a concentrarsi su nuove produzioni.
- Sovrapproduzione e scarsa qualità: Secondo lo studio “Anime Production Market Trends Survey 2023” della Japanese Animation Association, nel 2021 sono state prodotte 310 serie, rispetto alle 109 del 2000. Questo numero eccessivo non solo diluisce l’attenzione dei fan, ma sovraccarica anche gli studi di animazione, che soffrono di carenza di personale.
- Dinamiche dei social media: I social media, pur contribuendo alla diffusione degli anime, amplificano la volubilità dei fan, i quali tendono a seguire le mode del momento, perdendo rapidamente interesse per le produzioni passate.
- Mancanza di anime per bambini: La scarsa presenza di anime dedicati a un pubblico infantile rischia di creare un buco generazionale di futuri fan, con potenziali conseguenze negative per il settore a lungo termine.
La rapida obsolescenza degli anime ha conseguenze negative per l’industria, causando perdite economiche per le aziende produttrici e di merchandising e ostacolando la fidelizzazione del pubblico. Per contrastare tale fenomeno, è necessario:
- Ridurre la produzione di anime: Una diminuzione del numero di serie consentirebbe di concentrare le risorse su produzioni di qualità superiore, in grado di catturare e mantenere l’interesse dei fan.
- Migliorare la qualità dei prodotti: Investire in storie originali, animazioni curate e una maggiore cura per i dettagli è fondamentale per differenziare le produzioni e fidelizzare il pubblico.
- Creare anime per bambini: Incentivare la realizzazione di anime dedicati a un pubblico infantile è fondamentale per garantire il ricambio generazionale di fan e la crescita sostenibile dell’industria.
L’industria degli anime si trova ad un bivio: continuare sulla strada attuale, caratterizzata da sovrapproduzione e obsolescenza, o intraprendere un percorso di rinnovamento volto a privilegiare la qualità, la diversificazione e la creazione di una solida base di fan di tutte le età. Il futuro degli anime dipenderà dalla capacità dell’industria di adattarsi alle nuove esigenze del pubblico e di abbracciare un modello produttivo più sostenibile e lungimirante.
Fonti consultate: Livedoor News. Immagine nell’articolo: Tommaso Renieri.