Devolver Digital ha pubblicato le prime immagini di Return to Monkey Island, nuova avventura grafica punta e clicca della serie videoludica prodotta dalla LucasFilm Games a partire dal 1990 che sarà lanciata su PC durante l’anno.
Abbandonata la cosmesi in pixel art che contraddistingueva i primi due titoli del franchise, Return to Monkey Island presenta uno stile grafico definito “moderno” e simile a “un libro di fiabe” la cui direzione artistica è curata da Rex Crowle.
L’atteso seguito dei leggendari The Secret of Monkey Island e Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge è in fase di sviluppo da oltre due anni presso lo studio Terrible Toybox di Ron Gilbert e Dave Grossman, team responsabile del più recente Thimbleweed Park, accolto dai fan e dalla critica come un punto di riferimento per le moderne avventure punta e clicca.
I videogiochi della serie The Monkey Island seguono le disavventure del protagonista Guybrush Threepwood, un giovane pirata di belle speranze, che raggiunge la notorietà fra i pirati che infestano i Caraibi sconvolgendo i piani del pirata non morto LeChuck e conquistando il cuore della governatrice Elaine Marley.
Il filo conduttore della serie è certamente l’umorismo, abbondante e spesso demenziale. Nella documentazione dei giochi, ad esempio, la LucasArts rassicura sempre il giocatore sul fatto che nessuna scimmia è stata maltrattata durante la creazione di questo gioco.
La serie comprende cinque videogiochi già pubblicati, più uno che verrà pubblicato nel corso del 2022: The Secret of Monkey Island (1990), Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge (1991), The Curse of Monkey Island (1997), Escape from Monkey Island (2000), Tales of Monkey Island (2009). In seguito è stata creata una versione contenente entrambi i giochi per le console PlayStation 3 e Xbox 360: Monkey Island: Special Edition Collection (2011).
I primi due titoli della serie, basati sul motore SCUMM, videro la luce su sistemi Amiga, IBM compatibili e Apple Macintosh.
Il terzo e il quarto capitolo non riportano tra i crediti l’ideatore Ron Gilbert e si discostano in parte dal punto di vista dello stile, della continuità e dell’epoca (il terzo capitolo è stato sviluppato a ben 6 anni di distanza dal secondo).