L’utente YouTube Record of Mr. Tsukasa (ツカーサさんの記録) che con i suoi collaboratori realizza parodie live action delle sigle delle serie anime “robotiche” dell’era Shōwa ha pubblicato lunedì 30 gennaio l’originale versione “maroccata” della sigla di apertura de L’invincibile Zambot 3 (Muteki chōjin Zanbotto Surī), serie anime robotica giapponese prodotta dalla Sunrise nel 1977. Il video ha già superato 63.000 visualizzazioni su YouTube a due giorni dalla pubblicazione.
Per il suo nuovo video, Mr. Tsukasa ha riprodotto con materiali di fortuna lo Zam-bird, lo Zam-bull e lo Zam-base, i tre moduli che formano il robot che combatte le malvagie armate Gaizok. Il filmato include la sigla originale dell’opening della serie “Yuke! Zambot 3”, musicata da Takeo Watanabe con arrangiamento di Yuji Matsuyama e cantata all’epoca da Koichiro Hori.
Il termine “maroccato” è stato usato nella traduzione italiana di Be kind rewind – Gli acchiappafilm, film commedia diretto da Michel Gondry nel 2008 e interpretato da Jack Black (Jerry) e Yasiin Bey (Mike), in cui i due protagonisti per cause di forza maggiore si trovavano a dover rigirare alcuni classici del cinema americano. I trailer e le versioni “alternative” fatte in casa dai due erano per l’appunto “maroccati”, cioè realizzati nella più totale economia di mezzi e persone. In altre parole si tratta di filmati amatoriali con il gusto del remake e dai risultati esilaranti.
Se in Be kind rewind – Gli acchiappafilm l’espediente portava fortuna ai due giovani protagonisti, la trovata una volta uscita dallo schermo è approdata nella realtà con esiti imprevedibili, dando vita a una sorta di filone underground, che negli ultimi anni si è sfogato su diverse pellicole tutte rintracciabili online.
Il canale YouTube Record of Mr. Tsukasa ospita anche le sigle “maroccate” de L’imbattibile Daitarn 3 e di Getter Robot.
La serie anime L’invincibile Zambot 3 è stata realizzata nel 1977 sotto la regia di Yoshiyuki Tomino, che ne è anche l’autore, e vede il character design di Yoshikazu Yasuhiko, il mecha design di Ryōji Hirayama e le musiche di Takeo Watanabe. In Italia è andata in onda inizialmente col titolo Zambot 3.
Sinossi de L’invincibile Zambot 3
Kappei è il secondogenito dei Jin, una famiglia di pescatori che risiede in una piccola cittadina di mare ubicata nel golfo di Suruga (detto anche baia di Honshū); apparentemente conducono una vita del tutto normale e tranquilla, ma con l’arrivo improvviso degli invasori spaziali la verità di colpo si svela: i Jin sono in realtà una famiglia di alieni! I loro antenati, vistosi il pianeta natale Biar conquistato dalla furia delle malvagie armate Gaizok, decisero di rifugiarsi sulla Terra, del tutto simile al proprio luogo d’origine, e si stabilirono infine in Giappone: tutto ciò accadde durante l’epoca Edo.
Più di un secolo dopo i loro discendenti rimasti sul pianeta – suddivisi nelle famiglie Jin, Kamie e Kamikita – devono affrontare di nuovo gli stessi avversari per cercare di salvare dalla distruzione almeno questa seconda patria; grazie all’aiuto di antichi documenti riescono a portar nuovamente alla luce le astronavi costruite e nascoste dai loro avi. Con queste attrezzature, e con l’aiuto delle rispettive macchine da guerra, s’impegnano a tenere a bada e a reagire al nemico.
Una lotta dura, tra l’indifferenza, quando non aperta ostilità, dei terrestri e la spietatezza delle orde nemiche, che porterà i nostri eroi a sacrificarsi per la pace dell’universo. Solo i membri delle tre famiglie superstiti del pianeta Biar sembrano esser in grado di reagire agli attacchi portati dal malvagio Supremo Gaizok all’amato pianeta Terra.
Il dramma (animato) di Yoshiyuki Tomino
L’elemento di maggior richiamo di questa serie è certamente la storia, che si scosta di molto dalle più semplici e infantili trame dei precedenti anime robotici giapponesi. In questa, più che in molte altre, viene data visibilità agli effetti della guerra sulle città e sulla popolazione: compaiono migrazioni forzate, campi profughi, tragedie famigliari; la popolazione terrestre reagisce alle gesta degli eroi con ostilità fino a giungere a vera e propria xenofobia, ritenendoli responsabili, direttamente o meno, delle loro sofferenze.
Le armate nemiche, inoltre, prendono con maggiore serietà l’impegno a cui sono dediti di spazzare via l’intero genere umano, mediante lo sviluppo di tattiche di guerra mirate a massimizzare le vittime, piuttosto che a concentrarsi sul robot terrestre. Le relazioni tra i personaggi sono anche più sviluppate; là dove in una serie robotica classica il protagonista di turno è al più affiancato da un co-pilota e/o dallo scienziato o figura paterna, che lo addestra e coadiuva, in questa serie i “buoni” sono formati da tre intere famiglie, rappresentando così tre generazioni distinte (giovani, adulti e anziani). Emblematico, in tal senso è il finale della serie, che vede la morte di quasi tutto il cast di personaggi (protagonisti inclusi).
L’invincibile Zambot 3 viene considerato uno dei massimi precursori del genere anime definito real robot.
La prima messa in onda del cartone in Italia è datata giugno 1981 sulla rete privata regionale Telereporter. Proprio per i toni drammatici della serie, il format non fu mai acquistato né dalla RAI (forte del successo che aveva Atlas UFO Robot), né dalle allora reti Fininvest (l’odierna Mediaset). Da allora Zambot 3 è passato solo sulle reti private regionali, tra le quali TVQ e sul circuito Odeon TV.