Il leggendario regista Hayao Miyazaki dello Studio Ghibli, che per anni è stato all’avanguardia nell’animazione giapponese, ha dichiarato che l’età dell’oro degli anime è passata e che sono rimaste poche cose nuove da esplorare per l’industria.
Il figlio di Miyazaki, Gorō Miyazaki, ha accettato una storica Palma d’Oro al Festival di Cannes, la prima volta che una società ha vinto il premio. Parlando con il media francese 20 Minutes, Miyazaki ha detto del futuro dello Studio Ghibli: “È tutto molto confuso sul futuro dello studio. E non lo so davvero, ma credo che mio padre abbia delle idee per un nuovo lungometraggio”, continua, “È felice di questo premio, ma pensa che l’età d’oro degli anime giapponesi sia finita e che non siano rimaste molte cose nuove. Sente che questo premio simboleggia la fine della sua carriera”.
I fan dello Studio Ghibli dubitano comprensibilmente delle intenzioni di Miyazaki di ritirarsi. Il co-fondatore dello Studio Ghibli, Toshio Suzuki, ha rivelato all’inizio di quest’anno perché Miyazaki non esce più in pubblico, apparentemente imbarazzato per aver detto alla gente che Si alza il vento sarebbe stato il suo ultimo film. Questo prima di tornare con il premio Oscar Il ragazzo e l’airone. Anche gli altri commenti di Goro a Cannes suggeriscono che Miyazaki stia lavorando a un altro titolo, dato che il regista non divulga le sue ultime idee cinematografiche nemmeno agli altri animatori perché “sono tutti rivali, sia che siano più giovani di lui, sia che siano i collaboratori che lo sostengono, sia che siano all’interno o all’esterno della compagnia”.
Il collega animatore dello Studio Ghibli Shigeo Akahori sostiene l’opinione di Miyazaki secondo cui l’età dell’oro degli anime è finita. Nel proporre una soluzione per un’industria degli anime “indebolita”, Akahori sostiene che i creatori di anime più giovani sono più simili a “artigiani”, più rigidi nell’adattare accuratamente i manga, al contrario dei talenti più anziani che “hanno potuto usare liberamente il loro ingegno, dando vita a molti capolavori, e vedendo questo, ancora più persone di talento sono entrate nell’industria degli anime”.
Akahori suggerisce ai creatori di seguire la strada dei cortometraggi di Makoto Shinkai prima di lanciarsi nei lungometraggi. Anche il creatore di Mobile Suit Gundam Yoshiyuki Tomino ha sfidato i creatori più giovani a “schiacciare” Miyazaki e la vecchia guardia, aggiungendo: “I giovani creatori non dovrebbero prenderla alla leggera. Non possono superare Miyazaki o One Piece senza impegnarsi veramente”.
Il futuro dell’animazione giapponese resta dunque incerto. Le parole di Miyazaki e di altri esponenti del settore pongono importanti quesiti sul declino di un’epoca d’oro e sulla capacità delle nuove generazioni di raccogliere il testimone e portare l’animazione verso nuovi orizzonti. Solo il tempo dirà se l’eredità di Miyazaki e dello Studio Ghibli continuerà ad ispirare capolavori o se l’industria si troverà ad affrontare una fase di stallo creativo.
Una cosa è certa: il dibattito acceso da queste dichiarazioni dimostra la vivacità e la passione che ancora circonda il mondo degli anime, alimentando la speranza che nuove storie e nuove visioni possano nascere da questo terreno fertile, anche dopo il tramonto di un’epoca leggendaria.
Fonti consultate: Catsuka.