Lupin The Third Part 5 (Rupan Sansei Pāto Faibu), quinta stagione dell’adattamento anime delle avventure del personaggio ideato nel 1967 dal mangaka Monkey Punch, ha visto calare il sipario in Giappone alla fine di settembre 2018, con un clamoroso colpo di scena.
Nel corso dell’episodio #24, intitolato “Lupin Terzo per sempre”, l’ingegnoso ladro, al cospetto della bella Fujiko Mine intrappolata nella gabbia dorata all’interno della sede della società IT globale Shake Hanz, decide di mostrare alla scaltra e formosa compagna di avventure il suo vero volto come ultima prova d’amore.
Una sequenza a dir poco singolare nell’economia dell’intero franchise, che getta una nuova luce sul personaggio protagonista di anime, OAV e lungometraggi prodotti da TMS Entertainment: Arsenio Lupin III, nipote del celebre Arsenio Lupin, protagonista dei romanzi di Maurice Leblanc, agisce in realtà sotto copertura, indossando una maschera che ne nasconde i reali tratti del viso.

Un espediente scioccante per i fan italiani dello scaltro e simpatico ladro ricercato a livello internazionale, ma già noto a chi ha potuto fruire del manga originale pubblicato per la prima volta in Italia da Star Comics nel 1994 e riproposto lo scorso anno in un box da collezione edito da Panini Comics.

Lupin III – Ritorno alle origini è la quinta serie televisiva anime di Lupin III, nata per festeggiarne il 50º anniversario. Prodotta dalla TMS Entertainment e animata dalla Telecom Animation Film, è ambientata in Francia poco dopo la fine della serie precedente Lupin III – L’avventura italiana (con cui condivide parte del cast tecnico). Annunciata al Japan Expo di Parigi del 2017, la serie è stata trasmessa in 24 episodi su Nippon Television dal 4 aprile al 19 settembre 2018. A differenza della precedente, che si sviluppava in un’unica trama orizzontale, Lupin III – Ritorno alle origini è divisa in quattro archi narrativi (definiti “episode” nell’edizione originale) intervallati da episodi commemorativi autoconclusivi in cui i protagonisti appaiono con i vari abiti indossati nel corso della loro storia.

Fonti consultate: Everyeye, Ginger Generation.