Un sondaggio online condotto su 988 adulti americani dal sito di notizie CordCutting ha rivelato che un terzo degli intervistati ha visto o scaricato contenuti piratati nell’ultimo anno. Tra le motivazioni principali per l’accesso a contenuti piratati, i risultati evidenziano:
- Disinteresse verso gli abbonamenti: Il 36% degli intervistati ha dichiarato di essere interessato solo a determinati programmi o film, non trovando sufficiente valore nei servizi di streaming a pagamento.
- Costi elevati: Il 35% degli intervistati ha invece espresso la propria frustrazione per i prezzi eccessivi dei servizi di streaming.
- Mancanza di disponibilità: Il 31% ha lamentato l’assenza di contenuti specifici nelle piattaforme ufficiali di streaming all’interno della propria regione.
- Pubblicità indesiderata: Il 17% degli intervistati ha dichiarato di preferire la fruizione di contenuti senza pubblicità.
- Impazienza: Un altro 17% ha espresso il desiderio di accedere ai contenuti immediatamente dopo la loro pubblicazione, senza attendere la disponibilità sulle piattaforme legali.
La Generazione Z, nata dopo il 1997, risulta la più propensa all’accesso a contenuti piratati. Tra questi, il 54% ha dichiarato di mantenere le stesse abitudini rispetto all’anno precedente, l’11% ha registrato un aumento e il 35% una diminuzione.
Nonostante molti indichino i servizi di streaming come la causa principale, è possibile che la pirateria fosse già diffusa tra questi utenti prima dell’ampia diffusione delle piattaforme a pagamento. Secondo TorrentFreak, un sito di notizie specializzato in copyright, un sondaggio simile del 2017 evidenziava che, sebbene la maggior parte degli utenti fosse disposta a pagare per gli abbonamenti, molti ricorrevano comunque alla pirateria in aggiunta. Un sondaggio condotto nel Regno Unito ha confermato questa tendenza, mostrando che la maggioranza dei consumatori considera i servizi di streaming troppo costosi e la pirateria una valida alternativa.
CordCutting propone alcune soluzioni per ridurre la pirateria:
- Rendere i contenuti più accessibili: Abbassare i prezzi degli abbonamenti o offrire modelli di noleggio, come su Amazon Prime Video, potrebbe incentivare un maggior numero di utenti.
- Sensibilizzare sui danni della pirateria: Informare il pubblico sulle conseguenze negative della pirateria per l’industria dell’anime e i suoi creatori.
- Migliorare l’usabilità dei servizi di streaming: Semplificare l’interfaccia e la navigazione all’interno delle piattaforme potrebbe incoraggiare un utilizzo più frequente.
Il sondaggio solleva interrogativi importanti sull’accesso ai contenuti anime e sul suo impatto sull’industria. La pirateria rimane una sfida significativa per i creatori e distributori di anime. Trovare soluzioni efficaci per soddisfare le esigenze degli utenti, proteggere la proprietà intellettuale e sostenere l’industria è fondamentale per la sua sopravvivenza.
Fonti consultate: TorrentFreak.