È raro trovare, nell’universo videoludico contemporaneo, un titolo che riesca a distillare la quintessenza della tranquillità rurale e a trasformarla in un’esperienza ludica tanto appagante quanto Morels: The Hunt 2. Sviluppato da Abrams Studios, questo seguito dell’omonimo titolo del 2019 non è soltanto un omaggio alla raccolta di funghi e alla fotografia naturalistica, ma una vera e propria celebrazione del contatto con la natura, realizzata con cura meticolosa e amore per i dettagli. Dopo l’esordio su PC nell’aprile 2024, Morels: The Hunt 2 approda su PlayStation 5, rispondendo alle insistenti richieste della sua comunità di appassionati. Supportato da un comparto tecnico che sfrutta le capacità della console per offrire risoluzioni 4K e un frame rate stabile a 60 fps, il titolo si presenta come un’esperienza ottimizzata e capace di conquistare anche i giocatori più esigenti.
Il concept è tanto singolare quanto intrigante: trascorrere le proprie giornate digitali esplorando sette mappe distribuite in varie località del mondo, raccogliendo funghi e immortalando la fauna selvatica. Al centro dell’esperienza si trova un gameplay rilassante, ma mai banale, che invita il giocatore a immergersi in ambienti ricchi di dettagli e sorprese. Ogni angolo del gioco è studiato per stimolare la curiosità e offrire un senso di meraviglia, reso ancor più vivido dalla realistica alternanza delle condizioni meteorologiche e dall’intensità di una natura che pulsa di vita. La novità rispetto al predecessore risiede non solo in una varietà maggiore di funghi e animali da scoprire, ma anche in nuove funzionalità, come la possibilità di cacciare di notte, l’aggiunta di creature mitologiche e un vasto assortimento di oggetti acquistabili per migliorare la propria esperienza.
Tra scienza e magia: l’arte della scoperta
Cosa rende Morels: The Hunt 2 tanto speciale? In primo luogo, la sua capacità di unire un’esperienza rilassante con una componente educativa. Ogni fungo raccolto viene catalogato, corredato da una descrizione scientifica che permette al giocatore di approfondire le sue conoscenze micologiche. L’elemento educativo è ben bilanciato dalla libertà di esplorare l’ambiente senza pressioni. Non si tratta di un gioco che impone obiettivi stringenti, ma di un invito a perdersi tra i sentieri, a seguire il canto degli uccelli o il fruscio degli alberi, e a scoprire segreti celati tra le pieghe della foresta. La scelta di includere creature mitologiche come unicorni aggiunge un tocco di magia, rompendo la monotonia del realismo e offrendo un guizzo di fantasia che si sposa perfettamente con l’atmosfera fiabesca del titolo.
Dal punto di vista tecnico, il lavoro di Abrams Studios è encomiabile. Le mappe, pur non vastissime, sono curate nei minimi particolari, con un’attenzione quasi ossessiva alla resa dei dettagli ambientali. L’illuminazione dinamica contribuisce a creare scenari mozzafiato, con albe che accendono il cielo di sfumature pastello e notti che avvolgono il paesaggio in un’oscurità misteriosa e inquietante. La colonna sonora è un altro elemento di grande pregio: una selezione di brani che spazia tra melodie rilassanti e il puro silenzio della natura, ideale per accompagnare l’esperienza di gioco senza mai risultare invadente.
Un equilibrio tra sfida e serenità
Sebbene la maggior parte dell’esperienza di Morels: The Hunt 2 sia votata alla calma e alla contemplazione, non mancano gli elementi di sfida. La presenza di zecche, piante velenose e condizioni meteorologiche avverse introduce un grado di difficoltà che mantiene vivo l’interesse del giocatore. La necessità di prepararsi adeguatamente, acquistando oggetti utili come spray anti-insetti o impermeabili, aggiunge una componente gestionale che, pur rimanendo secondaria, contribuisce ad arricchire il gameplay. Di particolare interesse è la possibilità di esplorare le mappe nei panni di un animale, una modalità che offre una prospettiva unica e, sebbene priva di ricompense in termini di punteggio, rappresenta un piacevole diversivo.
La fotografia, elemento cardine del gioco, merita un approfondimento. Non è solo un mezzo per accumulare punti, ma una vera e propria arte da padroneggiare. Il sistema di progressione, che permette di migliorare la propria attrezzatura fotografica, aggiunge una motivazione a continuare a scattare e a cercare l’inquadratura perfetta. Ogni fotografia scattata può essere rivista nel proprio album, un dettaglio che sottolinea l’attenzione degli sviluppatori per gli aspetti emozionali del gameplay.
Un futuro radioso per una nicchia inattesa
Morels: The Hunt 2 non è un titolo destinato a tutti, ma proprio in questa sua natura di gioco di nicchia risiede la sua forza. Lontano dagli schemi tradizionali dell’industria, Abrams Studios ha creato un prodotto che soddisfa un pubblico in cerca di esperienze diverse, lontane dalla frenesia e dalla competizione. Il passaggio su PlayStation 5 non solo garantisce una visibilità maggiore, ma consente anche di apprezzare appieno la maestria tecnica del team di sviluppo. Tuttavia, la mancanza di una localizzazione in italiano potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni giocatori, una lacuna che gli sviluppatori farebbero bene a colmare in futuro.
Guardando avanti, le potenzialità della serie sono enormi. Abrams Studios ha già accennato alla possibilità di espandere l’universo di Morels con capitoli ambientati su pianeti alieni, un concept che potrebbe introdurre flora e fauna extraterrestri senza perdere il fascino unico della formula originale. Per il momento, Morels: The Hunt 2 rimane una gemma rara nel panorama videoludico, un invito a rallentare, a respirare e a lasciarsi incantare dalla bellezza della natura, anche se mediata da uno schermo.
