Un’opinione espressa su Twitter ha alimentato un acceso dibattito sulla radicata discriminazione nei confronti degli otaku in Giappone, suscitando un’ondata di riflessioni sull’evoluzione della percezione sociale nei confronti della comunità. L’utente e illustratore Haru Inazuka ha condiviso i suoi ricordi di un tempo in cui la discriminazione nei confronti degli otaku era la norma, descrivendo come essi fossero considerati “disgustosi” ed evitati da chi li circondava.
“Avevo dimenticato quanto fosse diventata facile la vita per gli otaku, ma quando ero bambino la discriminazione verso gli otaku era ancora la norma, era normale che gli otaku fossero considerati ‘disgustosi’ e che nessuno li volesse intorno. Tuttavia, forse le persone di 30 o più anni hanno ancora questi pregiudizi”, ha scritto.
オタクにとってすっかり生きやすい時代になって失念していたけど、私が子供の頃にはまだ「オタクキモい」と問答無用でオタクを拒絶するオタク差別が当たり前のように存在していたんだけど……
もしかして、今30代以上の人ってまだそれ引きずって「オタクキモい」の価値観持ってる人多いのか……?
— 稲塚 春@ハルねこ (@Inatsuka) March 22, 2024
Il messaggio ha risuonato profondamente nei forum di commento giapponesi, dove molti utenti hanno ricordato gli stigmi e gli stereotipi negativi che hanno accompagnato gli otaku per decenni.
Dall’epoca in cui gli otaku erano visti come emarginati sociali a oggi, dove persistono percezioni negative sui loro interessi e comportamenti, la discriminazione nei confronti di questa comunità è stata una realtà persistente nella società giapponese. Gli otaku, definiti come fan ossessionati dalla cultura pop giapponese come anime, manga e videogiochi, hanno affrontato stereotipi che li ritraggono come antisociali, disadattati o addirittura pericolosi. Queste percezioni negative sono state alimentate dai media e dalle rappresentazioni culturali che spesso caricaturizzano gli otaku in modo negativo, contribuendo alla stigmatizzazione e alla discriminazione.La ragione alla base di questa radicata discriminazione può essere attribuita a una serie di fattori, tra cui la tendenza umana a temere o rifiutare ciò che non è familiare o diverso. Inoltre, la società tradizionale giapponese dà valore al conformismo e all’uniformità, portando all’esclusione di coloro che si discostano dalle norme culturali e sociali stabilite.
“Non è che ‘gli otaku non sono disgustosi’, ma piuttosto che siamo in un’epoca in cui ‘è ormai disapprovato essere crudeli con gli otaku’, ma loro sono ancora disgustosi come sempre”, ha risposto qualcuno.
Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni nell’accettazione e nella comprensione della cultura otaku, come la popolarità mondiale di anime e manga, in alcuni settori della società giapponese persistono stigma e pregiudizio. Cosa ne pensate?
Fonti consultate: Kudasai.