Sotto un cielo screziato di viola e arancio, il nostro esploratore, un improbabile pioniere spaziale, atterra su un pianeta alieno brulicante di vita. È un mondo che pulsa di colori sgargianti, dove creature bizzarre si muovono tra flora luminescente e strutture di origine ignota. Qui, armato di una pistola multifunzionale e di un’ironia tagliente, il protagonista si lancia in un’avventura che mescola esplorazione, umorismo e un pizzico di follia. Revenge of the Savage Planet, creato da Raccoon Logic e pubblicato da Maximum Entertainment, invita i giocatori a immergersi in un’esperienza fantascientifica disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, un titolo che si presenta come un’evoluzione del suo predecessore, ma non senza qualche inciampo lungo il cammino.
Un universo vibrante da scoprire
L’essenza di Revenge of the Savage Planet risiede nella sua capacità di trasportare i giocatori in quattro mondi alieni, ciascuno caratterizzato da un’estetica unica e da una fauna tanto stravagante quanto pericolosa. L’esplorazione è il cuore pulsante del gioco: correre tra canyon illuminati da neon, arrampicarsi su formazioni rocciose pulsanti, scivolare lungo pendii scivolosi o utilizzare una frusta per afferrare oggetti lontani sono solo alcune delle azioni che definiscono il ritmo dell’avventura. Ogni pianeta è un microcosmo ricco di dettagli, con piante che emettono bagliori eterei e creature che spaziano da piccoli esseri gelatinosi a colossi corazzati. Il sistema di scansione, che permette di catalogare flora e fauna, aggiunge un livello di profondità, trasformando l’esplorazione in una sorta di caccia al tesoro scientifica. Completare esperimenti e raccogliere dati sblocca nuovi equipaggiamenti, incentivando il giocatore a perlustrare ogni angolo di questi mondi vivaci. La possibilità di giocare in cooperativa, sia online che in locale sullo stesso schermo, amplifica il divertimento, evocando un senso di cameratismo che ricorda le sessioni di gioco di un tempo.
Meccaniche: un equilibrio tra genialità e frustrazione
Dal punto di vista tecnico, Revenge of the Savage Planet brilla per la sua direzione artistica. I pianeti sono un tripudio di colori, con texture dettagliate e un design che alterna paesaggi aperti a caverne claustrofobiche, il tutto reso fluido da una performance stabile sulle piattaforme di nuova generazione. L’interfaccia sonora, con una colonna sonora elettronica che si intreccia a effetti ambientali immersivi, contribuisce a creare un’atmosfera aliena credibile. Tuttavia, non tutto è perfetto. Il sistema di combattimento, pur funzionale, manca di varietà. La pistola principale, pur versatile, non offre sufficiente profondità, e gli scontri con più nemici possono degenerare in un caos poco gestibile. La cattura delle creature, un’attività centrale per progredire, è tanto intrigante quanto frustrante: stordire un nemico senza ucciderlo richiede precisione, e l’attesa per il completamento delle ricerche al rientro nell’hub può spezzare il ritmo del gioco. Anche l’interfaccia utente lascia a desiderare: navigare tra i numerosi strumenti tramite il d-pad è macchinoso, specialmente in situazioni concitate, un difetto che si avverte soprattutto nelle fasi più avanzate, quando il numero di gadget a disposizione aumenta.
Il sapore di un’eredità imperfetta
Rispetto al suo predecessore, Journey to the Savage Planet, questo seguito amplifica l’ambizione ma non sempre riesce a superare le aspettative. L’umorismo, che strizza l’occhio alla satira fantascientifica, è un marchio di fabbrica del gioco, con dialoghi che mescolano sarcasmo e riferimenti pop. Tuttavia, la scrittura non sempre colpisce nel segno, risultando a tratti meno incisiva rispetto al capitolo originale. La struttura di gioco, che alterna esplorazione, piattaforme e combattimenti, è solida ma non rivoluzionaria, e alcune scelte di design, come i tempi di attesa per le ricerche, sembrano retaggi di meccaniche superate. Nonostante ciò, il titolo riesce a catturare l’attenzione grazie alla sua personalità prorompente e a un mondo che invita a perdersi nei suoi dettagli. La modalità cooperativa, in particolare, è un punto di forza, capace di trasformare anche i momenti più ostici in esperienze condivise e memorabili.
Una galassia di potenzialità
Revenge of the Savage Planet è un’avventura che vive di contrasti: da un lato, offre un universo vibrante e un’esplorazione gratificante; dall’altro, inciampa in un sistema di combattimento monotono e in alcune meccaniche che rallentano il ritmo. È un gioco che non si prende troppo sul serio, e questo è parte del suo fascino, ma che avrebbe potuto osare di più per distinguersi in un panorama videoludico sempre più competitivo. Per i fan del primo capitolo, il titolo rappresenta una continuazione naturale, arricchita da nuovi strumenti e da un’estetica ancora più curata. Per i neofiti, è un’introduzione accessibile a un genere che mescola piattaforme, azione e umorismo. Nonostante i suoi difetti, l’esperienza complessiva rimane godibile, soprattutto per chi cerca un’avventura leggera ma visivamente spettacolare.
