I giochi strategici che abbracciano un tono leggero e ironico, senza rinunciare a una sfida appagante, occupano un posto speciale nel cuore di molti videogiocatori. Titoli come Worms e il classico Cannon Fodder hanno tracciato un percorso unico, fondendo la profondità tattica con un approccio ludico che diverte e sorprende. È in questo panorama che si colloca Shieldwall, un titolo sviluppato da Nezon Production e pubblicato da OverGamez, che tenta di reinterpretare la guerra nell’antica Roma con un mix di umorismo, strategia e azione. Disponibile inizialmente per PC, il gioco approda ora su PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X|S (e presto su Nintendo Switch) grazie a Contrast Games. Ma questa transizione ha realmente permesso al titolo di brillare? La risposta è complessa e merita un’analisi approfondita.
Una promessa di gloria tra formazioni e battaglie comiche
Nel cuore di Shieldwall troviamo un simulatore di battaglia tattica in terza persona che invita il giocatore a indossare i panni di un comandante romano, guidando la propria legione in campagne ispirate alle storiche conquiste di Cesare. L’intenzione è chiara: trasportare l’utente sul campo di battaglia per vivere in prima persona il caos e la gloria delle schermaglie antiche. Il gameplay si struttura intorno a dinamiche di conquista territoriale e gestione delle risorse, dove l’oro guadagnato sul campo viene investito per rafforzare le proprie fila o sbloccare potenziamenti. L’intera esperienza è permeata da una vena umoristica, evidente nei soldati caricaturali e nelle loro esilaranti grida di battaglia, un elemento che potrebbe facilmente strappare un sorriso anche nei momenti più concitati.
Nonostante queste premesse intriganti, il gioco soffre di una certa monotonia nelle dinamiche. Le battaglie seguono uno schema ripetitivo: catturare bandiere, difendere posizioni e accumulare punti per sopraffare gli avversari. Tuttavia, la limitata varietà di unità e la semplicità tattica rendono ogni scontro prevedibile, trasformando quello che potrebbe essere un avvincente duello di strategie in un’operazione di routine. Inoltre, il gameplay tende a premiare approcci poco ortodossi, come la conquista sistematica di bandiere nemiche senza impegnarsi direttamente nel combattimento, riducendo ulteriormente l’impatto delle decisioni tattiche.
Tecnica e trasposizione: un passaggio da rivedere
La versione console di Shieldwall non apporta miglioramenti significativi rispetto alla sua controparte PC, lasciando intatti pregi e difetti del gioco originale. Se da un lato le mappe risultano ben disegnate e offrono una discreta varietà ambientale — includendo iconici scenari come il Colosseo — dall’altro, l’adattamento dell’interfaccia lascia molto a desiderare. La GUI, pensata per il PC, appare poco intuitiva su console e non si integra armoniosamente con l’esperienza di gioco su schermo televisivo. A peggiorare le cose, il titolo non include una localizzazione in italiano, una mancanza che potrebbe scoraggiare parte del pubblico nostrano, considerando anche l’assenza di tutorial esaustivi.
L’intelligenza artificiale, pur offrendo una sfida dignitosa, presenta comportamenti prevedibili e si focalizza eccessivamente su dinamiche di logoramento. Anche la struttura delle missioni della campagna non si discosta significativamente dalle battaglie standard, limitandosi a introdurre piccole varianti estetiche e nuovi avversari. Questo approccio minimalista, sebbene comprensibile dato il ridotto team di sviluppo, penalizza il gioco sul fronte della longevità e della rigiocabilità.
Un’occasione mancata per il multiplayer
Uno degli aspetti più discussi di Shieldwall è l’assenza di una modalità multiplayer, una mancanza che si avverte particolarmente vista la struttura delle partite brevi e la natura competitiva del gameplay. La possibilità di sfidare altri giocatori avrebbe sicuramente aumentato l’attrattiva del titolo, introducendo una componente strategica più dinamica e imprevedibile. Al contrario, l’esperienza single player risulta scarna e ripetitiva, limitata a battaglie contro IA e a una campagna che manca di mordente.
Detto questo, è importante riconoscere i meriti di Shieldwall. La sua atmosfera leggera e la comicità dei personaggi riescono comunque a intrattenere, mentre alcuni elementi del gameplay, come l’utilizzo della formazione “testudo” o il lancio dei giavellotti, offrono momenti di autentico divertimento. Inoltre, il sistema di progressione è accessibile e permette ai nuovi giocatori di familiarizzare rapidamente con le meccaniche di base.
Conclusioni: tra gloria e limiti
Shieldwall è un titolo che porta con sé un’idea promettente, ma che fatica a esprimerne appieno il potenziale. L’unicità del suo approccio tattico e la vena umoristica rappresentano i punti di forza principali, ma questi non riescono a bilanciare una realizzazione tecnica e contenutistica che appare spesso superficiale. La mancanza di varietà nel gameplay, l’assenza di un multiplayer e una transizione poco curata verso le console limitano gravemente l’esperienza complessiva.
Tuttavia, per chi sa apprezzare l’umorismo leggero e non si lascia scoraggiare da un’esecuzione spartana, Shieldwall potrebbe rivelarsi un diversivo piacevole e senza pretese. Rimane però il rammarico di trovarsi di fronte a un progetto che, con qualche risorsa in più e una maggiore attenzione ai dettagli, avrebbe potuto emergere come un gioiello nel panorama dei giochi strategici indipendenti.