Immaginate un futuro lontano, un’umanità sull’orlo del baratro, con il cielo oscurato da flotte aliene che riversano morte e distruzione sulla Terra. In questo scenario apocalittico, un soldato solitario emerge dalle rovine: il Rendering Ranger, conosciuto come Double R, un guerriero delle forze speciali armato di coraggio e di un arsenale letale. La sua missione? Attraversare lande devastate e cieli ostili, sfidando nemici implacabili per salvare ciò che resta del nostro mondo. Questa non è solo una fantasia: è il cuore pulsante di Rendering Ranger: R² [Rewind], un’opera che torna alla ribalta dopo un lungo oblio. Disponibile oggi su PlayStation 5, Nintendo Switch e PC tramite Steam, questa riedizione riporta in vita un gioco che, nel 1995, ha segnato un’epoca per la sua audacia tecnica e la sua rarità. Sviluppato da Manfred Trenz, mente dietro la celebre serie Turrican, e originariamente pubblicato dalla tedesca Rainbow Arts, il titolo era destinato a un’uscita occidentale con il nome Targa, ma si è infine concretizzato solo in Giappone su Super Famicom, con una tiratura limitata a 10.000 copie. Questo lo ha trasformato in un oggetto di culto tra i collezionisti di retrogaming. Grazie agli sforzi di Ziggurat, che ne cura la distribuzione digitale, e di Limited Run Games, che propone un’edizione fisica, i giocatori odierni possono esplorare un capitolo dimenticato della storia videoludica, impreziosito da un’emulazione fedele che include sia la versione giapponese che il prototipo inedito Targa. Si tratta di un’occasione unica per rivivere un’esperienza che fonde generi classici in un contesto tecnologicamente sorprendente per i suoi tempi.
Un ibrido d’azione dal sapore retrò
Il cuore di Rendering Ranger: R² [Rewind] pulsa attraverso una struttura che intreccia due anime distinte dell’azione videoludica: il platform run-and-gun e lo sparatutto a scorrimento orizzontale. Nei panni del Rendering Ranger, soprannominato Double R, un soldato delle forze speciali, il giocatore è chiamato a difendere la Terra da un’invasione aliena devastante. I nove livelli che compongono l’avventura si alternano tra sezioni a piedi, dove precisione nei movimenti e abilità di tiro sono fondamentali, e fasi aeree, caratterizzate da un ritmo forsennato che richiede riflessi immediati e un uso oculato dei potenziamenti. Questa dualità richiama titoli iconici come Contra per la componente terrestre e gli shoot ‘em up classici per quella spaziale, creando un’esperienza dinamica che non concede tregua. Tuttavia, il passaggio tra i due stili può talvolta apparire repentino, quasi a voler sfidare l’adattabilità del giocatore, abituato magari a una maggiore uniformità strutturale. La difficoltà, ereditata dall’epoca arcade, si fa sentire: nemici numerosi e proiettili incessanti mettono alla prova anche i più esperti, sebbene le funzioni moderne di riavvolgimento e salvataggio attenuino l’impatto di un design volutamente severo.
Una prodezza tecnica che sfida il tempo
Dal punto di vista tecnico, Rendering Ranger: R² [Rewind] si distingue come una testimonianza dell’ingegno degli sviluppatori dell’epoca 16-bit. Nel 1995, il gioco spingeva il Super Famicom oltre i suoi limiti, grazie a sprite prerenderizzati in 3D che evocano i fasti di Donkey Kong Country, un benchmark visivo per l’hardware Nintendo. I fondali dettagliati, le animazioni fluide e i boss imponenti, che occupano porzioni significative dello schermo, dimostrano una maestria rara, capace di stupire ancora oggi. La palette cromatica, vivace e contrastata, contribuisce a un’estetica che, pur radicata negli anni ‘90, conserva un fascino intramontabile. L’emulazione proposta in questa riedizione mantiene intatta la qualità originaria, aggiungendo filtri visivi opzionali che replicano l’effetto CRT dei vecchi televisori, un tocco nostalgico gradito agli appassionati. Tuttavia, il pacchetto non si spinge oltre: mancano interventi significativi come una rimasterizzazione grafica o contenuti aggiuntivi che approfondiscano il contesto storico, un’occasione persa per elevare ulteriormente il valore dell’offerta.
Suoni e limiti di un’epoca
L’accompagnamento sonoro di Rendering Ranger: R² [Rewind] si dimostra all’altezza dell’azione proposta, con una colonna sonora energica che si adatta con efficacia ai diversi toni dei livelli. Le melodie, pur non raggiungendo le vette memorabili di Turrican, riescono a sostenere l’atmosfera adrenalinica, spaziando tra ritmi incalzanti e momenti di tensione. Tuttavia, il design audio mostra qualche lacuna: il feedback sui danni subiti è poco chiaro, un difetto che può disorientare nei frangenti più caotici, quando lo schermo si riempie di minacce. Rispetto agli standard odierni, alcuni effetti sonori appaiono datati, ma è un limite che si contestualizza facilmente nell’epoca di origine del gioco. L’assenza di un’intervento più marcato sulla componente audio nella riedizione lascia intravedere un approccio conservativo, che privilegia la fedeltà all’originale rispetto a una modernizzazione più ambiziosa.
Caratterizzare Rendering Ranger: R² [Rewind] come un’opera “tecnostorica” significa riconoscerne il valore come ponte tra passato e presente. È un titolo che incarna lo spirito di un’epoca in cui gli sviluppatori sfidavano i limiti tecnici con creatività e dedizione, offrendo un’esperienza che, pur non priva di asperità, conserva un’identità forte. La sua difficoltà elevata e il design essenziale potrebbero non conquistare tutti, ma per gli amanti dell’azione retrò rappresenta un viaggio imperdibile, un frammento di storia videoludica finalmente accessibile. La riedizione, pur funzionale, si limita a un’emulazione di base, senza arricchire il pacchetto con extra che avrebbero potuto renderlo un prodotto più completo. Resta comunque un’opportunità preziosa per scoprire o riscoprire un classico che, a distanza di quasi tre decenni, continua a dimostrare la sua rilevanza.
