La luce biancastra della luna filtrava tra le fronde, disegnando arabeschi d’argento sulla neve fresca. Una figura fulva avanzava silenziosa, le zampe affondavano appena nel terreno. Al suo fianco, un corvo volteggiava inquieto. La foresta taceva, ma il mondo era cambiato: gli spiriti antichi erano svaniti, le voci dei Guardiani ridotte a echi dimenticati. Eppure, in quella notte silente, qualcosa si mise in moto. Così inizia il viaggio della volpe in Spirit of the North 2, disponibile su PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC, un’avventura priva di parole ma ricca di senso, firmata da Infuse Studio e pubblicata da Silver Lining Interactive.
Un mondo che respira di nuovo
Il sequel del delicato Spirit of the North riprende le fondamenta poetiche dell’originale, espandendole in ogni direzione. Il mondo di gioco è ora più ampio e articolato, un mosaico di biomi splendidamente realizzati che spaziano da vallate verdeggianti a creste innevate, passando per cripte sotterranee avvolte nell’oscurità. L’adozione dell’Unreal Engine 5 permette una resa grafica di grande impatto, in particolare per quanto riguarda la gestione della luce naturale, i riflessi dinamici e le condizioni atmosferiche variabili. Ne deriva un paesaggio visivo vivo e pulsante, che invita all’esplorazione lenta, metodica, come un pellegrinaggio.
Ma non è solo l’occhio a essere chiamato in causa. L’assenza di narrazione verbale restituisce potere all’ambientazione stessa, che si fa narratrice muta. Attraverso rovine disseminate, dipinti rupestri e l’eco degli elementi, Spirit of the North 2 racconta la sua storia con la discrezione di un sussurro, lasciando spazio all’interpretazione del giocatore. La relazione tra la volpe e il corvo, inedita rispetto al primo episodio, si traduce in una dinamica di gioco interessante: il corvo può interagire con l’ambiente, raggiungere leve o distrarre nemici, mentre la volpe evolve le proprie abilità attraverso rune trovate nel mondo.
Esplorazione, intuizione e personalizzazione
Non esistono missioni scandite né una mappa dettagliata: il gioco invita alla curiosità. Tuttavia, proprio questa libertà può trasformarsi in spaesamento. Alcuni passaggi appaiono criptici, e la mancanza di indicazioni più chiare rischia di frenare l’avanzamento, soprattutto nei momenti in cui il level design si fa più tortuoso. L’apertura del mondo è un pregio concettuale, ma anche un ostacolo se non sorretto da una struttura di supporto più solida.
Il cuore ludico del titolo risiede nei puzzle ambientali, che richiedono spesso l’uso combinato di volpe e corvo per essere risolti. Non si tratta di enigmi cervellotici, ma di sfide coerenti con l’universo di gioco: far sbocciare una pianta con la luce di una runa, attirare uno spirito con un gesto silenzioso, liberare un Guardiano intrappolato. È in questi momenti che Spirit of the North 2 trova il suo ritmo ideale, alternando silenzi contemplativi a scoperte gratificanti.
A ciò si aggiunge un sistema di personalizzazione che consente di modellare l’aspetto della volpe e, in parte, le sue capacità. Nulla di radicale, ma un tocco che favorisce l’identificazione. Le rune sparse nel mondo fungono da potenziamenti permanenti, migliorando salti, velocità o interazione con l’ambiente, e premiano l’esplorazione meticolosa.
Luce e ombra: tecnica e atmosfera
Dal punto di vista tecnico, l’esperienza su PlayStation 5 si dimostra globalmente soddisfacente ma non priva di sbavature. Alcune aree soffrono di cali di frame rate nella modalità grafica più ricca, con sporadici fenomeni di texture pop-in che, sebbene non invalidino la fruizione, interrompono talvolta l’incantesimo visivo. Si tratta di limature che una maggiore ottimizzazione potrebbe facilmente correggere, considerando l’alta qualità estetica raggiunta nel complesso.
Dal lato sonoro, la colonna musicale si mantiene discreta, mai invadente, preferendo tessiture eteree che accompagnano senza distrarre. Gli effetti ambientali, invece, sono centrali: il fruscio del vento, il crepitio della neve sotto le zampe, il battito d’ali del corvo compongono un tappeto sonoro coerente e immersivo.
Se si cerca azione frenetica o una narrazione esplicita, Spirit of the North 2 potrebbe risultare straniante. La sua forza è nella delicatezza, nell’evocazione più che nell’enunciazione. È un titolo che richiede pazienza e disposizione all’ascolto, un piccolo viaggio interiore sotto forma di videogame.
