Una sirena d’allarme squarcia il silenzio delle strade bagnate, mentre i neon pubblicitari tremolano nell’aria carica d’ozono. Pippit, con lo sguardo risoluto e il suo inseparabile yoyo in pugno, si prepara a penetrare il cuore corrotto della metropoli che un tempo chiamava casa. Sua zia, regina di un impero energetico ora in rovina, è rimasta intrappolata nella sua stessa invenzione: un congegno che prosciuga le anime e alimenta un mega-laser al servizio di una coalizione criminale. Inizia così la sua corsa acrobatica e beffarda contro quattro boss della malavita e il sistema stesso che li ha generati. Pipistrello and the Cursed Yoyo, disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PC, è un’avventura d’azione a visuale dall’alto che sorprende per il suo spirito ribelle, la meccanica originale e un umorismo che affonda le radici in una critica sociale tagliente.
Un’arma circolare per scardinare il potere
Il gioco, sviluppato dal team brasiliano Pocket Trap e pubblicato da PM Studios, si configura come una curiosa fusione tra platform d’azione e puzzle game urbano, dove il protagonista si muove in un ambiente denso di enigmi, nemici e passaggi segreti. Il tratto distintivo è l’uso dello yoyo, che in Pipistrello and the Cursed Yoyo assume una centralità non solo narrativa ma anche ludica. È l’arma principale, ma anche uno strumento di mobilità e di interazione con l’ambiente. Ogni trucco appreso non solo espande il repertorio di mosse disponibili, ma altera anche la percezione spaziale dei quartieri che compongono la città.
I quartieri, infatti, sono quattro e costituiscono veri e propri microcosmi autonomi, articolati in oltre mille schermate di gameplay colme di sfide, oggetti da collezionare e segreti da svelare. L’architettura urbana si fa labirinto e palestra acrobatica: concatenando le tecniche di yoyo-parkour è possibile scalare palazzi, attraversare griglie di ventilazione o aggirare pericolosi avversari. Il level design incoraggia l’esplorazione creativa, offrendo percorsi alternativi e approcci multipli a ogni ostacolo. Una filosofia che premia la sperimentazione e rende ogni partita diversa.
Accanto alla componente di movimento, il sistema di progressione si articola attraverso una raccolta di distintivi e potenziamenti. Più di quaranta badge consentono di modificare l’approccio al combattimento e alla navigazione, mentre venti potenziamenti passivi, ottenibili da un losco strozzino, aggiungono profondità strategica all’equipaggiamento. Tuttavia, questa meccanica ha un contrappunto nella sua stessa natura: l’acquisizione dei bonus è legata a un sistema di debito che, se da un lato accentua il tono satirico del gioco, dall’altro può risultare penalizzante per chi preferisce una progressione più lineare.
Un’estetica tra pixel e parodia
L’impatto visivo di Pipistrello and the Cursed Yoyo rievoca l’epoca aurea dei titoli per Game Boy Advance, ma con una cura contemporanea per l’animazione e il dettaglio. Le ambientazioni urbane sono vivaci, stilizzate ma credibili, arricchite da piccoli tocchi che raccontano storie silenziose: insegne rotte, graffiti ironici, oggetti abbandonati. I personaggi si muovono in modo fluido, con un’espressività caricaturale che ben si adatta al tono canzonatorio dell’opera.
La colonna sonora, firmata da Yoko Shimomura, è un elemento d’eccezione che eleva l’esperienza globale. Le sue composizioni, tra elettronica rétro e suggestioni jazz, accompagnano ogni momento con misura, sottolineando i passaggi narrativi più drammatici e potenziando il ritmo delle fasi d’azione. Il risultato è un tappeto sonoro che non solo accompagna, ma partecipa attivamente alla costruzione dell’immaginario.
La scrittura del gioco non è mai scontata. La storia, per quanto assurda nei presupposti, riesce a toccare temi attuali come lo sfruttamento delle risorse, la crisi dei legami familiari e la meccanizzazione delle emozioni. Il tono sarcastico non sminuisce la profondità del messaggio, ma lo incornicia in una struttura narrativa che diverte e fa riflettere.
Limiti calcolati e stile inconfondibile
Pur brillando per originalità e coerenza stilistica, Pipistrello and the Cursed Yoyo non è immune da imperfezioni. L’ingresso nel gioco può risultare ostico: la curva di apprendimento è ripida e i primi livelli non offrono grande margine d’errore, specialmente per chi non ha familiarità con meccaniche di movimento avanzate. Alcuni combattimenti risultano sbilanciati se affrontati senza adeguati potenziamenti, costringendo il giocatore a un backtracking che può spezzare il ritmo.
Tuttavia, è proprio questa struttura esigente che, una volta assimilata, si trasforma in gratificazione. Ogni vittoria appare meritata, ogni nuova tecnica appresa apre prospettive inedite. Il gioco si costruisce sulla padronanza progressiva, e non lesina mai nel ricompensare chi esplora e sperimenta. Anche la satira sociale, mai urlata, riesce a insinuarsi nei dialoghi e nei dettagli ambientali, suggerendo più che affermare.
In definitiva, Pipistrello and the Cursed Yoyo rappresenta un raro esempio di equilibrio tra sperimentazione ludica e coerenza artistica. È un titolo che osa, con ironia e passione, e che si distingue nettamente nel panorama indie contemporaneo.
