L’arte del romanzo visivo incontra le atmosfere cupe e misteriose della fantascienza anni ’80 in Stories from Sol: The Gun-Dog, titolo sviluppato da Astrolabe Games e disponibile in formato digitale su PlayStation 4, PlayStation 5, Nintendo Switch e PC tramite Steam. Le edizioni fisiche, curate da Meridiem Games, sono invece riservate alle versioni PlayStation 5 e Nintendo Switch. Concepito come una lettera d’amore ai classici per PC-9800, il gioco si propone di coniugare l’estetica rétro con una narrazione stratificata e un gameplay investigativo che premia l’attenzione ai dettagli. Un esperimento riuscito? Analizziamolo nel dettaglio.
Tra guerra e paranoia: un incubo a bordo della Gun-Dog
Siamo nell’anno 214 del Calendario Planetario, quattro anni dopo la fine della devastante Guerra Solare. L’umanità ha superato i limiti imposti dalla gravità terrestre, ma non ha ancora trovato una pace autentica. L’ufficiale di sicurezza protagonista della storia si trova assegnato alla Gun-Dog, una nave pattuglia gioviana incaricata di indagare su segnali anomali provenienti dai confini dello spazio profondo. Quello che doveva essere un semplice pattugliamento si trasforma ben presto in una missione di sopravvivenza: una minaccia sconosciuta incombe sulla nave, innescando tensioni, cospirazioni e paranoie tra i membri dell’equipaggio.
L’intreccio narrativo di Stories from Sol: The Gun-Dog si sviluppa attraverso un meticoloso equilibrio tra dialoghi intensi, esplorazione e scelte morali che influenzano il corso degli eventi. Ogni personaggio a bordo ha una propria personalità definita e un ruolo ben preciso: dal distaccato Capitano Bartermews all’impulsiva Cassandra Quinn, fino all’inflessibile Mackenzie Cathays, il cast è ricco di sfumature e interazioni che alimentano la tensione crescente. La nave diventa così un microcosmo narrativo dove la fiducia è merce rara e ogni parola può celare un inganno.
Un gameplay investigativo che premia l’attenzione
Sul fronte ludico, il titolo riprende le meccaniche classiche delle avventure punta e clicca, invitando il giocatore a esplorare la Gun-Dog alla ricerca di indizi, interagendo con oggetti e analizzando i comportamenti dell’equipaggio. La struttura si fonda su una dinamica di osservazione e deduzione, in cui il dialogo gioca un ruolo fondamentale: ascoltare attentamente i personaggi permette di cogliere dettagli nascosti, mentre l’esplorazione della nave consente di raccogliere elementi utili per la progressione della trama.
L’ambiente di gioco è stato realizzato con una cura notevole: ogni stanza della Gun-Dog è animata da descrizioni evocative che restituiscono la sensazione di un’astronave pulsante di vita. Dal costante ronzio dei macchinari alla quiete inquietante dello spazio profondo, l’atmosfera contribuisce a immergere il giocatore in un contesto claustrofobico e avvolgente. La presenza degli Armored Frames, mech umanoidi che rappresentano il retaggio bellico della Guerra Solare, aggiunge un ulteriore strato di profondità all’universo narrativo, suggerendo implicazioni che vanno oltre la singola vicenda raccontata.
Estetica e sonoro: un omaggio agli anni ‘80
Dal punto di vista visivo, Stories from Sol: The Gun-Dog si distingue per il suo stile pixel art che richiama le produzioni animate degli anni ’80 e ’90. Il design dei personaggi e degli ambienti è curato nei minimi dettagli, con un’attenzione particolare alle espressioni facciali e alle animazioni che danno vita ai dialoghi. Il titolo offre tre modalità grafiche differenti: la “Vivid”, con colori accesi e dettagli definiti; la “Studio”, che richiama il monocromo del Game Boy; e la “Doujin”, che simula un’estetica grezza e prototipale. Questa varietà di opzioni permette al giocatore di scegliere l’esperienza visiva che più si avvicina ai propri gusti nostalgici.
Il comparto sonoro, ispirato alle colonne sonore chiptune degli anni ’80, accompagna la narrazione con melodie suggestive e un sound design che enfatizza le fasi più tese del gioco. Tuttavia, la colonna sonora, pur funzionale, manca di tracce realmente memorabili che possano elevarla al rango di cult. Un aspetto che, se migliorato, potrebbe aumentare l’impatto emotivo dell’intera esperienza.
Un viaggio interstellare che lascia il segno
Pur non reinventando il genere, Stories from Sol: The Gun-Dog riesce a distinguersi grazie alla sua capacità di coniugare una narrazione avvincente con un’estetica ricercata e un gameplay che valorizza l’investigazione e l’interazione tra i personaggi. Il gioco offre un’esperienza coinvolgente, perfetta per gli amanti delle avventure grafiche e dei romanzi visivi con atmosfere sci-fi. L’assenza di una localizzazione in italiano potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni giocatori, ma la qualità della scrittura e la profondità della trama rendono l’esperienza comunque appagante per chi ha una buona padronanza della lingua inglese.
Astrolabe Games dimostra di avere una visione chiara e ambiziosa, ponendo le basi per un possibile seguito che potrebbe ampliare ulteriormente l’universo di Stories from Sol. Se siete alla ricerca di un titolo che mescoli investigazione, fantascienza e tensione psicologica, questo viaggio sulla Gun-Dog potrebbe rivelarsi una delle sorprese più interessanti dell’anno.
