La veterana artista giapponese di manga Mayu Shinjō ha recentemente pubblicato un articolo che descrive “il più grande problema dell’industria giapponese dei manga”, richiamando l’attenzione sul crescente sfruttamento dei mangaka da parte delle grandi aziende e sulle royalties sempre più basse. L’articolo è stato pubblicato in seguito al recente suicidio della mangaka Ashihara Hinako. Si ritiene che Ashihara non abbia rispettato i suoi diritti di creatrice originale da parte di chi era coinvolto in un adattamento live-action della sua opera, e la polemica intorno all’incidente è ancora in corso.
書き上げたはいいけど、ずっと投稿できずにいた、漫画業界最大の問題かもしれない部分に提言しました。現状を知ってもらって、一人一人が変わらなきゃいけない時代なんだと…今回の件で改めて大企業の変わらない体制には辟易しました。是非読んでみてください。…
— 新條まゆ@『虹色の龍は女神を抱く』連載中! (@shinjomayu) February 14, 2024
Traduzione del post: “Ho scritto questo articolo un po’ di tempo fa, ma non sono riuscita a pubblicarlo… Riguarda quello che considero il più grande problema dell’industria dei manga. Penso che dobbiamo aumentare la consapevolezza della situazione attuale e far sì che il cambiamento avvenga a livello individuale… Con quello che è successo di recente, mi sono stufata del sistema immutabile imposto dalle grandi aziende. Leggete questo. È iniziata l’era degli artisti di manga sfruttati dagli editori.”
Mayu Shinjō è un’artista di manga shōjo/erotici attiva dal 1994. Scriveva per Shōgakukan (una delle principali case editrici giapponesi), ma alla fine ha lasciato l’azienda per diventare freelance a causa delle condizioni di lavoro sempre più sfavorevoli. Nel suo recente post virale, pubblicato il 14 febbraio, l’autrice spiega in modo dettagliato la realtà in cui si trovano gli artisti di manga, che, come lei stessa descrive, “sono strangolati da cattive tradizioni (commerciali)”.
Uno dei punti principali che la Shinjō solleva è quello delle royalties: per i manga stampati, gli artisti hanno ricevuto negli anni una percentuale standard del 10%. Questo basso tasso è stato giustificato dalla necessità di coinvolgere diverse parti, come editori, tipografi, società di stampa, mediatori di vendita al dettaglio, rivenditori e società di gestione dei magazzini, per consegnare i manga ai lettori.
Tuttavia, come nota Shinjō, anche con l’avvento delle pubblicazioni digitali di manga, le royalties per l’artista di manga sono rimaste estremamente basse – il più delle volte al 15%, in rari casi al 20%. Questo nonostante la maggior parte delle società intermedie siano fuori dal quadro e l’editore abbia molte meno responsabilità nel processo rispetto al manga stampato.
Shinjō cita anche alcune esperienze personali che indicano l’atteggiamento degli editori nei confronti dei mangaka. Dopo aver lasciato Shōgakukan e aver rifiutato la richiesta di cedere i diritti sulle sue opere, Shinjō ha cercato di negoziare direttamente con il suo distributore di e-book per far pubblicare i suoi manga e offrirli a un prezzo più alto. Tuttavia, quando Shōgakukan ne venne a conoscenza, tentò di minacciare il distributore, facendo pressioni affinché non accettasse l’accordo. All’epoca, i distributori di e-book dipendevano dalle case editrici e si trovavano in una posizione svantaggiosa.
Nel frattempo la situazione è cambiata: gli editori dipendono sempre più dai distributori di e-book che accettano di ospitare i loro titoli, ma gli editori continuano a prendere la percentuale maggiore delle royalties. Shinjō afferma che sempre più autori si lamentano delle basse tariffe che ricevono, ma che gli editori non li ascoltano, mantenendo un atteggiamento del tipo “tutti prendono tanto”.
Inoltre, è comune che gli artisti di manga professionisti affittino studi e assumano assistenti per il loro lavoro, ma secondo Shinjō, nella maggior parte dei casi tutto ciò viene pagato dagli artisti stessi, il che significa che il loro reddito già basso viene ulteriormente ridotto dalle spese.
Shinjō conclude il suo articolo facendo appello agli artisti di manga affinché interroghino gli editori sulle royalties, chiedano una ripartizione delle percentuali e negozino affinché gli editori coprano le spese per gli assistenti. L’autrice esorta i creatori a proteggere la professione di mangaka e a non lasciarsi sfruttare.
Fonti consultate: Automaton. Foto di anteprima: paranda☆UP DATE.